Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 12 dic 2017, 18:55

La tensione minima di una batteria da 12V a fine scarica è di 10,5V. A quella tensione è completamente scarica. Per cui significa che la tensione di ogni singolo elemento è di 1,75V.
Quello che "forma" le piastre positive è l'ossigeno. Infatti si ricoprono di PbO², che è biossido di piombo. Immagino che le buste "premano" le bolle di ossigeno contro le piastre, ma potrebbe essere una "formazione superficiale". In realtà bisognerebbe vedere cosa succede quando il materiale attivo ha raggiunto un forte spessore, aumentando la capacità. A quel punto le correnti dovrebbero essere più leggere, per dar tempo al materiale attivo di caricarsi più profondamente. Altrimenti si rischia una "carica rapida", che è sempre incompleta e poco duratura.
Per favore..... Dovresti ripetermi che capacità ha la tua batteria. Se ho capito bene dovrebbe essere sui 3Ah. Con questa capacità la corrente di carica in C/10 dovrebbe essere di 0,3A per 12 ore, e se in C/20 0,15A per 24 ore. Ricordiamoci che il rendimento di un elemento al piombo-acido (che sia Planté o di altro tipo è uguale) è dell'80% circa tra energia immessa ed energia estratta.
Se poi si sta facendo una serie di cicli di formazione, in cui la corrente "produce" materiale attivo sulle piastre "scavando" nel metallo (l'ossigeno che si forma per elettrolisi sulle piastre positive si "combina" col piombo formando biossido di piombo) allora la carica va protratta ancora un po' di più ogni volta. Ovviamente in questo caso la capacità aumenta..... Per cui il rendimento è comunque abbastanza costante.
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Buone realizzazioni a tutti!
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 12 dic 2017, 20:43

Batteria ricaricata.
Con le piastre positive imbustate gli ampere di spunto sono arrivati a 300 con tensione a 12,25 volt.
Dopo varie prove è scesa a 290 ampere con tensione a 12,20 volt e poi a 280 ampere con tensione a 12,15 volt.
Posso dichiararmi soddisfatto.
Ora scarico la batteria e poi rifaccio il test con la rete plastificata.
Prima di scaricarla definitivamente eseguo i test di potenza.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 12 dic 2017, 22:26

Eseguito il test di potenza sulla batteria.
Mah ... qualcosa non torna.
Ricapitoliamo.
Ho tolto le mie piastre in piombo da una carcassa di batteria da 50 Ah come era in origine con le sue piastre impastate.
Le mie piastre in piombo erano nuove e le avevo collegate in serie per fare la formazione a 12 volt.
Visto che vi era parecchia difficoltà nel formarle le ho collegate tutte in parallelo.
Sono riuscito a portarle sino a 21 Ah ... che suddiviso per le 6 celle mi dava 3,5 Ah per cella.
Su un calcolatore la mia piastra positiva eroga circa 1,9 Ah ... dato che nella cella ci sono 2 positive dal calcolatore dovrei avere una cella da 3,8 Ah.
Dal momento che per me 3,5 Ah sono già sufficienti per portare le piastre sotto il fotovoltaico ho smontato la batteria.
Ho tolto le buste dalle positive e ho lavato tutte le piastre ... sia negative che positive.
Poi ho messo le piastre, senza imbustare le positive, in una carcassa di una batteria auto da 74 Ah e le ho collegate in serie.
Alla prima scarica ho collegato un carico da 200 mA e sono arrivato sotto gli 11,00 volt dopo neanche 10 ore di scarica ... ergo che la batteria ha una capacità di poco meno di 2 Ah.
Dato che il test di spunto della batteria era negativo rispetto ad altri test simili (solo 90 Ampere di spunto) ho deciso di tornare ad imbustare le piastre positive e ho rimesso il tutto dentro la carcassa della batteria da 50 Ah con le le piastre sempre collegate in serie.
Alla seconda scarica ho fatto 2 Test.
Il primo test era lo spunto ... che è passato da 90 ampere a 300 ampere.
Il secondo test è quello della potenza ... e questo test mi rende perplesso.
Sapendo che la batteria, come nei dati scritti nel messaggio precedente che confronta la potenza tra una cella Primordial e una cella del mio progetto, aveva una autonomia di 36 minuti con un carico pari alla potenza nominale in questo test siamo andati nettamente oltre.
Se la batteria nella seconda ricarica ha mantenuto i 2 Ah, cosa che non ho controllato perché non fatto una seconda scarica con un carico da 200 mA, con un carico da 2,3 Ampere è andata sotto gli 11,00 volt dopo ben 45 minuti di scarica ... questo vuol dire sfruttare l' energia che si ha in una cella, con un grosso carico, per almeno il 75% della sua capacità.
Solo una volta, l' anno scorso, sono arrivato a 50 minuti a parità di test.
Ora per sicurezza ricarico la batteria e la metto in scarica con un carico da 200 mA per vedere se è andata oltre alle 10 ore di accumulo.
Non penso che nella seconda ricarica sia passata da 2 Ah a, per ipotesi, 3 Ah ... in tutti i modi, anche se fosse, sarebbe un gran bel risultato per delle positive imbustate.
Fatto questo test di capacità smonto le positive, gli tolgo le buste e al loro posto gli metto la rete plastificata ... vediamo cosa cambia.
Ultima modifica di ITA815 il 12 dic 2017, 23:17, modificato 1 volta in totale.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 12 dic 2017, 23:13

