Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

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Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 18 dic 2011, 22:23

Come ho scritto nell'ultimo post della pagina precedente, ho quì un alternatore ex forze armate americane dei primi anni '50. Ho pensato potesse servire a Barabba per il suo banco a 96V, ma per questo c'erano da fare alcuni "adattamenti". Con Barabba ci siamo scambiati alcune mail, da cui ho rilevato una certa "urgenza", a causa della loro situazione energetica piuttosto precaria, così stamattina mi sono messo all'opera appena possibile per fare le modifiche necessarie. Ho finito alle 17,30, a notte, e con un freddo della miseria, che oggi quì da noi ha tentato perfino di nevicare, ma sono riuscito a finire il tutto. Domani vedrò di fare la cassetta di legno per l'imballaggio.
Nella foto sotto il generatore in versione originale, tutto "de ferro pieno". :D

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Pesa un accidente..... Per alzarlo e spostarlo ho dovuto usare una carrucola appesa all'architrave della porta......
Questa l'etichetta con le caratteristiche.

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La "scatola" che si vede sul davanti contiene una sorta di filtro antidisturbo, fatto con due bobinone di filo smaltato molto grosso e una serie di condensatori. Questi gruppi all'origine servivano come alimentatori per dei rice-trasmettitori per stazioni radio da campo. Il filtro serviva ad eliminare aventuali disturbi alla stazione radio. Il tutto aveva anche una presa di terra sulla carcassa, la vite che si vede fuoriuscire a sinistra, mentre a destra si vedono i morsetti di prelievo dell'alternata.

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Ora tutto questo non serve più, per cui è stato tolto, e al posto suo montato un amperometro. Nella foto sotto mentre preparo lo scasso con seghetto e lima sul coperchio della scatola per far posto allo strumento.

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Forature varie al trapano a colonna per il passaggio dei nuovi cavi e l'inserimento di altre due boccole di presa, stavolta per la corrente continua, una rossa per il positivo e una nera per il negativo.

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Connessioni nella sctola di uscita. Dei due fili azzurro chiaro che escono da dentro il generatore, uno va direttamente alla boccola di uscita, l'altro "passa" dentro l'amperometro prima di arrivare all'altra boccola. I due fili azzurro scuro partono dalle boccole dell'alternata e vanno verso il ponte raddrizzatore (ancora non c'è....) da cui ritornano altri due fili, uno rosso positivo e uno nero negativo, che finiscono sulle rispettive prese di uscita della corrente continua. Questo è stato il lavoro più lungo, saldare tutti i capicorda alle terminazioni dei cavi prima di stringerli sui rispettivi contatti. In fondo, in alto a sinistra, si vede uno spezzone di dissipatore alettato che poi ho adattato per il ponte raddrizzatore.

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Altra rognetta niente male: saldare i cavi sui terminali del ponte. I terminali sono piccoli, in teoria sarebbero adatti per dei faston, che io non uso perché hanno il vizio di allentarsi e fare falsi contatti, surriscaldarsi e bruciare i fili.... I fili daltronde sono da 6mmq, con 22A non potevano essere da meno. Intorno al foro ho messo un gommino passacavo, per impedire sbucciature con le vibrazioni.

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Il dissipatore è fissato sulla carcassa del generatore tramite due bulloni avvitati in due fori filettati già presenti. Il dissipatore di calore è necessario in quanto il ponte dà una caduta di tensione di passaggio intorno ai 2,5V, che con i fatidici 22A fanno 55W che se ne vanno in calore..... Da quì il grosso radiatore d'alluminio.
Di dietro si vede la fiamma a gas accesa per riscaldare il grosso saldatore a stagno.

Due parole su quel tipo di generatori: in pratica sono costituiti da una dinamo e un alternatore coassiali. Sullo statore ci sono quattro grosse espansioni polari su cui sono avvolte le bobine di eccitazione, tutte collegate in serie, Sul rotore ci sono due tipi di avvolgimenti, concentrici. Quello esterno è un avvolgimento da indotto di dinamo, infatti smontando il rotore si vede il classico "indotto" di dinamo con tante scanalature che finiscono su un normale collettore a lamelle. Più in profondità invece ci sono gli avvolgimenti per generare corrente alternata, che finiscono ad un secondo collettore fatto ad anelli, su cui quattro grosse spazzole prelevano la corrente alternata. una configurazione inusuale per noi "moderni", abituati ad una struttura degli alternatori inversa: gli avvolgimenti induttori sul rotore e quelli indotti sullo statore. Erano fatti in questo modo perché inglobavano sia l'alternatore che la dinamo eccitatrice, senza dipendere da nessuna eccitazione esterna. Ovviamente la dinamo è calcolata in modo che a quel dato numero di giri eroga una tensione e una corrente di valore adeguato all'eccitazione dell'alternatore sottostante. La struttura meccanica, la forma delle espansioni polari e i rapporti tra i vari avvolgimenti garantiscono una certa stabilità di tensione per un dato carico e un dato numero di giri. Per la cronaca, questo lavorava a 60Hz, ossia a 1800 g/min, per averne 50 deve girare a 1500 g/min, per cui la tensione probabilmente sarebbe un po' minore dei 120V AC di targa. Nel caso si debba usare con un trasformatore per avere i "canonici" 230V bisogna prevedere il giusto rapporto di trasformazione. Questo sarà possibile solo misurando "in loco" con un tester la tensione alternata di uscita, possibilmente sotto carico. Per poter fare questa prova avrei dovuto rimontare il gruppo generatore completo ed effettuare dei test, e questo mi avrebbe fatto perdere almeno un'altra giornata. Cosa che vista l'urgenza.....
Nel caso invece che venisse usato per caricare il banco a 96V basterebbe accelerare di più o di meno il motore di trascinamento fino ad avere la giusta corrente di carica.

