Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 20 dic 2017, 19:12

Non è per fare il guastafeste.... Ma non ti pare che 200€ per elemento sia troppo?
guarda qui: http://www.ryanenergia.com/faam_batteri ... _p934.html
2V e 700Ah a 259€......
È roba che se è usata bene dura vent'anni, mica bruscolini.
Batterie autocostruite convengono solo se si usano materiali di recupero, oppure roba commerciale a basso costo. Se devi spendere così tanto e usare materiali nuovi tanto vale acquistarle già fatte.
Hal9000 le sue "cilindriche" le ha fatte tutte con materiale di recupero, tolto da vecchie batterie guaste, usando secchi della vernice come contenitori, ecc ecc.
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 21 dic 2017, 19:03

La nuova cella in progetto, dopo uno studio più attento, non è conveniente per quello che riguarda i costi e la durata degli accumulatori.
Progetto abortito.
Resta valida la struttura e i materiali per la costruzione del contenitore ma per il piombo dobbiamo trovare una soluzione diversa.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 22 dic 2017, 16:14

Ho avviato un nuovo tipo di formazione ... a dire il vero sono 2 i tipi di formazione.
Il primo sistema di formazione è stato suggerito dal francese prendendo spunto da un metodo di formazione usato da Mister Tudor.
Ho dei dubbi che possa funzionare però tentar non nuoce.
E' un tipo di formazione che si esegue in 2 step.
Il primo step consiste nel caricare una cella composta da 1 positiva e 2 negative 14X10 centimetri lisce con una tensione che non supera i 2,00 volt e si esegue un consolidamento su quella tensione per 2 ore.
Poi si mette in scarica la cella con un carico da 175 mA mandando a tensione zero la cella e la si lascia a zero per 2 ore e poi si ripete il ciclo.
Questo step viene eseguito sino a quando la cella raggiunge le 2 ore e 20 minuti di accumulo ... non conosco la tensione di fine scarica ... poi me lo dirà.
Il secondo step è identico al primo ma ha correnti di carica più alte mantenendo sempre i 2,00 volt di tensione di fine carica ... verrà applicato poi un carico di 320 mA per scaricare la cella ... ma anche qui ho dati incompleti ... più avanti man mano che mi arrivano i dati poi li scrivo.
La densità dell' acido che viene utilizzata è pari a 1015.

Partendo da questa base ho cambiato la formazione della cella che ha 2 positive e 3 negative ove la formazione non andava avanti un granché.
Con una densità di acido più o meno a 1000 ho messo in carica la cella.
A cella scarica il colore delle positive è di colore marrone chiaro e le negative sono di colore grigio chiaro.
Con una carica, che ora non ricordo la corrente applicata, la tensione di fine carica arriva a 2,60 volt stabili.
Appena raggiunta quella tensione i colori delle positive erano di colore grigio/marrone scuro sulla superficie e internamente erano marroni e le negative avevano un colore grigio più scuro.
Dopo 2 ore di consolidamento con tensione fissa a 2,60 volt le positive sono diventate di colore marrone molto scuro e le negative hanno le facciate quasi nere.
Ora lo messa in scarica con il solito carico da 150 mA ... nella scarica precedente aveva 6 ore di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con densità acido a 1100 ... vediamo che accumulo andrò ad ottenere con questa colorazione delle piastre e con densità acido a 1000.
Al momento la tensione di inizio scarica si è stabilizzata a 1,85 volt ... calcolerò il tempo di scarica della cella arrivando ad una tensione di fine scarica pari a 1,65 volt.
Comunque non ho mai visto le colorazioni delle negative così diverse da cariche e da scariche.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 22 dic 2017, 20:29