Altra cosa che non scritto sono le tensioni di esercizio quando ho applicato un carico che è pari alla potenza nominale della batteria ... sempreché non sia cambiato nulla dalla scarica precedente che mi ha restituito una batteria da 2 Ah.
Densità acido a 1200.
Appena collegato il carico da 2 Ampere la batteria è scesa a 11,85 volt ... poi è risalita sino a 11,91 volt rimanendo su quella tensione per più di 10 minuti ... poi ha iniziato lentamente a scendere.
Con un carico da 200 mA la tensione di inizio scarica si stabilizza a 12,16 volt senza fare dei sali e scendi di tensione.
La caduta di tensione repentina a fine scarica la si è avuta a 11,85 volt ... ci ha messo 3 minuti per scendere da 11,85 volt a 10,99 volt.
Anche in questo caso la tensione di esercizio con un carico così grosso è veramente elevata.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 12 dic 2017, 23:48

Ferrobattuto ha scritto:
12 dic 2017, 18:55
La tensione minima di una batteria da 12V a fine scarica è di 10,5V. A quella tensione è completamente scarica. Per cui significa che la tensione di ogni singolo elemento è di 1,75V.
Quello che "forma" le piastre positive è l'ossigeno. Infatti si ricoprono di PbO², che è biossido di piombo. Immagino che le buste "premano" le bolle di ossigeno contro le piastre, ma potrebbe essere una "formazione superficiale". In realtà bisognerebbe vedere cosa succede quando il materiale attivo ha raggiunto un forte spessore, aumentando la capacità. A quel punto le correnti dovrebbero essere più leggere, per dar tempo al materiale attivo di caricarsi più profondamente. Altrimenti si rischia una "carica rapida", che è sempre incompleta e poco duratura.
Per favore..... Dovresti ripetermi che capacità ha la tua batteria. Se ho capito bene dovrebbe essere sui 3Ah. Con questa capacità la corrente di carica in C/10 dovrebbe essere di 0,3A per 12 ore, e se in C/20 0,15A per 24 ore. Ricordiamoci che il rendimento di un elemento al piombo-acido (che sia Planté o di altro tipo è uguale) è dell'80% circa tra energia immessa ed energia estratta.
Se poi si sta facendo una serie di cicli di formazione, in cui la corrente "produce" materiale attivo sulle piastre "scavando" nel metallo (l'ossigeno che si forma per elettrolisi sulle piastre positive si "combina" col piombo formando biossido di piombo) allora la carica va protratta ancora un po' di più ogni volta. Ovviamente in questo caso la capacità aumenta..... Per cui il rendimento è comunque abbastanza costante.
Mi era scappato questo messaggio perché è comparso al cambio di pagina.
Chiedo scusa a tutti per non aver precisato una cosa importante per quello che riguarda i fattori di fine carica, fine scarica e altri fattori.
Quello che hai scritto, Ferrobattuto, è tutto vero per quel che riguarda le tensioni di fine carica e tutto il resto ... ed è tutto vero anche il resto.
Solo che io non uso quei parametri ... semplicemente perché sono parametri al di fuori del mio inverter.
Gli inverter "cinesi" come il mio, che sono i più diffusi, non arrivano a 1,75 volt per cella a fine scarica ... si fermano a 1,83 volt e poi vanno in CutOff.
Quindi tutti i dati che inserisco, quando una cella o una batteria ha una densità di acido a 1200, sono riferiti, per esempio, ad un C10 quando una cella arriva entro i limiti del mio inverter e non entro gli 1,75 volt ... il limite del mio inverter per cella è a 1,83 volt ... questo mi serve per avere dati effettivi e operativi reali.
Quando sono in formazione con densità di acido inferiori ai 1200 calcolo la capacità della cella partendo dalla tensione in cui si stabilizza la tensione della cella ad inizio scarica, mettiamo per ipotesi 1,93 volt, e scendo di tensione di 2 decimi di volt ... questo vuol dire che quando la cella arriva a 1,73 volt è arrivata a fine scarica e da questo range di lavoro calcolo l' accumulo o la capacità della mia cella.
Questo perché le mie piastre già a 1,83 volt hanno una caduta di tensione verticale ... da 1,83 volt a 1,73 volt passano solo 2 minuti.
Per cui i dati che inserisco con densità dell' acido a 1200 sono dati effettivi come se le mie celle stessero lavorando con i parametri del mio fotovoltaico ... sono dati effettivi e reali di funzionamento.
Chiedo scusa se non ho precisato questo fattore importante sin dall' inizio dei miei post.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 0:37