Come si vede nella foto seguente, ci sono due supporti circolari adiacenti, con due serie di 4 spazzole. Quelle che fanno capo ai due fili azzurro chiaro sono per il prelievo della corrente alternata, scorrono su due grossi collettori ad anelli lisci. Quelle a fianco, a cui sono collegati i fili isolati in tela, servono per l'alimentazione delle bobine di eccitazione sullo statore.

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Ho marcato quei fili con pennarello rosso e blu per distinguerli dagli altri. In teoria quella dovrebbe essere la polarità che hanno, ma nel caso specifico ha poca importanza. L'importante è che non vengano invertiti, altrimenti si dovrebbe invertire il senso di rotazione del generatore, ma il funzionamento (funzionerebbe ugualmente....) non sarebbe più così stabile a causa della forma delle espansioni polari.
Quì sotto si vede un po' meglio il particolare del portaspazzole di eccitazione, sul polo negativo.

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Sotto l'altra spazzola positiva.

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Nel caso che il generatore rimanga fermo per molto tempo, potrebbe attenuarsi o cessare il magnetismo residuo dell espansioni polari, in questo caso rimettendolo in funzione non produrrebbe corrente. Con un piccolo impulso di corrente momentaneo (anche con una batteria mezza scarica....) su quelle due viti marcate col pennarello lo rimetterebbe istantaneamente in funzione, come ho dovuto fare io quando me lo dettero, dopo un lunghissimo magazzinaggio. Dopodiché, usandolo regolarmente o senza soste di mesi o anni, funzionerebbe normalmente ogni volta.
Nella foto sotto il particolare dei morsetti in alternata.

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Dall'altro lato coi morsetti in continua.

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L'amperometro è uno strumento da pannello, 25A C.A. fondo scala, già visto nella discussione sull'alternatore da autobus.
Sotto finalmente finito e richiuso.

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L'unico punto debole del congegno, a mio avviso, è il ponte raddrizzatore. Un KPBC3510 ossia da 35A 1000V. I volt sono esuberanti, ne sarebbe bastato uno da 400V, ma avevo solo quello con quell'amperaggio lì, gli altri erano tutti di corrente più bassa. Ho solo il sospetto che alla lunga se si dovesse surriscaldare potrebbe andare in corto. Comunque rimanendo dentro i 22A che eroga il generatore non dovrebbe dare problemi. Avrei potuto fare un ponte composto, con quattro diodi da 40A 400 o 600V, ma mettersi a montare un affare del genere con quattro dissipatori su una piastra di vetronite mi avrebbe portato via ancora più tempo.
Ho da parte un altro di questi alternatori, che tenevo come pezzi di ricambio per questo, devo solo revisionarlo, forse cambiare uno o tutt'e due i cuscinetti, ma per il resto efficiente. Nel caso lo riprenda in mano farò le foto delle varie parti smontate e le posterò in qualche discussione, se di interesse generale.
Ho aperto in passato un altro alternatore, "civile" questa volta, da 5000VA, fatto con una architettura molto simile a questo, ossia con i campi induttori fissi e quelli indotti rotanti, aveva un ponte raddrizzatore per l'alimentazione delle bobine eccitatrici, che erano doppie, in parallelo e in serie alla tensione prelevata per uso esterno. Come si vede di generatori se ne possono fare di diversissimi tipi, senza ricorrere al "solito" Piggot o al solito alternatore da auto. :D
Spero di aver detto tutto ed essere stato sufficientemente chiaro..... Altrimenti sono quì. ;)
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da maxlinux2000 » 19 dic 2011, 10:58

Sempre più impressionante!! :shock: :D :D
A volte mi piacerebbe fare un giro per il tuo magazzino :lol: con un furgone parcheggiato fuori.... :mrgreen:
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 19 dic 2011, 13:56

Ho quattro nidi di mitragliatrici agli angoli della casa..... :mrgreen:
:D :D :D
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Barabbauz » 19 dic 2011, 16:26

non ci posso credere che fra qualche giorno quel "mostro" sarà attaccato al vecchio fiat 312r (classe 1962, quasi vecchio come l'alternatore)
Grazie Ferro...per i consigli, per l'impegno, per la giornata al freddo, per tutto il materiale che hai messo, per le spiegazioni di come hai modificato il mostro (e ci ho capito pochissimo nonostante le abbia lette 3 volte)...
con il corriere che viene a ritirarlo arriva anche il mio di regalino..che è solo la prima parte, perchè quando i salami avranno finito la stagionatura ti mando anche quelli, oltre a grappa e quelle altre due cosette...
vi faccio sapere quando arriva...