Ho una domanda: come hai fatto a realizzare una densità di 1000 g/L ?
1000 g/L significa che c'è solo acqua...... Che pesa giusto 1000 grammi per litro.
L'acido solforico pesa circa 1850 g/L. Mescolandolo all'acqua ne aumenta il peso specifico, che poi è quello che misura il densimetro.
Queste sotto sono due tabelle scannerizzate dal mio manuale sulle batterie.
Accumulatori08.JPG
Accumulatori08.JPG (44.63 KiB) Visto 8516 volte
Accumulatori09.JPG
Accumulatori09.JPG (40.91 KiB) Visto 8516 volte
Come credo di aver già scritto sopra, se non c'è abbastanza acido, oltre che aumentare fortemente la resistenza interna della cella, non può nemmeno funzionare bene la conversione piombo-solfato sulle negative. Certamente si produce ugualmente elettrolisi, che forma ossido sulle positive, ma la capacità alla scarica sarà comunque minore e più bassa del necessario.
Il manuale completo lo trovi qui: viewtopic.php?f=133&t=268#p4661 insieme ad altri manuali e tabelle per altre cose.
Tra le altre cose in quei manuali è spiegato anche quale siano le reazioni chimiche e la densità ottimale dell'elettrolita. Forse è utile per evitare prove a vuoto, tanto la tecnologia degli accumulatori al piombo ormai ha due secoli......
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 22 dic 2017, 21:19

D'accordo ... ci studio sopra ... nel frattempo ti ringrazio.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Dolomitico » 22 dic 2017, 21:43

ITA815 ha scritto:
16 dic 2017, 2:24
Ora eseguirò, con le stesse piastre, un nuovo test di formazione.
Partirò con una densità di acido a 1050 ... forte corrente di carica sino a far diventare la positiva nera e inversione di polarità diretta, senza scarica, con poca corrente di carica per una prima parte di inversione molto lenta ... una volta che arriva a 1,80 volt alzo la corrente di carica sino a far diventare la positiva nera ... poi altra inversione di polarità ... e via così.
Scusa ma a me questa procedura sembra scorretta.
Vado così a mente,ma durante la scarica normale si hanno delle reazioni ben conosciute,l'ossigeno delle positive reagisce con l'acido e l'idrogeno a questo legato si ricongiunge formando acqua,è una sorta di cella a combustibile liquida,l'abbiamo già visto.
Questo dura fino alla completa scarica,momento in cui le piastre sono virtualmente identiche in chimica,infatti il potenziale elettrico cala drasticamente,alla successiva ricarica la corrente immessa spaccano di nuovo le molecole d'acqua e l'ossigeno si accumula sulle positive ossidando il piombo,e l'idrogeno si fissa sulle negative.Stessa cosa di quello che succede in una cella a combustibile,solo che qui i gas sono presurizzati in bombole.
Se si passa dalla completa carica,alla ricarica invertita viene da sè a capire che si sta forzando una celle polarizzata,a ricaricarsi al contrario,ma senza passare per lo zero volt.
Non so questo come possa influire sugli ossidi,i positivi carichi di ossigeno si trovano non a cedere l'ossigeno e sucessivamente incamerare l'idrogeno quando passano in negative,ma vengono fin da subito forzate a passare dall'ossigeno all'idrogeno,magari inescando reazioni sulla superfice della piastra.
Io se dovessi fare queste prove terrei le negative originali,quelle faure impastata,e sostituirei le positive con delle plantè.
Questo perchè le plantè all'inizio hanno una bassa capacità,ma col tempo man mano che il piombo si ossida la capacità aumenta e ci deve essere superfice attiva sulle negative per assorbire questo aumento di capacità.
Questo avviene per tutti gli accumulatori in commercio,anche le nicd o le agm hanno tutte un eccesso di negative per compensare un'eventuale aumento di capacità sulle positive.
Inoltre da quello che so io su una piastra da 1 o 2 mm da mezzo kilo scarso la danno a 7 ah per pound inglese (circa 400gr)
Se interessa qualcuno questo è il manuale da cui rilevo i dati:
https://www.amazon.it/Battery-Builders- ... 0983784752
Non intendo che lo compriate,ormai bene o male i dati sono tutti qui sul forum,ma giusto per citarne la fonte.
Una cosa da aprofondire è la colla con cui intendono incollare gli ossidi con la carossimetilcellulosa,si trova da comprare,e lasciano intendere che con le dovute proporzioni si possono realizzare delle faurè che non sgetolano,
Ti do le proporzioni se interessano:

POSITIVE:


5 parti ossidi piombo rossi
1 parte elettrolita
0.2% del peso degli ossidi in carbossimetilcellulosa.