Ho da fare un' altra precisazione.
Perché ho studiato e progettato questo tipo di piastre ?
Semplicemente perché il mio impianto fotovoltaico è limitato.
Il mio impianto fotovoltaico ha 1 KW/p a 24 volt con 200 Ah di batterie con piastre impastate le quali vengono scaricate al 50% della loro capacità.
Il carico che ho applicato giornalmente sul mio impianto si orienta su una media di 500 Watt/ora dove i picchi più elevati si hanno verso l' orario di cena i quali raggiungono anche i 900 Watt e oltre per qualche ora ... di giorno siamo tra i 250 watt e 450 watt.
Il resto dell' energia prodotta va alle batterie.
Con le batterie comuni stazionarie, o anche quelle delle batterie auto, ho il problema del carico ... questo perché quando il carico, di sera, si porta vicino ai 1000 watt la caduta di tensione è elevata e l' inverter va in CutOff senza aver scaricato le batterie.
Questo è il motivo che mi ha portato a fare tanti tipi di piastre ... e alla fine, anche se per caso, sono riuscito a costruire una piastra in grado di sentire molto poco il peso del carico ... questo fa in modo di poter scaricare quasi al 100% l' energia delle mie batterie, o celle, anche se il carico è elevato.
Qualcuno mi aveva risposto dicendo di raddoppiare il pacco batterie portandolo a 400 Ah.
E' vero ... se raddoppio il pacco batterie ho risolto tutti i miei problemi.
Ci sta solo un problema ... il mio impianto fotovoltaico riesce a malapena a caricare battere o celle per 200 Ah ... per cui non riuscirei mai a caricare 400 Ah di celle e il problema, di base, resta.
Con questo progetto di piastre riesco a caricare celle per 200 Ah con il mio piccolo impianto fotovoltaico e riesco a scaricarle quasi completamente anche se il carico è elevato ... e in questo modo ottengo il massimo dal mio impianto fotovoltaico e dalle mie celle.
Soluzioni migliori al momento non ne ho trovate.
Questo, in sintesi, è il mio progetto nel suo complesso.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:27

Costruzione della piastra che andrà sotto il mio impianto fotovoltaico.
Si parte dalla sagoma dove verso il piombo fuso.
Allegati
Piastra contenimento piombo - 22-03-2016.jpg
Piastra contenimento piombo - 22-03-2016.jpg (105.7 KiB) Visto 6510 volte

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Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:27

Ne esce una piastra grezza come si vede in questa foto.
Allegati
Piastre in piombo grezze.jpg
Piastre in piombo grezze.jpg (97.94 KiB) Visto 6510 volte

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Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:31

Poi la piastra viene posta davanti ad una dima in ferro con 187 fori con diametro di 6 millimetri.
Dopo che ho fatto i fori la piastra in piombo ha questo aspetto.
Allegati
Piastra forata con bave.jpg
Piastra forata con bave.jpg (120.98 KiB) Visto 6509 volte
Ultima modifica di ITA815 il 13 dic 2017, 1:36, modificato 1 volta in totale.