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 19 dic 2011, 22:50

Chiedi pure quello che non hai capito Barabba, posso rispiegartelo con calma, può darsi che le mie spiegazioni non siano state esaurienti..... Poi se in futuro dovrai metterti con le mani in pasta con generatori, impianto, ecc ecc qualche altra "dritta" potrebbe servirti di sicuro.
Ad esempio: se il trattore stà molto distante dal banco da ricaricare, dovrai mettere dei cavi piuttosto grossetti. Tanto per partire ti serviranno dei cavi da 6mmq, almeno fino ad una distanza di 10 o 15m, poi sarebbe meglio fossero di più grossi. Con 10m di cavo, ossia 10+10 andata e ritorno, con 6mm quadrati di sezione si hanno circa 1,25V di caduta di tensione sul cavo, data dalla sua resistenza elettrica, cioè 27,5W di dispersione in calore. Non sono un granché, ma è come se tenessi una lampadina accesa per tutto il tempo della ricarica col generatore. Se raddoppi il cavo le perdite diventano la metà. Tanto il cavo si compra una sola volta. Se rimedi un cavo trifase con il filo di terra, ossia quelli con quattro fili dentro, puoi metterli in parallelo a due a due, in questo caso se è da 4mmq ne avresti già 8mmq per polo, e se da 6mmq sarebbero 12mmq per polo.
Comunque: prima di gioire per il "mostro", mettilo in funzione e prova tutto per bene. Magari raccontaci quello che fai, che può essere utile ad altri.
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 23 dic 2011, 22:11

Ferrobattuto ha scritto: Due parole su quel tipo di generatori: in pratica sono costituiti da una dinamo e un alternatore coassiali. Sullo statore ci sono quattro grosse espansioni polari su cui sono avvolte le bobine di eccitazione, tutte collegate in serie, Sul rotore ci sono due tipi di avvolgimenti, concentrici. Quello esterno è un avvolgimento da indotto di dinamo, infatti smontando il rotore si vede il classico "indotto" di dinamo con tante scanalature che finiscono su un normale collettore a lamelle. Più in profondità invece ci sono gli avvolgimenti per generare corrente alternata, che finiscono ad un secondo collettore fatto ad anelli, su cui quattro grosse spazzole prelevano la corrente alternata. una configurazione inusuale per noi "moderni", abituati ad una struttura degli alternatori inversa: gli avvolgimenti induttori sul rotore e quelli indotti sullo statore. Erano fatti in questo modo perché inglobavano sia l'alternatore che la dinamo eccitatrice, senza dipendere da nessuna eccitazione esterna. Ovviamente la dinamo è calcolata in modo che a quel dato numero di giri eroga una tensione e una corrente di valore adeguato all'eccitazione dell'alternatore sottostante. La struttura meccanica, la forma delle espansioni polari e i rapporti tra i vari avvolgimenti garantiscono una certa stabilità di tensione per un dato carico e un dato numero di giri. Per la cronaca, questo lavorava a 60Hz, ossia a 1800 g/min, per averne 50 deve girare a 1500 g/min, per cui la tensione probabilmente sarebbe un po' minore dei 120V AC di targa. Nel caso si debba usare con un trasformatore per avere i "canonici" 230V bisogna prevedere il giusto rapporto di trasformazione. Questo sarà possibile solo misurando "in loco" con un tester la tensione alternata di uscita, possibilmente sotto carico. Per poter fare questa prova avrei dovuto rimontare il gruppo generatore completo ed effettuare dei test, e questo mi avrebbe fatto perdere almeno un'altra giornata. Cosa che vista l'urgenza.....
Nel caso invece che venisse usato per caricare il banco a 96V basterebbe accelerare di più o di meno il motore di trascinamento fino ad avere la giusta corrente di carica.
Ho un secondo alternatore di quel tipo. Quello che ho preparato per Barabba fa parte di un gruppo vecchio, si, ma poco usato che mi regalò mio fratello, appassionato di surplus militare. Lui non ha molto spazio per tenere roba di quelle dimensioni e fu felice di regalarmelo. Quel gruppo funzionava perfettamente, solo che il motore consuma come una ferrari da competizione....... E' evidente che agli americani la benzina costa poco, io comunque l'ho usato pochissimo, praticamente solo in occasione del famoso blackout di qualche anno fa, che quì da noi durò quasi 24 ore.
Quello che ho ancora quì invece fa parte di un secondo gruppo uguale all'altro, con motore spompato che ormai non si avvia più, che mi regalò Sabino, lo aveva trovato su un fondo da lui acquistato qualche anno fa. Il vecchio padrone lo usava per alimentare una pompa per l'acqua che pescava in una fonte ad un centinaio di metri di distanza. Il fondo è situato in un posto dove non arriva la rete elettrica o quella idrica. Le uniche parti che avevo recuperato finora erano le ruote, che ho applicato al mio (in origine non erano previste, si tratta di una modifica.....), e il trasformatore 110-220V da 2Kw.
Ora che ho ceduto il primo a Barabba ho ripreso in mano questo secondo generatore per revisionarlo. Ho fatto alcune foto, più esplicative di qualsiasi descrizione scritta. Questo sotto è lo statore, con le quattro matasse degli avvolgimenti di eccitazione, la roro resistenza è di 3 Ohm, per cui credo che vengano alimentate a bassa tensione. Non mi sono mai preoccupato di misurarne il valore, ma credo che adesso sarà una delle prime cose che farò appena lo rimetto in funzione. Apparentemente sono avvolte con filo di circa 1mm di diametro, e sono tutte in serie.

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Secondo la formuletta per ricavarne la lunghezza dovrebbero essere circa 140m di filo, ma sono talmente grosse e spesse che credo siano avvolte con fili multipli appaiati e molto più lunghi. Questo sotto è il rotore.

