Siamo circondati dalla plastica: non c’è oggetto di uso quotidiano che non ne abbia anche una piccola parte e dunque l’idea di bandirla dalla propria vita risulta quasi impossibile. La signora Sandra Krautwaschl è l’autrice di Plastikfreie Zone ossia Zona libera da plastica e nella foto in alto è in compagnia di Werner Boote regista del documentario Plastic Planet, ovvero colui che l’ha ispirata. Sandra racconta questa storia anche nel blog: niente plastica in casa (se masticate un po’ di tedesco) e poi appunto nel libro.
La consapevolezza nel voler abbandonare acquisti a base di plastica della famiglia austriaca, composta dai due genitori e tre figli, è nata nel 2009 dopo una vacanza in Croazia e dopo aver visto il documentario Plastic Planet del regista austriaco Werner Boote. Il primo passo concreto è stato eliminare tutti gli oggetti in plastica posseduti fino a quel momento e la foto della copertina del libro si riferisce proprio al giorno in cui accumularono in giardino tutta la plastica che avevano in casa. Il secondo passo è stato trovare oggetti di uso quotidiano ma con corrispettivi in materiali naturali: spazzolini in legno e setole naturali; oppure prodotti alimentari impacchettati in carta, vetro o metallo; ancora contenitori metallici per il latte.
fonte articolo: http://www.ecoblog.it/post/19999/famigl ... a-plastica
blog originale (in tedesco): http://www.keinheimfuerplastik.at/
In effetti hanno ragione, certo che eliminare la plastica dalle nostre vite direi che è impensabile.... ma almeno negli alimenti sarebbe possibile?
Per esempio... anni fa l'acqua minerale si comprava in bottiglie di vetro a rendere, ora usamo il pet.
Il vetro è sabbia fusa, quindi un minerale, quindi non fa male anessun organismo.
Ora usiamo il brick che internamente ha una pellicola di plastica, ma prima usavamo il barattolo di vetro o lattine.
Tutti i detergenti che usiamo, sono a base di petrolio... pensate che per fare il detergente al limone, si tritano fini di pneumatici usati, si processano con additivi chimici fino ad ottenere un idrocarburo che profuma come il limone, e poi viene aggiunto al detergente o detersivo anch'esso spesso ottenuto dal petrolio.
Ma tutto questo petrolio che assumiamo incosciamente, fará bene?
Direi che non è assolutamente il caso si farsi prendere da fobie, ossessioni, ecc, ma limitare l'acquisto di confezioni in plastica si.
Mi sa che è giunto il momento di fare in casa il sapone (o la lisciva)... magari un giorno di questi provo a farlo io e vediamo se sopravvivo all'esperimento
personalmente avevo già cominciato incosciamente a fare una certa selezione del genere, più che altro perché mi scoccia andare in paese tutti i giorni a buttare la spazzatura... fosse roba organica potrei bruciarla, ma il 90% è plastica... fa fumo, diossina... che schifo! Vivo in campagna per respiare aria pulita, e vado ad inquinarla con le mie mani? MAI!!
Certo che è difficile oggi come oggi eliminare la plastica per lo meno dagli alimenti... impossibile dagli strumenti elettronici/meccanici.... ma almeno gli alimenti!!
Per esempio andiamo dal macellaio a comprare 2 bistecche.... le taglie, prende la carta cerata, la mette sulla bilancia, e poi pesa la carne.... ma è carta cerata? o si tratta piuttosto di carta kraft sbiancata con il cloro e coperta da uno strato sottile di plastica?
bellissimi poi quegli alimenti precotti da scaldare al microonde....
pura plastica "caliente"E che dire dello zampone precotto da mettere a bagnomaria per 1 oraprima di servire... quanta plastica contiene?
insomma... ci stiamo probabilmente avvelenando poco a poco.
Ci sono degli studi minimamente seri a riguardo?