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Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:32

Dopo la raspatura e la finitura esce questa piastra.
Allegati
dettaglio piastra definitiva.jpg
dettaglio piastra definitiva.jpg (139.46 KiB) Visto 6509 volte

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:34

In definitiva.
Dalla fusione alla piastra finita mi serve un' ora di lavoro.
La piastra ha dimensioni 14X10 centimetri e 3 millimetri di spessore.
Ha 187 fori con diametro 6 millimetri per foro.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 1:51

Vorrei sapere il perché non riesco a rieditare o correggere alcuni messaggi scritti da me ... tipo quelli dove ci sono delle citazioni o anche messaggi normali.
Non posso neanche cancellarli per rifarli.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 3:29

Sto osservando la scarica della mia batteria seduto qui davanti al mio pc in casa mia al calduccio.
La batteria è in garage ma ho un collegamento intranet che mi fa vedere sul secondo monitor del mio pc i tester che mi indicano la tensione della batteria e il tutto viene registrato su hardisk.
Ho notato che dopo una scarica con un grosso carico la scarica successiva eseguita con un carico C10 ha una tensione che si attesta ad inizio scarica su una tensione più bassa ... e questa è una cosa ripetuta e che ho sempre visto e non capisco il motivo.
La tensione, in questa scarica, ha fermato la sua caduta, ad inizio scarica, sui 12,10 volt.
Nella scarica precedente eseguita con lo stesso carico la tensione ad inizio scarica stazionava a 12,16 volt (se non vado errato).
Anche la tensione di fine carica si è alzata ... poca roba ma si è alzata.
La corrente di carica è rimasta quella ... 1,5 Ampere.
Questi alti e bassi nelle ricariche quando i carichi cambiano continuamente non li ho mai capiti.

Altra cosa che fa la differenza di questo tipo di piastra è la capacità di erogare la quantità di energia che gli dai con la ricarica.
Ferrobattuto scrive, giustamente, che generalmente una cella restituisce circa l' 80% della energia che gli viene data ... in effetti anche le mie piastre in piombo compatto senza fori stavano entro quei dati.
Sulle piastre forate invece no.
Queste piastre riescono ad erogare oltre il 95% della energia che gli viene dato in ricarica.
A questo punto mi sono meravigliato di tutti questi risultati per cui ho fatto una ricerca dettagliata in internet ed è saltato fuori che questa tipologia di piastra l' avevano già sperimenta prima del 1900.
Non era uguale alla mia ... anzi ... completamente diversa ... ma il concetto era uguale ... al posto dei fori vi erano delle lamine sottili all' interno della superficie delle piastre.
Anche quelle piastre erano altamente efficienti ma le lamine erano troppo sottili e andavano a ramengo in poco tempo.
Ho visto anche foto dell' epoca dove si vedevano piastre forate ma con diametri e spessori completamente differenti.
Poi, tramite un francese, mi sono fatto tradurre parte di alcuni libri storici in suo possesso dove spiegavano i pregi e difetti delle varie tipologie di piastre ... libri dei primi del 900 ... alcuni mi sembra anche del 1930 dove si tira le somme sui vari tipi di accumulatori progettati dal 1859 sino a quei tempi.
Resta il fatto che alla fine di tutto non mi sono inventato un bel niente ... già esisteva la piastra forata ... anche prima del 900.
Mi chiedo allora ... perché è stata abbandonata visto le prestazioni che riesce ad avere ?
La risposta del francese è stata "allora non esisteva il fotovoltaico e certe esigenze non erano contemplate.
Si è optato per piastre ad alta capacità perché andavano inserite in tram e filobus dell' epoca e se la potenza era ridotta inserivano più batterie per sopperire a quel tipo di carenza".
Senza contare gli altri usi dell' epoca ...
In pratica a quei tempi non ci stava un limite di ricarica come lo si ha con un impianto fotovoltaico dove devi massimizzare i tempi brevi di ricarica regolati dal sole.
Per cui le piastre forate o con lamelle interne sono state soppiantate per piastre lamellari normali come fanno ora per avere il massimo della capacità.
Poi questo francese è un patito di questo argomento e si diletta da un sacco di tempo su queste cose nel suo tempo libero.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Dolomitico » 13 dic 2017, 8:59