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Ad una prima occhiata superficiale sembrerebbe quello di una normale dinamo, senonché si vede il secondo collettore ad anelli, che fa capo a due grossi fili che escono da dentro il rotore, evidentemente da un secondo avvolgimento sottostante. Infatti l'avvolgimento tipo dinamo è superficiale, l'altro è avvolto sotto e non si vede. Entrambi prendono l'eccitazione dalle bobine dello statore, ma mentre gli avvolgimenti tipo dinamo fanno capo al collettre a lamelle, che commutano le correnti generate in corrente continua (infatti il suo vero nome sarebbe "commutatore rotante"), quelli sottostanti avvolti in modo differente e messi in serie fanno capo ai due anelli continui ed erogano corrente alternata. Sotto un particolare dei collettori.

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Sono soltanto sporchi, niente che un colpo di carta abrasiva fine non possa rimediare. Ho controllato l'isolamento, sia degli avvolgimenti rotorici che di quelli statorici, ed tutto in ordine. Sotto il rotore rimesso dentro, per chiarezza di descrizione.

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Prima di fare le foto ho lavato tutto a spruzzo con nafta (gasolio per auto....) ed aria compressa, meno il rotore, a cui avrebbe potuto danneggiarsi il collettore a lamelle, imbevendosi. Ho usato della nafta perché non ha azione solvente sulle vernici, a differenza della benzina o di altri solventi, che a volte danno brutte sorprese sulle vecchie vernici e sui vecchi isolanti. Poi basta soffiare bene soltanto con aria e ripassare tutto con uno straccio pulito. Se c'è il sole e si lascia asciugare è ancora meglio..... Sotto l'insieme visto da sopra.

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Ho riappoggiato sopra i collettori il gruppo porta-spazzole, in modo che si veda meglio come funzionano. Sotto in una foto più ravvicinata.

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E sotto ancora più in particolare.

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Ho avvicinato il capocorda di uno dei terminali delle bobine statoriche ad uno dei portaspazzole della dinamo, quello a cui poi dovrò ricollegarlo. L'altro andrà collegato ad una delle spazzole poste a 90° da quella. Infatti le spazzole sono 4, poste a 90° e collegate insieme due a due. Quelle con la stessa polarità si trovano diametralmente opposte. Per chiarire: le due positive dono diametralmente opposte, come quelle negative, messe a 90° le une dalle altre. Questo perché è un generatore "a 4 poli", e funziona a 1500 g/min. Se fosse stato a 2 poli avrebbe girato a 3000 g/min, averbbe avuto solo 2 spazzole e soltanto due bobine sullo statore, appunto, "2 poli"..... Più coppie di poli ci sono e meno giri fanno, se fossero stati 6 poli avrebbe funzionato a 1000 g/min, se fossero stati 8 a 750 e così via.
Anche sugli anelli chiusi ci sono due spazzole ciascuno, molto grosse e messe longitudinali, questo perché la corrente che ci scorre è molto alta. Ogni coppia che scorre su un anello fa capo direttamente ad uno dei morsetti di uscita della corrente alternata.
Nella foto sotto più in particolare le matasse delle bobinone induttrici sullo statore.

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Quì si vede bene che le espansioni polari che fuoriescono dalle bobine sono asimmetriche, sono più lunghe in ritardo sul senso di rotazione, mentre sono più corte nel senso che lo precede. Per essere chiari: se ci fosse dentro il rotore e girasse, girerebbe in senso orario, ossia di sopra verso destra e di sotto verso sinistra (oramai di orologi con le lancette ne sono rimasti pochi, e molti hanno difficoltà a ricordare qual'è il "senso orario".... :D ).
Questa asimmetria è dovuta al fatto che durante il funzionamento della parte dinamo, a causa delle reazione dovuta alla corrente del carico, il campo magnetico viene distorto e spostato in ritardo sul senso di rotazione, se le espansioni polari fossero simmetriche scorrerebbe nell'aria e si indebolirebbe, l'asimmetria serve proprio a lasciarlo scorrere nel ferro, senza indebolirsi. Infatti se si inverte il senso di rotazione (si debbono invertire anche i capicorda delle bobine....) il funzionamento sotto carico diventa molto meno stabile, e la tensione subisce forti sbalzi secondo le variazioni di carico.

Ci si può chiedere senz'altro perché fosse fatto in questo modo. :D A parte la ovvia considerazione sulla tecnologia dell'epoca, questi dovevano essere "messi in mano" a gente che non ci capiva niente. A quei tempi il 95% dei militari erano "di leva", ossia obbligati al servizio militare, e non professionisti volontari come adesso, per cui chi maneggiava questa roba era per la maggior parte gente che al massimo aveva ricevuto un mese di sommaria istruzione all'inizio del periodo di leva. Dovevano essere "robusti" prima di tutto, poi affidabili, col minimo di manutenzione necessaria, requisiti un po' in comune a tutte le attrezzature militari del tempo. Oggi invece vediamo sui filmati che i militari anche nelle campagne nel medio oriente sono equipaggiati con computer portatile e tecnologia elettronica sofisticata, per la quale sono perfettamente addestrati e istruiti.

Per chiudere, per ora gli unici difetti riscontrati sono: i cuscinetti rovinati, che dovranno essere sostituiti entrambi, e una lesione sul coperchio dal lato del supporto delle spazzole, che è in ghisa fusa ed è stato mandato a saldare in officina. Mi necessitava un cannello ossiacetilenico, e questo ce l'ho, ma serve una bombola di ossigeno, e questa ora la danno solo su licenza e con apposito brevetto..... :evil: E non posso farlo-da-me, come il resto. :mrgreen:
Cuscinetti e saldatura arriveranno dopo Natale, per cui rimando la descrizione del rimontaggio e delle prove a quando li avrò.
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 28 gen 2012, 19:47

Finalmente ho potuto riprendere il montaggio di quel generatore. Per la metà di gennaio mi sono arrivati il supporto saldato e i due cuscinetti nuovi.