NEGATIVE:
6 parti ossidi
1 parte elettrolita
0.2% del peso degli ossidi in carbossimetilcellulosa.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 23 dic 2017, 2:04

Ci ho studiato sopra.
Però sono incappato in una tabella che mi ha messo molti dubbi.
Ho trovato in internet questa tabella.

Dato che io non sono un chimico qualcuno mi sa dire cosa vuol dire:

"Solubilità del solfato di piombo" ?

Oppure:

"Solubilità del substrato di piombo" ?

Non è per caso che è un modo complicato per dire più semplicemente:

"Percentuale di capacità di ossidazione del piombo" ?

Perché se vuol dire "Percentuale di capacità di ossidazione del piombo" mi chiedo che cosa stiamo a diventare matti a fare cicli di carica/scarica per la formazione di ossidi per mesi quando ci si mette un attimo a creare gli stessi ossidi in semplice acqua demineralizzata.
Nella tabella non c'è scritto ma i dati si riferiscono a piombo in elettrolisi.
Allegati
Solubilità del solfato di piombo.jpg
Solubilità del solfato di piombo.jpg (51.46 KiB) Visto 8511 volte

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 23 dic 2017, 4:19

Nel frattempo sto scaricando la cella che ha le 2 positive e 3 negative ... avrò modo di vedere se l' accumulo aumenta o meno in questo ultimo ciclo con la cella con densità presunta a 1050.
Se la cella aumenta con l' accumulo continuo la formazione senza modificare la densità di acido ... altrimenti vuoto completamente la cella e la riempio di acqua demineralizzata ... come si vede in tabella basta una leggerissima contaminazione da acido solforico per perdere parecchia capacità di corrosione o creazione di nuovi ossidi sulle piastre ... ma sicuramente ne dovrei creare sempre di più rispetto a quelli che creavo prima.
Domani cerco un contenitore, va bene anche un bidoncino da 5 litri o 10 litri di acqua demineralizzata in plastica, e taglio la testa del bidone e ne creo una cella.
Sicuramente la nuova cella non sarà contaminata da acido solforico e gli immergo 3 piastre nuove non contaminate da acido solforico e le ciclo per una settimana con inversioni di polarità continue.
Poi, passata la settimana, le trasferisco in una cella con densità dell' acido a 1100 e continuo la formazione e vediamo se questo sistema funziona e quanto accumulo riesco a totalizzare ... dai dati che avrò sull' accumulo posso stimare quanto tempo devo ciclare le piastre nuove nell' acqua demineralizzata.
Fatto il test torno a fondere le piastre per togliere l' acido solforico e le ricreo ... e continuo con questo tipo di test se da buoni risultati ... andrò ad eseguire cicli e inversioni di polarità in acqua distillata per tutto il tempo che serve sino a creare quella misura o spessore di ossidi tali da aver raggiunto la capacità massima di accumulo direttamente in acqua demineralizzata ... fatto questo trasferisco le piastre in una cella con densità di acido a 1200 e vedo se ho veramente le 10 ore di accumulo con il carico C10 ... o se almeno gli arrivo molto vicino ... se arrivo anche solo a 8 ore di accumulo con il carico C10 mi ritengo ugualmente soddisfatto e proseguo con la costruzione della cella definitiva da mettere poi sotto fotovoltaico.
Ci penseranno poi i cicli che verranno eseguiti sotto il fotovoltaico a terminare la formazione.
Al momento questo è il mio nuovo test di formazione.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 23 dic 2017, 5:54

La cella che ha le 2 positive e 3 negative sono in formazione dal 06/11/2017.
Era composta da 4 positive e 5 negative ... poi ho tolto delle piastre e lo portata a 2 positive e 3 negative.
Per comodità chiamerò questa cella " cella ita "
Essendo in formazione da quasi 2 mesi e avendo una capacità molto bassa mi sono accorto che abbassando molto la densità (ma non siamo ai livelli della cella di capi32) ha abbassato nella penultima scarica la sua capacità ... aveva prima del calo di densità un accumulo pari a 6 ore ... dopo l' abbassamento di densità si è portata a 5 ore e 30 minuti.
Ora sta terminando la scarica e l' accumulo, a parità di densità della scarica precedente, pare che aumenti di parecchi minuti ... lo vedremo tra poco.
Ma la novità non sta in questo ... essendo la cella molto più avanzata di formazione rispetto alla cella di capi32 ho notato che le colorazioni delle piastre a fine scarica sono totalmente diverse da tutte le colorazioni che vedevo a fine scarica in quasi 2 anni a questa parte.
In pratica a fine scarica non cambiano di molto il colore rispetto a quando sono cariche.
Si presume che eseguano una scarica parziale a causa della poca conducibilità elettrica causata dalla bassa densità dell' acido.
Se è così come mai che l' accumulo, usando lo stesso carico, aumenta ?
E' vero che quando ho abbassato la densità dell' acido l' accumulo ha perso 30 minuti ... ma è anche vero che con in quest' ultima scarica sto tornado alle 6 ore di accumulo.