Bellissimo, complimenti ancora,.
Ti rispondo velocemente, intanto l idea é ottima dei fori col trapano, e mi trovi d accordo sul discorso dello spunto, é un problema che ho avuto anch'io, sono arrivato a tirare 130 ah sulle mie batterie da 240ah,co i pannelli in funzione, senza questi la tensione crollerebbe fino a spegnersi tutto.
Hai mai pensato di riempire di ossidi i fori che hai creato? Con una griglia cosi robusta credo che miglioreranno di parecchio le prestazioni. E non sono griglie fragili.
Che ne diresti di invitarlo qui con noi questo Francese? Ho letto un po' della sua prova che pare abbia realizzato anche bene, credo che anche gli altri concordino sarebbe interessante discuterne assieme in merito.
Bel lavoro davvero.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 11:56

Dolomitico ha scritto:
13 dic 2017, 8:59
Bellissimo, complimenti ancora,.
Ti rispondo velocemente, intanto l idea é ottima dei fori col trapano, e mi trovi d accordo sul discorso dello spunto, é un problema che ho avuto anch'io, sono arrivato a tirare 130 ah sulle mie batterie da 240ah,co i pannelli in funzione, senza questi la tensione crollerebbe fino a spegnersi tutto.
Hai mai pensato di riempire di ossidi i fori che hai creato? Con una griglia cosi robusta credo che miglioreranno di parecchio le prestazioni. E non sono griglie fragili.
Che ne diresti di invitarlo qui con noi questo Francese? Ho letto un po' della sua prova che pare abbia realizzato anche bene, credo che anche gli altri concordino sarebbe interessante discuterne assieme in merito.
Bel lavoro davvero.
Il test del riempimento dei fori con gli ossidi di residuo delle piastre lo già fatto.
Ecco le immagini.
Le piastre erano state imbustate e dopo 15 giorni di formazione ecco era l' ossido sulle positive.
Sulle negative era successa la stessa cosa.
Gli ossidi li ho trattati ... per prima cosa li ho asciugati ... poi ho fregato il frullatore a mia moglie e li ho polverizzati.
Poi ho pressato la polvere di ossido con il mio peso dentro i fori (90 chiletti è il mio peso).
Come si vede l' ossido non è rimasto al suo posto e non sono riuscito a trovare una foto della stessa piastra quando lo ripulita.
Ma posso affermare che le ultime 2 righe di fori in basso alla piastra l' ossido si era solidificato e per toglierlo dai fori ci voleva una discreta pressione con un cacciavite.
Diciamo che è un bel modo per rendere operative subito le piastre e avere una capacità leggermente superiore ... ma nulla di più.
Servono più passaggi di ossido nei fori e più tempo di formazione per solidificare gli ossidi su tutti i fori.
Resta poi il problema della potenza ... con i fori tutti ostruiti dagli ossidi di quanto cala la potenza della piastra ?
Per quello che riguarda il francese ... è già informato riguardo al sottoscritto che scrive su questo forum ... ma contattarlo per chiedergli di venire qui ... non mi sembra corretto per l' atro forum.
Se lo fa lo farà spontaneamente.
Allegati
Positiva piombo-impastata 2.jpg
Positiva piombo-impastata 2.jpg (111.34 KiB) Visto 6486 volte
Positiva forata con ossido aggiunto.jpg
Positiva forata con ossido aggiunto.jpg (123 KiB) Visto 6486 volte
Polvere di ossido negativo.jpg
Polvere di ossido negativo.jpg (69.46 KiB) Visto 6486 volte
Polvere di ossido positivo.jpg
Polvere di ossido positivo.jpg (62.61 KiB) Visto 6486 volte

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Dolomitico » 13 dic 2017, 12:54

Tranquillo che non volevo portare via niente a nessuno, solo che se cé qualcuno a cui piace sperimentare sugli accumulatori ci fa sempre piacere se vorrebbe discuterne con noi.
Se ne é a conoscenza é sufficente, poi vedrà lui.
Caspita, hai fatto un grande lavoro di testaggio, io ho un manuale che spiega che gli ossidi applicati devono essere incollati in un certo senso, ma devo guardare meglio, ho letto dopo che ti ho scritto che, la tua prova era specificamente x le piastre in piombo pyro, quindi é già annullato il discorso ossidi.
I manuali di quegli anni li abbiamo trovati anche noi, tu nello specifico parli delle piastre piane o della versione Kebath, che era quella satola in piombo con tutti i lamierini all interno.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 13:13

Tempi di permanenza sulle varie tensioni della batteria in fase di scarica.
Il carico è di 200 mA.
Tempo di scarica 10 ore da inizio scarica sino a 10,99 volt.
Si parte con il conteggio da uno step minimo di un minuto di permanenza su una determinata tensione.
Il tempo che trascorre da inizio scarica sino al primo step di un minuto di permanenza viene conteggiato nel suo globale.