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Il supporto l'ho verniciato subito, prima di riapplicarci sopra il gruppo portaspazzole.

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Mentre si asciugava ho pulito e lucidato i due collettori, sia quello a lamelle che quello ad anelli, con due strisce di carta vetrata sottile n°280. Sono tornati lucidi, pronti per farci scorrere sopra le spazzole. Montati anche i due cuscinetti nuovi, e sui supporti laterali anche i rispettivi ingrassatori, che però nelle foto non si vedono.
Fortunatamente tutte le misure, almeno sul generatore, sono metriche, così che è stato possibile acquistare cuscinetti con normali misure commerciali, più economici di eventuali ricambi con misure in pollici.

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Rimontato il tutto (non ho preso foto nel montaggio, ma credo che dopo aver visto il gruppo smontato sarebbero state superflue....) ho dato una mano di vernice a tutta la carcassa esterna, visto che la vernice originale era molto scrostata e anche rovinata dove c'erano saldature ecc ecc.

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Nel frattempo, mentre aspettavo i pezzi di ricambio, mi solo lavato e scorticato tutto l'insieme, abbondantemente incrostato di terra e grasso da motore, reduce da oltre mezzo secolo di incuria..... :barf:
Non so se si capisce dalla foto sopra, infatti si dovrebbe vedere dove era motata prima la puleggia sull'asse del motore, ossi a destra nella foto, su quel tratto di asse lucido e pulito. Da quello si dovrebbe capire che il generatore in pratica era montato al contrario, con la puleggia a destra e non a sinistra come stà adesso. In questo modo però in pratica girava al contrario......
Non so perché fosse stato montato così, in quanto a causa della forma delle espansioni polari interne delle bobine dello statore, durante il funzionamento avrebbe avuto dei cali di tensione molto sensibili alle variazioni del carico di corrente. Poteva funzionare ugualmente, infatti bastava invertire i terminali di contatto delle bobine statoriche, come si fa per qualsiasi dinamo a cui si debba invertire il senso di rotazione, come probabilmente sarà stato fatto in fabbrica. Infatti in passato l'ho usato....
Mi sono fatto un'idea del perché potrebbe essere stato montato così: il gruppo motore-alternatore è stato costruito o quantomeno assemblato in Germania Ovest nel '52, ossia poco dopo la fine del conflitto, per l'essercito americano, infatti c'è scritto sopra una targhetta in alluminio punzonata sul telaio "Made in west Germany" e sopra "Signal Corps - U.S. Army". La Germania nel primo dopoguerra, divisa in due e nella parte ovest sottomessa all'occidente, aveva ancora intatte le fabbriche per gli armamenti bellici, e da quì la commissione americana per questi ed altri congegni per uso militare. Il motore presenta la bulloneria con filettature e misure in pollici, ossia col sistema inglese, mentre il generatore ha tutte le misure col sistema metrico decimale europeo. Probabilmente si sarà dovuto "aggiustare" il senso di rotazione dell'alternatore a quello del motore, visto che mentre nel motore a scoppio non si può invertire nel generatore si. Di questi gruppi non se ne sono visti un granché in giro, in alcuni casi accaparrati dai collezionisti fissati per il materiale bellico. Da questo penso di poter dedurre che non fossero un granché e siano stati dismessi abbastanza presto. Questo non significa però che il generatore non sia efficiente e funzionale, difatti di quel tipo di generatori ne ho visti anche per potenze superiori, a volte usati da piccole ditte edili come generatori "da campo". Ormai penso che se ne trovino in giro ben pochi.....
Per ripristinare il corretto senso di rotazione ho pensato di montare la puleggia sull'altro lato del motore a scoppio, ma le misure dell'asse e il sistema di bloccaggio non sono uguali, così mi sono dovuto "ingegnare" un po'. Essendo l'asse da quel lato sprovvisto di "chiavetta" di bloccaggio dovrò forare la puleggia e bloccarla sul volano con un paio di brugole, bloccando contemporaneamente anche il dadone di serraggio che lo regge.

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Sotto una vista d'insieme. Al motore manca in carter di raffreddamento, smontato per togliere il volano e lavorarci su. Manca anche la griglia di protezione davanti alle cinghie, in origine montata sull'altro lato, ovviamente.

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In ultimo poi dovrò montarci di lato il trasformatore 110-220 e se possibile un paio di strumenti V e A.
Il gruppo così com'è è "provvisorio" in quanto spero di corredarlo con un motorino diesel di pari potenza di questo a benzina (questo è da 7,8HP), che ha il difetto di consumare troppo. Il diesel poi si presta anche al funzionamento con "carburanti alternativi"..... ;)
Il seguito a quando avrò finito di rimontare il tutto e sarò riuscito a metterlo in funzione. :)
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da maxlinux2000 » 29 gen 2012, 15:57

bellissimo!! :davey: (w00t) 8)
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Messaggio da Barabbauz » 31 gen 2012, 9:22

ammazza quanto costano i motori diesel...
visto la grandissima difficoltà a trovare una puleggia abbastanza grande per riuscire a portare i giri della presa di forza del trattore da 300 a 1300, pesavo di comprare un motore diesel, da 3000 giri e rapportarlo a metà... potrebbe andare bene uno come questi nei link?
alcuni sono tolti da macchinette che si guidano senza patente, non so se van bene lo stesso...