E poi ... cosa succede se si inverte la polarità, con tensione a zero volt, con le piastre in parte cariche ?
Farebbe un bel salto di accumulo una volta terminata la inversione di polarità ?
E' tutta una cosa da scoprire ... se la cella si blocca abbasso ancora la densità mandandola quasi a 1000 e poi eseguo altri cicli per vedere se si sblocca ... se non si sblocca eseguo la inversione di polarità e vediamo cosa succede.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 24 dic 2017, 11:25

Con "Solubilità del solfato di piombo" si intende (ma lo dice la stessa frase......) quanti grammi o milligrammi di solfato si sciolgono in un litro di acqua distillata ada una data temperatura.
Stessa cosa per quel che riguarda il "Substrato di piombo", ossia quanto piombo metallico nelle stesse condizioni. A quella tabella che hai messo tu mancano i valori annessi ai numeri. Si tratta di microgrammi? o di milligrammi?
Con la "Percentuale di capacità di ossidazione del piombo" sinceramente non credo che c'entri niente.
Altrettanto sinceramente mi sono perso un po' per strada, in tutti i vari "cambiamenti di rotta" che stai facendo durante le sperimentazioni.
Se la tensione è a zero volt in pratica le piastre non hanno residuo di carica, sono totalmente scariche. Ma per dire che sono a zero volt lo devono essere anche se lasciate per un po' senza carico. Se senza carico dopo qualche minuto la tensione risale devi rimetterle in scarica.
Per scaricarle completamente devi scaricarle con bassa corrente per lungo tempo, non con corrente alta per poco tempo, in quel modo "veramente" a zero non ci arriveranno mai.
Comunque fai pure tutte le prove che credi. vedi mai qualcosa di nuovo ne venga fuori, anche se dopo due secoli di ricerche varie sarebbe un vero e proprio colpo di fortuna.
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 24 dic 2017, 13:15

Infatti io lavoro per trovare strade diverse.
Allora ... in parole povere nelle attuali condizione con densità acida quasi a zero , o quasi a 1000 come di voi, si ha la distruzione o disgregazione della superficie del piombo e non ossidazione.
Questo vuol dire preparare la superficie del piombo rendendolo altamente poroso e pronto per l' ossidazione con l' acido solforico a bassa densità.
Giusto ?

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 24 dic 2017, 19:16

ITA815 ha scritto:
24 dic 2017, 13:15
.........Giusto ?
Non saprei proprio....... Per quel che ne so io per rendere porosa la superficie si può usare un sistema chimico, immergendo le piastre di piombo in una soluzione al 2% di acido nitrico, oppure usando un sistema meccanico (un po' come hai fatto tu) con sabbiatura o spazzolatura. Ma la superficie si rende microporosa proprio con le inversioni di carica. Quando si caricano le prime volte, la superficie delle positive si ossida, quando si scaricano e si inverte la polarità l'ossido si trasforma in piombo spugnoso, e le successive inversioni servono proprio per far "penetrare" di più ogni volta la porosità. In genere dopo 25 o 30 inversioni è penetrata abbastanza da poterle usare normalmente. L'uso normale e continuo trasforma la "spugna" di piombo nei materiali attivi che servono.
Si può ipotizzare una inversione di polarità ogni "tot" anni, in modo da permettere una usura delle piastre più eguale possibile, sfruttare al meglio il metallo sottostante ed allungarne la vita.
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Dolomitico » 24 dic 2017, 19:54