Da inizio scarica sino a 12,14 volt il tempo di scarica è di 14 minuti.
Tensione 12,13 volt - tempo di permanenza 46 minuti.
Tensione 12,12 volt - tempo di permanenza 50 minuti.
Tensione 12,11 volt - tempo di permanenza 36 minuti.
Tensione 12,10 volt - tempo di permanenza 35 minuti.
Tensione 12,09 volt - tempo di permanenza 33 minuti.
Tensione 12,08 volt - tempo di permanenza 31 minuti.
Tensione 12,07 volt - tempo di permanenza 28 minuti.
Tensione 12,06 volt - tempo di permanenza 20 minuti.
Tensione 12,05 volt - tempo di permanenza 18 minuti.
Tensione 12,04 volt - tempo di permanenza 15 minuti.
Tensione 12,03 volt - tempo di permanenza 13 minuti.
Tensione 12,02 volt - tempo di permanenza 12 minuti.
Tensione 12,01 volt - tempo di permanenza 11 minuti.
Tensione 12,00 volt - tempo di permanenza 10 minuti.
Tensione 11,99 volt - tempo di permanenza 10 minuti.
Tensione 11,98 volt - tempo di permanenza 11 minuti.
Tensione 11,97 volt - tempo di permanenza 11 minuti.
Tensione 11,96 volt - tempo di permanenza 12 minuti.
Tensione 11,95 volt - tempo di permanenza 12 minuti.
Tensione 11,94 volt - tempo di permanenza 13 minuti.
Tensione 11,93 volt - tempo di permanenza 14 minuti.
Tensione 11,92 volt - tempo di permanenza 18 minuti.
Tensione 11,91 volt - tempo di permanenza 21 minuti.
Tensione 11,90 volt - tempo di permanenza 13 minuti.
Tensione 11,89 volt - tempo di permanenza 12 minuti.
Tensione 11,88 volt - tempo di permanenza 11 minuti.
Tensione 11,87 volt - tempo di permanenza 10 minuti.
Tensione 11,86 volt - tempo di permanenza 17 minuti.
Tensione 11,85 volt - tempo di permanenza 16 minuti.
Tensione 11,84 volt - tempo di permanenza 12 minuti.
Tensione 11,83 volt - tempo di permanenza 07 minuti.
Tensione 11,82 volt - tempo di permanenza 04 minuti.
Tensione 11,81 volt - tempo di permanenza 02 minuti.
Tensione 11,80 volt - tempo di permanenza 01 minuti.

Da 11,79 volt a 10,99 volt il tempo di accumulo è di 08 minuti.
I tempi di scarica per ogni tensione sono stati arrotondati per comodità di calcolo.

Non capisco queste tensioni con tempi un po' altalenati.
Vediamo in futuro se cambia qualcosa.
La cella della batteria che si scarica per prima è la cella 2 partendo da sinistra.
La seconda cella cede dopo 2 ore aggiuntive di scarica con il carico che da 200 mA passa a 180 mA.
La terza cella cede dopo altri 21 minuti di scarica e così via di seguito.
Sicuramente l' aver lavato le piastre ha un po' destabilizzato il tutto.
Vediamo più avanti sa si stabilizza.
Nel frattempo che scrivo la seconda scarica effettuata con un carico da 200 mA ha restituito un tempo di accumulo entro i 10,99 volt pari a 10 ore e 35 minuti.
Per cui il test e i dati di potenza eseguito nella scarica precedente sono in linea con il carico C10 ... non sarà certo 35 minuti di accumulo a cambiar di molto il valore del test di potenza ... anche perché i 35 minuti in più li ho avuti in questa scarica ... magari nella scarica precedente la cell avrebbe guadagnato solo 15 minuti di accumulo ... per cui siamo li con i dati.