http://www.subito.it/accessori-auto/mot ... 608292.htm

http://www.subito.it/attrezzature/motor ... 379725.htm

http://www.subito.it/attrezzature/motor ... 309510.htm

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 31 gen 2012, 14:28

Costano perché vanno a ruba..... E chi li vende ovviamente se ne approfitta. Specialmente quelli provvisti di accessori come motorino di avviamento e alternatore.
La cosa migliore per te sarebbe un vecchio diesel monocilindrico ex motozappa o motocoltivatore. Dai 6 o 7 cavalli in su. Anche un 12 0 14 HP, tanto quelli hanno un acceleratore centrifugo, e consumano secondo il carico che sentono, a vuoto consumano quasi niente. Quelli tolti da macchinette senza patente credo (ma posso sbagliare....) che non ce l'abbiano, e in quel caso dovresti accroccarci tu un acceleratore "automatico" di qualche tipo.
Il tuo 312R dovrebbe avere sul davanti un foro per metterlo in moto con la manovella (ci vuole Maciste.... :D ), non è che puoi accroccarci qualcosa da lì? O dalla puleggia della cinghia della ventola? E' un'idea così...... Tanto per dire...... :)
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da maxlinux2000 » 3 feb 2012, 13:05

okkio che mettere in moto un motore diesel con la manovella è un suicidio, nel vero senso della parola. Quela manovella è fatta per centrare i pistoni durante la regolazione delle vavole, ovviamente dopo aver tolto tutti gli iniettori. Il rapporto di compressione di un motore a scoppio è di 1-4, mentre un diesel è di 1-21. Ammesso di avere la forza di comprimere 21 litri di aria in un litro, e che la manovella regga lo sforzo, il rinculo dell'esplosione, potrebbe tranquillamente strappare le braccia o la testa di un uomo. :barf:
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Barabbauz » 4 feb 2012, 10:45

ok ok... non ti preoccupare, tanto il mio trattore non ha questa possibilità...per il resto...a no, lo scrivo sull'altro topic...

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Barabbauz » 11 feb 2012, 14:57

Trattore al minimo dei giri...pulegge rapportate bene e tutte con doppia cinghia...alternatore fissato con 4 dadi belli stretti...si fa la prova..e vai....
L'alternatore funziona alla meraviglia, arriva a dare tranquillamente 20 ampere a 120 volt in corrente continua, ma io lo tengo a 18 ampere così da consumare meno col trattore e perchè da 114 volt, senza farmi saltare l'inverter e senza rischiare di friggere le batterie...l'ho messo al lavoro per 2 ore e sono molto soddisfatto..il trattore però si è bevuto 2 litri di diesel agricolo...
ho in mente una soluzione...ve la spiego subito...poi se volete la si riporta in un altro topic...
per andare a olio anche d'inverno...
L'alternatore sta in un punto fisso, vicino all'armadio isolato contente le batterie...sotto una veranda, e da li non si muove...
arrivo con il trattore molto vicino e posso azionarlo con la presa cardanica,
ora, pensavo di prendere un vecchio boiler per l'acqua calda, da 20 o 30 litri, tagliarlo in modo da creare un contenitore con il tappo e fissarlo alla parete, con le uscite per l'acqua rivolte verso il basso (nella sua posizione naturale insomma)
Tappare l'uscita dell'acqua calda e mettere su quella dell'acqua fredda un rubinetto..e un tubo di gomma dello stesso diametro del tubo del carburante del trattore (che d'estate va normalmente a olio reciclato, ma con sto freddo....)
collegare la resistenza elettrica del boiler, con l'uscita in alternata dell' alernatore (110 volt non gli fanno male credo)...
Riempire il boiler-contenitore con olio usato di frittura...accendere il trattore a gasolio, farlo funzionare così quel tanto che basta perchè la resistenza del boiler scaldi per bene l'olio (poi si spegnerà da sola)...collegare il tubo di gomma al circuito di carburante del trattore e aprire il rubinetto dell'olio caldo, in seguito chiudere quello del diesel (per non creare bolle d'aria)...
il trattore funzionerà benissimo con l'olio caldo, e la resistenza entrerà in funzione ogni qual volta che l'olio si raffredderà (sempre a trattore acceso e alternatore funzionante)...
una volta che si è deciso di spegnere tutto, si fa l'operazione inversa, si apre il diesel, e poi si chiude l'olio e si scollega il tubo (un paio di rubinettini e un T per i due tubi)
credo che con una spesa pari a niente virgola zero ce la dovrei fare a non inquinare, e a non spendere soldi...