A me una cosa non torna,essendo che la positiva si ossida sempre di più,mentre la negativa,una volta formata rimane fissa come superfice,nel tempo ammesso di accumulare gli ossidi che si vengono a creare sulle positive,si avrà uno sbilanciamento con eccesso di ossidi sulle positive,e scarsità nelle negative.
Quindi avere piastre in piombo puro sia sulle positive,che sulle negative credo porti a scompensi,per quello che usando negative impastate si ovvi a questo problema,non ci sarebbe un limite,e la capacità potrebbe crescere fino al punto massimo.
Forse il sistema si basava sul fatto che le positive perdevano l'ossido in scaglie,man mano che si inspessiva,e alla fine il bilanciamento si ripristinava,con una perdita di capacità in realtà.
Questo tipo di accumulatori plantè sono gli unici che dovrebbero aumentare la loro capacità fino alla fine della loro vita,fino a quando il piombo finisce e restano solo ossidi non più raggiungibili.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 24 dic 2017, 22:29

E' vero che le positive hanno più potere disgregante rispetto le negative per cui hanno una percentuale di ossido maggiore rispetto le negative in qualsiasi condizione ci troviamo.
Ma questo sbilanciamento in fase di carica e scarica non esiste ... la positiva, più capiente di energia, si allinea alla negativa.
Per cui quando la negativa va a zero la positiva magari ha un 20% di energia in più che non riesce ad erogare e gli resta in pancia ... questo vuol dire che quando si andranno a ricaricare le celle si ricaricano alla pari.
A lungo andare anche la negativa arriverà a raggiungere lo spessore della positiva.
Ricordiamoci che il piombo crea il suo ossido contro le aggressione esterne ... che siano acide, organiche, climatiche e di qualsiasi altra natura.
Utilizzando però l' elettrolisi gli indeboliamo gli ossidi naturali e in compenso il piombo ne genera di più sulla superficie per creare ancora più resistenza alla corrosione.
Dato che questi ossidi servono a noi per creare accumulo noi continuiamo ad aggredire il piombo sino al punto massimo di capacità, che ha il piombo, di fare uno spessore di protezione.
Lo spessore massimo che è in grado di fare il piombo e di mantenerlo integro è di un decimo di millimetro ... oltre questo spessore la superficie esterna dell' ossido inizia a disgregarsi e andare sul fondo della cella e il piombo compatto ne genera altro per mantenere lo spessore.
Da qui capiamo che abbiamo un decimo di millimetro di spessore sulle positive e negative utile per il nostro accumulo.
Sino a qui è tutta cosa accertata che si legge su tutti i testi che parlano esclusivamente di piombo.
Il problema che noi tutti cerchiamo di risolvere è quello di aggredire la superficie di piombo per generare ossidi il più velocemente possibile.
Senza andare ad acquistare altri prodotti o acidi in genere per accelerare il processo la tabella indica che il disgregante più potente è la semplice acqua distillata o demineralizzata che sia.
Ora il compito in se stesso non è il distruggere la superfice del piombo ... può andare bene all' inizio per ripulire le superfici ... il nostro compito è creare ossidi mentre si aggredisce il piombo facendo in modo di non perderlo.
Come si vede in tabella si capisce che una semplice contaminazione del piombo con acido solforico (0,005) è sufficiente per rendere difficoltosa l' aggressione alla superficie della piombo ... perde il quadruplo di capacità disgregante a zro gradi centigradi.
Ora io sto lavorando su questi fattori per trovare il compromesso migliore tra ossidazione degli ossidi e la disgregazione di questi ultimi.
Vi terrò aggiornati.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 25 dic 2017, 21:37

Tanti auguri a tutti.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 28 dic 2017, 2:31

Allora ... ho eseguito la inversione di polarità della cella ita.
Ciclo 1:
Poca corrente di ricarica ed è stata evitata l' elettrolisi.
La cella è rimasta in carica sino a quando le positive sono diventate negative.
Tempo di accumulo pari a qualche minuto.

Ciclo 2:
Se non vado errato alla fine della seconda ricarica le positive si sono solfatate diventando totalmente grigie.
Tempo di scarica 4 ore e mezza .
Prima della inversione era bloccata a 5 ore di accumulo.