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ITA815
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 13:37

Dolomitico ha scritto:
13 dic 2017, 12:54
Tranquillo che non volevo portare via niente a nessuno, solo che se cé qualcuno a cui piace sperimentare sugli accumulatori ci fa sempre piacere se vorrebbe discuterne con noi.
Se ne é a conoscenza é sufficente, poi vedrà lui.
Caspita, hai fatto un grande lavoro di testaggio, io ho un manuale che spiega che gli ossidi applicati devono essere incollati in un certo senso, ma devo guardare meglio, ho letto dopo che ti ho scritto che, la tua prova era specificamente x le piastre in piombo pyro, quindi é già annullato il discorso ossidi.
I manuali di quegli anni li abbiamo trovati anche noi, tu nello specifico parli delle piastre piane o della versione Kebath, che era quella satola in piombo con tutti i lamierini all interno.
Esatto.
Quella era una di quelle piastre.
Poi il francese ne ha tirate fuori altre di foto con macchinari che costruiscono le piastre partendo da una piastra grezza e la porta ad una piastra lamellare con lamelle così fitte e sottili che non riuscivo a capire come quella macchina riuscisse a fare quel lavoro.
Poi il francese mi ha spiegato in parole povere che le piastre durante la lavorazione venivano pressate con un peso o pressione di 20.000 forse di chilogrammi o di altra misura di pressione che ora non ricordo.
Insomma ... cose che a livello casalingo di certo non riesci a fare.
Per quello che riguarda i vari livelli di testaggio delle piastre, e non solo piastre, ne ho fatti veramente tanti.
Nell' altro forum in quasi 2 anni ho scritto in 270 pagine sino ad ora ... fatti i tuoi conti.
Comunque per quello che riguarda i test su nuove tipologie di piastre sto entrando in contatto con una persona che ha un banco fresa di precisione per micro lavori ... con quella fresa ho in mente un progetto di una piastra molto più avanzata rispetto a quelle che ho fatto sino ad ora.
Oggi lo contatto e poi vediamo se è possibile fare quel tipo di piastre in piombo con la sua fresa ... gli ho mandato una email ieri e mi ha detto di telefonargli ... questo è già un buon segno perché forse si riesce a fare anche se è abbastanza complicato crearle.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 13 dic 2017, 14:27

Per rispondere a qualche tua domanda (sei un vulcano! :woot: ) sui tempi e sulle correnti:
Il materiale attivo che si forma sulle piastre con successive cariche e scariche ha un certo spessore ed una certa consistenza. Se ben fatto, come sembra almeno fin'ora dai tuoi lavori, resta solido sulla loro superficie. Quando scarichi (ma anche quando carichi) corrente dalla piastra il primo a reagire è lo strato esterno dello spessore, per cui se scarichi velocemente la tensione scenderà più velocemente della effettiva capacità in Ah che avrebbe se fosse scaricato più lentamente. Se fai una scarica veloce parziale vedrai che la tensione cala subito, poi continuando a scaricare lentamente la tensione rimane stabile o quasi stabile per lungo tempo. Se la scarica lenta che segue quella veloce è molto lenta vedrai che la tensione addirittura risale. Questo perché interviene la parte sottostante dello spessore del materiale attivo a "cedere" carica allo strato più superficiale scaricato velocemente. Per questo motivo la capacità varia secondo la velocità di scarica. Ad esempio, una batteria da 100Ah avrà quella capacità solo se scaricata in 20 ore, in 10 ore ne avrà ad esempio il 90%, se scaricata in 5 ore molto di meno, fino ad arrivare ad una velocità di scarica in C/1 in cui darà al massimo il 40 o 50% della sua capacità totale. È anche il motivo per cui le case produttrici "serie" danno capacità differenti secondo i vari coefficienti di scarica.
Lo "spunto" è tutta un'altra cosa, è molto assimilabile ad una corrente di cortocircuito, che praticamente "distrugge" temporaneamente (ma a forza di "spuntare" lo fa definitivamente) la carica superficiale delle piastre. La corrente di spunto praticamente è proporzionale alla superficie affacciata al liquido delle piastre. Per questo le piastre delle batterie da avviamento sono tante e sottilissime, in questo modo anche una batteria di capacità limitata può erogare centinaia di ampere per tempi brevissimi. Infatti se un'auto ha difficoltà di avviamento con pochi secondi di insistenza la tensione scende a picco.
Ricordiamoci però che gli spunti generano calore, e alterano la composizione chimica del materiale attivo generando deformazioni che alla lunga lo sfaldano, e se questo sulle Fauré è tollerato meglio perché il materiale è più poroso grazie al fatto che viene pressato (con qualche tonnellata......) sulle griglie, nelle Planté dove invece si "forma" e si compatta per reazione chimica col metallo sottostante, viene tollerato molto ma molto meno. Se così non fosse tutti gli accumulatori al piombo esistenti sarebbero dei Planté......
Per quel che riguarda il fatto che i tuoi pannelli sono pochi e (in teoria) non glie la farebbero a ricaricare 400Ah, non mi trovi d'accordo: una volta caricate BENE inizialmente l'importante è scaricarle come se fossero da 200Ah. ;) Lo so, è una seccatura in più, ma la loro durata sarebbe almeno quattro o cinque volta maggiore.
Per il resto mi associo a Dolomitico nel dirti che hai fatto un gran lavorone di testaggio e sperimentazione. Chi dall'altra parte non ti ha seguito ha veramente perso qualcosa......
Stavo pensando che se tu avessi una piccola pressa, anche fatta con un crick a bottiglia, la lavorazione delle piastre sarebbe molto più veloce. Per forare le piastre basterebbe un punzone e una leva, che il piombo è tenero, e per irruvidire le superfici forse potresti pressarci sopra una sottile retina di ferro (tipo quella dei setacci). Ma immagino che ognuno si arrangi come può..... :D