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 11 feb 2012, 20:14

L'idea di riscaldare l'olio è buona, ma il consumo della resistenza rischia di vanificare tutto. Quelle resistenze da scaldabagno consumano almeno 1Kw, per cui ti raddoppia paro paro il consumo di carburante, e rischi di non farti bastare la corrente per lavorare, oppure di non produrne abbastanza per ricaricare il banco esausto. Poi quei termostati di solito si regolano poco, e rischieresti di portare l'olio ad una temperatura troppo alta, invece deve raggiungere al massimo i 50°, un po' come d'estate quando fa molto caldo. Invece ti dò un'altra idea, che poi non è mia ma si usa sui mezzi (molto) pesanti d'inverno per non far gelare le paraffine contenute nel gasolio per autotrazione: arrotola un tubo di rame attorno al primo filtro del gasolio del tuo trattore (i FIAT di solito ne hanno 2.....), ci fai passare parte dell'acqua del raffreddamento, con un paio di raccordi e un rubinettino, e riscaldi ben bene il filtro. In questo modo puoi anche regolarti la temperatura dell'olio. 50° è quando comincia appena a scottare un po' sulle mani. Quando il motore è arrivato abbastanza su di temperatura fai lo scambio con l'olio e il gioco è fatto. Quando devi spegnere fai il contrario, come hai detto tu. Sono convinto che per te che ti arrangi bene un po' a tutto questo sistema ti riesce bene. Per arrotolare il tubo di rame senza farlo acciaccare, se hai un amico idraulico che ha la "piegatubi" può fartelo lui, facendo una serie di "curve" una di seguito all'altra ti fa una spirale, se devi far da te basta che riempi ben bene il tubo di sabbia fina e asciutta, turato forte ad una estremità, lo batti (piano che si acciacca tutto.....) tenendolo verticalmente sulla parte tappata, in modo che la sabbia si compatta e lo riempie completamente, quando battendo non scende più tappi anche l'altra parte e poi lo arrotoli intorno a qualcosa che abbia un diametro uguale a quello del filtro. Arrotolalo con una certa delicatezza, che il tubo di rame è duttile ma potrebbe rompersi, nel caso fai prima una frova su un pezzo. Duro a girarlo lo sarà senz'altro, ma con un po' di costanza e di pazienza dovresti riuscire. Non serve che sia tanto grosso, basta da 10mm di diametro, o uno simile, magari tra quelli che hai tu tra le cianfrusaglie. Più è fino e più si arrotola meglio, ci fai più spire attorno al filtro, ma l'acqua ci deve correre di più dentro, se è più grosso si acciacca più facilmente ed è più duro da piegare, ci fai meno spire ma l'acqua ci deve passare più lentamente. Fai un po' tu, che stai lì e vedi le misure fisiche delle cose. Da quì darti delle dritte più precise è abbastanza difficile. In alternativa potresti usare tubo per "manicotti di raffreddamento" di quello in gomma telata, più sottile che porta l'acqua ai radiatori interni dei riscaldamenti delle auto, dovrebbe avere un paio di cm di diametro esterno, con 12-14mm interno. A volte dagli autoricambi si trova a metraggio, di diverse misure. Uno con una decina di mm di diametro interno dovrebbe andar bene. Quello è facile ad arrotolare, ma su un diametro così piccolo rischia di schiacciarsi. Conduce un po' meno il calore verso l'esterno, ma alla fine regoli il tutto col rubinetto. Altri tipi di tubo in gomma o plastica finiscono per rammollirsi e rischiano di rompersi. Alla fine puoi fissare e coibentare il tutto (con queste temperature....) con qualche giro di stracci di lana o altro.
Divertiti. :D
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Barabbauz » 12 feb 2012, 10:52

qualcosa mi ingegnerò...potrei scaldare l'olio sulla stufa a legna, e poi mantenerlo caldo con la resistenza, che in questo caso consumerebbe pochissimo (si attiverebbe solo di tanto in tanto quando la temperatura scende troppo...)
ho letto in altri forum che la temperatura dell'olio deve essere veramente alta per eliminarne la viscosità...anche 100 gradi (bolle a 130 o 140°)...e poi la resistenza del boiler è tarata sui 50 in quanto nessuno si fa la doccia con l'acqua a 90 gradi...
ripeto...qualcosa inventerò...

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Barabbauz » 13 feb 2012, 21:41

Allora ecco le foto dell’alternatore…
L’ho fissato ad un banco-sega, ch era già atto a collegarsi alla presa di forza del trattore…
Essendo un trattore abbastanza piccolo, i giri della presa di forza sono molto bassi e per arrivare ai 1800 che richiede l’alternatore avrei dovuto rapportarmi come minimo 1-5 ovvero mettere sull’alternatore una puleggia da 100mm e sulla presa cardanica, una puleggia da 500mm…pericoloso e difficile da trovare..
Allora, la sega circolare era già rapportata 1-3, al posto della lama ho fissato una puleggia da 250mm di una vecchia barra falciante ormai tutta rotta, e sull’alternatore una puleggia da 100…morale della favola… ho ottenuto un rapporto di 1-7,5
Perfetto..il trattore al minimo senza quindi grandi consumi o rumore pauroso, permette di produrre 18 ampere a 110 volt (più o meno)…proprio quello che mi serviva per caricare tutto il pacco batterie…
In più, svitando 4 dadi e sostituendo la puleggia da 250 con la lama originale, torna a essere quella sega circolare (che uso 3-4 volte l’anno)…
alternato 3.jpg
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alternator 2.jpg
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alternator 1.jpg
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Ho pensato, visto che di potenza ce n’è, di collegare anche un alternatore di furgone (ne ho uno d recupero) su una delle cinghie così, ricarico allo stesso tempo anche il pacco a 12 volt che alimenta casa mia (solo il laboratorio è a 96)
Grazie a tutto il forum, e grazie soprattutto ad Ferro…il secondo pacco regalo, appena torno in Italia…Hvala puno svima!!!