Ciclo 3, ciclo 4 e ciclo 5:
A fine carica le positive non si sono più solfatate e hanno il colore che vedete in foto.
Ad ogni scarica l' accumulo aumenta di circa 30 minuti.
Tempo di accumulo nel ciclo 5 pari a 6 ore.

Ora sta facendo la scarica del 6 ciclo dopo la inversione di polarità e lavora a polarità normale.
Il carico applicato è da 150 mA.
Tensione di fine carica 2,60 volt e consolidamento di 3 o 4 ore negli ultimi 2 cicli.
Ad ogni scarica la tensione su cui si stabilizza ad inizio scarica è sempre più alta.
Si è partiti da una tensione stabilizzata ad inizio scarica di 1,75 volt ed in questa scarica si stabilizza a 1,80 volt.
Nella scarica precedente si era stabilizzata sui 1,78 volt.
In questa ultima ricarica il consolidamento è stato di 4 ore e 15 minuti.
Temperatura cella 7 gradi.

Poi, prima di invertire la polarità, ho fatto il test per capire quale sia il momento giusto per mettere in scarica la cella quando la positiva diventa grigia.
Ho fatto 3 scariche .
La prima scarica lo avviata appena la positiva è diventata un po' grigia ... nessun risultato utile sui tempi di accumulo.
La seconda scarica lo avviata quando la positiva era totalmente grigia ... nessun risultato utile anche qui.
La terza scarica lo eseguita quando la positiva, proseguendo la carica quando è diventata grigia, ha cambiato colore tornando di un marrone molto scuro ... da questo momento ad ogni ciclo di scarica guadagna 30 minuti di accumulo ... ma solo dopo la inversione di polarità ... si vede che nella polarità precedente, anche se l' avevo fatta diventare marrone scuro l' aumento è stato sono di 20 minuti ... forse le negative erano già al massimo o queste scariche parziali non hanno dato l' effetto dovuto.
Gli ampere di carica sono sempre stati pochi ... circa 1,5 ampere di carica sulle 2 positive e la tensione di file carica è sempre poco oltre i 2,60 volt.
Però se non ricordo male in questo ultimo ciclo lo aumenta ... ma non ricordo di quanto ... ci guarderò nel prossimo giro.
Allegati
Cella ita.jpg
Cella ita.jpg (86.75 KiB) Visto 8402 volte

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 28 dic 2017, 3:16

Avete fatto caso, notando il perno di collegamento elettrico di destra della negativa più lontana rispetto la foto, la differenza di spessore di materia attiva da quando era positiva a quando è tornata negativa ?
Impressionante ... il tutto in una sola inversione di polarità da quando ho abbassato quasi a 1000 la densità dell' acido.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 29 dic 2017, 18:36

Aggiornamento cella ita.
Dopo 40 ore dall' ultima rilevazione sull' accumulo dove ero arrivato a 6 ore ... oggi siamo a 8 ore di accumulo.
Il carico è sempre quello.
Sto studiando la formazione del solfato e la conversione di quest' ultimo.
Mi manca poco è ho tutti i dati per una formazione lineare.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 7:24

Diciamo che quando vedo un evento e non riesco a ripeterlo devo capirne il perché.
La solfatazione delle piastre è indispensabile per far procedere la formazione (sarà poi vero ?).
Questo è il secondo inverno che passo a fianco a delle celle e col freddo erano sempre bloccate ... o quasi.
Poi i risultati arrivavano sempre d' estate perché la cella ha bisogno di una certa temperatura.
Poi incappo in una tabella dove si legge che si riesce a disgregare la superficie del piombo anche a zero gradi ... ed è stata fatta ... la scoperta che mi mancava.
Ma purtroppo le informazioni arrivano col contagocce e allora sono qui da quasi 2 anni per capire la sequenza completa e continua per fare una formazione come si deve e nei tempi e nei modi dovuti.
Mi manca solo un test da fare ... questa mattina devo andare in giro per i negozi ... per cui acquisto il bidone di acqua demineralizzata che mi serve da usare come contenitore per fare la formazione delle piastre in sola acqua demineralizzata.
Come si legge nella tabella basta lo 0,005% di acido solforico per rallentare di ben 4 volte la disgregazione della superficie del piombo.
Io faccio i test nelle celle di vecchie batterie auto e per quanto le possa lavare qualche traccia di acido ne resta sempre.
Per cui uso il bidoncino di acqua demineralizzata come cella .
.. quello di certo non è contaminato da acido solforico.
Faccio questo per verificare 2 fattori.