Per favore, non citare completamente gli scritti altrui, si allungano le pagine e si ha il solito problema, basta citare qualche riga, oppure scrivere "@ Ferrobattuto" oppure "@ Dolomitico", ecc ecc.
Grazie.

È probabile che non ti riesca a modificare i post solo dopo che qualcuno ha risposto, forse appena scritti ti è possibile farlo.
Inviato manualmente dal mio vecchio e sgangherato, ma fedele computer

Buone realizzazioni a tutti!
Ferrobattuto

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 13 dic 2017, 15:45

Ok per quello che riguarda la digitatura dei messaggi con le citazioni.
Sono pienamente d'accordo sul fatto che lo spunto danneggia sia ossidi che piastre ... ma nel mio caso lo lego al discorso dell' erogazione di corrente e non per lo spunto stesso.
Io ho notato che più spunto ha una batteria e minore è la caduta di tensione a parità di carico ... quindi ... se minore è la caduta di tensione più aumenta il tempo di alimentazione erogato delle batterie che alimentano il fotovoltaico nelle ore serali il quanto il CutOff si allunga nel tempo ... e quindi ... più le batterie riescono a stare dentro il CutOff dell' inverter e più la percentuale di scarica delle batterie aumenta.
In sostanza se devo avere un pacco celle da 400 Ah per sfruttarle al 50% e avere poi una caduta di tensione elevata che mi portano ad un uso sempre limitato per quello che riguardano i carichi ... preferisco avere un pacco celle da 200 Ah che posso tranquillamente caricare appieno e fruttarne tutta l' energia senza alcun tipo di riserva .,. come lo si avrebbe se hai un pacco celle da 400 Ah che poi le scarichi solo al 50% per non deteriorarle.
Se non vado errato le Plantè non fanno una piega se si effettuano scariche profonde ... per cui ... non ha senso fare un pacco celle da 400 Ah per poi non sfruttarle a pieno.
Sul discorso che il mio fotovoltaico non sia in grado di caricare celle Plantè per 400 Ah scaricate al 50% e chiaro che riesce invece a caricarle se si scaricano solo per metà ... io dicevo che non riesco a ricaricare con il mio fotovoltaico pacchi di celle da 400 Ah Plantè completamente scariche ... e di questo ne ho la certezza assoluta.
Ho telefonato alla persona che ha il banco fresa computerizzato.
Un certo tipo di lavorazione che volevo fare non si riesce ad eseguire sulla fresa ma solo su fusione di 2 facciate messe assieme.
Mi ha proposto una alternativa che reputo per certi versi migliore.
Appena può mi invia un prospetto di immagini tridimensionali eseguite con il Cad della fresa per valutarne forme e superfici ... vi terrò aggiornati.

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