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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 14 feb 2012, 9:21

Che dire: sei stato bravissimo..... Hai saputo sfruttare le tue risorse al meglio. ;)
Hvala puno svima = Grazie a tutti molto
Di niente! :D E' stata una soddisfazione anche per noi.
Nel pacchetto ricordati di metterci anche i semi di granturco, che se a primavera mi riesce mi rimetto a fare il contadino..... Coi tempi che corrono..... ;)
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 15 feb 2012, 21:40

Lasciando Barabba alla sua felicità, più che comprensibile, torno a parlare di quell'alternatore gemello del suo che stò rimettendo a posto.
Come ho già scritto più sopra, mi era stato regalato da Sabino, insieme al resto del gruppo uguale al mio che aveva lui, quello di questa foto:

Immagine

Piuttosto malridotto, in verità, lasciato alle intemperie da un bel po' di tempo. Il motore è andato completamente, non ha più compressione tanto che si gira con la mano sulla puleggetta per la funicella. Del tutto ho recuperato per prima cosa le ruote, che il mio gruppo non aveva, poi il generatore, quello che avete visto richiuso e riverniciato nelle foto sopra. Rimontato sul mio telaio insieme al motore funzionante e provato è andato benissimo al primo colpo, anche provato sotto sforzo attaccandoci una pistola per aria calda che assorbe 2Kw.
Rimesso nel suo angolino in garage, dove deve stare durante un eventuale funzionamento.

Immagine

Il trasformatore che vedete montato vicino per la traslazione 110-220V in realtà non è proprio il più adatto, trattandosi di un vecchio trasformatore per inverter industriali, col primario 80+80V ed un secondario a 415V, non ricordo bene quale origine abbia, anche se credo che Peppermit forse potrebbe darci qualche ragguaglio.

Immagine

Ho usato metà del primario collegato all'alternatore a 110V e sulle estremità prelevo i 220V. E' accroccato lì temporaneamente, mentre stò recuperando il trasformatore da 2Kw che era sul gruppo guasto. Quello lo smontai l'estate scorsa, per pulirlo e farlo asciugare bene, ho riverniciato le due calotte serrapacco con della vernice antiruggine, e oggi l'ho richiuso, ripulendo bene anche i contatti delle connessioni. Ora si presenta così:

Immagine

Provato sul banco, anche sotto carico, sembra che funzioni bene. Domani, tempo permettendo, finisco di sistemarlo e rimetterlo sul gruppo, poi metterò le altre foto.
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da maxlinux2000 » 15 feb 2012, 22:19

nelle tue mani un rottame torna nuovo... chissà se un giorno ti capita per le mani un land rover del 1960 :mrgreen: cosa mi combini

già che ci sei al prossimo restauro, usa colori un po' più vivi tipo il verde speraldo, giallo, rosso, viola, oppure al contrario, colori anticati tipo pergamena, seppia, terra di siena... :D
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Re: Alternatore ex Militare Americano: 120V 2,5Kw

Messaggio da Ferrobattuto » 16 feb 2012, 20:46

Ma difatti credo che quel trasformatore alla fine lo farò di quel verde che ho dato anche al generatore...... :mrgreen: Il colore grigio che vedi è quello dell'antiruggine. Non so se si è capito, ma a me piacciono più di tutti il verde e il marrone, in tutte le loro sfumature. :D
Ti dirò...... L'idea del Land Rover del '60 ce l'ho già avuta..... Il problema è che quì le considerano "roba di lusso", tipo "mezzo retrò", roba da collezionisti insomma, e se vuoi qualche pezzo di ricambio ti spellano vivo. Ce ne sono già alcune che girano in zona, di vari periodi, ma comunque abbastanza vecchie, ma le tengono "come la rosa all'occhiello", roba per pavoneggiarsi, tipo "io ce l'ho e tu no"..... Solite stronzate consumistiche. Questo però rovina il mercato a chi come noi le userebbe per quello che sono: muletti instancabili. Sarei capacissimo di metterla in garage e smontarla tutta pezzetto per pezzetto, lasciando il telaio nudo, da pulire e riverniciare, e poi rimontare il tutto cambiando (o riaggiustando, che si può fare.....) le parti rovinate fino a riportarla su come nuova, ma non per esibirla come fanno altri, semplicemente per avere una macchina semplice e affidabile da usare per gli anni a venire, senza preoccuparsi di doverci rimettere mano per molti anni. Purtroppo quì in Italia rognano molto con la storia dell'Euro 0, Euro 1, 2, 3, 4 ecc ecc...... E a quel punto o le omologhi come macchine d'epoca, con tutte le limitazioni del caso, o non se ne fa niente.
A suo tempo, i primi anni '70 quando ancora lavoravo in officina, un lavoro come quello che ti ho detto sopra lo feci con una Campagnola FIAT modello AR59. Lasciato il telaio pulito, rimboccolati tutti gli snodi e i supporti delle sospensioni, risaldata qualche crinatura da stress, verniciato e rimontato tutto. Era del socio del mio datore di lavoro, che aveva una tenuta di MOLTI ettari nell'alto Lazio, prevalentemente a bosco e pascolo, che la Campagnola poi la usò per quello che serviva, non per esibizionismo. Fu una bella soddisfazione..... Se una così o una Rover di quelle che dici tu adesso me la omologassero come mezzo agricolo, bhè, non ci penserei due volte! Sono rimasti gli unici mezzi che non debbano sottostare a revisione periodica, con tutte le rogne che poi ti ci fanno, e che pagano pochissima assicurazione.
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