Fattore 1:
Il livello di disgregazione della superficie del piombo in sola acqua demineralizzata è molto alto già a zero gradi ... devo vedere se polverizza la superficie delle piastre in piombo senza trasformarli prima in ossidi.
Se mi fa una disgregazione di piombo polverizzandolo e va direttamente sul fondo questo sistema potrebbe servire solo per preparare le superfici delle piastre alla formazione.
Se invece la disgregazione porta come primo risultato la creazione degli ossidi e poi la polverizzazione di essi allora è fatta.

Fattore 2:
Il francese ha scritto che senza una minima percentuale di acido solforico la solfatazione non avviene.
Tenendo presente che attualmente la sua cella, che ho ricreato con le mie piastre, in pochi giorni è arrivata ad 1 ora e 10 minuti di accumulo con un carico C10 e che lavora quasi in totale acqua demineralizzata devo valutare se è poi così indispensabile la solfatazione.

Insomma ... con i miei test ho già smentito parecchie cose scritte sui libri storici ... penso che non le abbiano provate tutte ... e se le hanno fatte certe cose, o certi test, sicuramente non lo hanno pubblicato ... magari per questioni commerciali.
Staremo a vedere.

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ITA815
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 15:16

Ho tolto la cella capi32 dalla carica.
Dopo 33 ore di ricarica lo messa in scarica.
Con un carico che è regolato non più sui 175 mA ma sui 185 mA (C10) la prima scarica, mantenendo i parametri di capi32, ha restituito un accumulo di 30 minuti esatti.
L' unica cosa che non ho fatto, rispetto ai parametri di capi32, è mantenere in scarica a zero volt per 2 ore la cella.
Ora la cella è in ricarica sempre con 100 mA di corrente.

La cella ita nell' ultima scarica ha avuto un incremento di accumulo di 45 minuti.
Sembra ... ma dico solo sembra ... di aver trovato il modo di fare un velo di solfato sulle positive ad ogni ricarica che, con il proseguo della carica, si converte in ossido positivo.

Sino a qui sembra che tutto vada a gonfie vele ... come non ho mai visto da quando eseguo formazioni in inverno.

Sembra che va vada cosi tanto bene che se per puro caso arrivo, con un carico C10, a 10 ore di accumulo su tutte e 2 le celle che ho in formazione con una percentuale di acido solforico prossima allo zero allora non ci siamo proprio.
Naturalmente parlo di un carico C10 calcolato sui 7mAh/cm^2.
Provate ad immaginare come cambia tutto lo scenario della costruzione delle celle e della loro configurazione.
Innanzi tutto le mie piastre durerebbero non più 10 anni ma potrebbero arrivare come minimo a 30 anni visto che neanche una inversione di polarità ne ha scalfito l' ossido.
A parte questo ... immaginate di regolare con una piccolissima quantità di acido solforico una tensione di inizio scarica, con il carico C10, che si aggiri sui 1,93 volt X 13 celle.
Si arriva ad avere una tensione di esercizio su un inverter a 24 volt di 25,09 volt ad inizio scarica sempre con un carico C10.
Quando l' inverter arriva a 22,00 volt e fa il CutOff la tensione per ogni cella è sui 1,692 volt ... ampiamente scaricata.

Qualcuno obietterà che però non si riesce a ricaricare 13 celle.
Vero per il 20% e falso per 80%.
Chissà se qualcuno ha voglia di scervellarsi su queste 2 percentuali.
Nell' attesa che qualcuno arrivi a capire questo rebus ... se le celle arrivano a C10 allora eseguirò il test di potenza ... prima però innalzerò la tensione di inizio scarica a 1,93 volt aumentandola con un po' di acido solforico in aggiunta ... se non vado errato dovremmo stare vicino ad una densità sui 1100 o poco meno.
Se il test di potenza sarà sufficiente e se i test di ricarica saranno come penso il mio banco batterie sarà composto da 13 celle e non 12 celle.

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