Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 21:19

Terminata la scarica della cella capi32.
Nella seconda ricarica la positiva della cella di capi32 si fortemente solfata ... ho fatto in modo che la tensione di fine carica fosse sui 2,40 volt.
Lo lasciata in carica per 7 ore e mi ha restituito un accumulo di 1 ora e 5 minuti.
La positiva non ha cambiato colore ... non è più nera ma è di un colore grigio scuro.
La ricarica del secondo ciclo è partita da una tensione di 0,20 volt con una corrente di 100 mA a 2,10 volt.
Dopo 7 ore di carica la tensione stazionava da 5 ore sui 2,40 volt con un assorbimento dal carica batterie pari a 0,050 mA.
Da notare che entrambe le celle più cicli di carica/scarica vengono eseguiti più la corrente di carica aumenta.
Con l' acido solforico nella soluzione acida succedeva il contrario.
Con questa densità, ancora da definire ma prossima allo 0%, basta poca corrente per caricare le celle ed arrivare a tensioni elevate di fine carica.
Ad esempio la cella ita nella ricarica precedente aveva una corrente di carica pari a 1,20 Ampere con una tensione di fine carica a 2,45 volt.
Nell' ultima ricarica la corrente di carica è salita a 1,40 ampere e la tensione di fine carica stava a 2,52 volt.
Questo vuol dire che non sto più stressando con grosse correnti di carica i carica batterie.
Ma non si era detto che senza acido solforico, che è la componente necessaria per la conduzione di elettricità dentro la cella, era un problema ?
A me, almeno per formazione di ossidi, sembra un problema averne dentro di acido solforico nella cella.
Forse sarà indispensabile più avanti per dare potenza alla cella per evitare delle cadute di tensione quando i carichi diventano importanti ... ma al momento pare proprio che senza soluzione acida si vada alla grande.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 21:54

Aggiornamento cella capi32.

Terminata la scarica della cella, che si trovava a 0,07 volt, ho dato corrente per la ricarica e la tensione, sul momento, si è portata a 2,55 volt con una corrente assorbita pari a 0,050 mA.
Poi in 5 minuti è scesa a 1,85 volt e la corrente di carica è salita a 140 mA.
Dopo altri 10 minuti la tensione è risalita e ora sta iniziando la vera ricarica a 1,91 volt con corrente di carica a 160 mA.
Nella stessa procedura di ricarica precedente si era stabilizzata a 2,10 volt con corrente di carica a 100 mA.
Non ho riportato la corrente di carica a 100 mA in questo ciclo perché scenderebbe troppo la tensione di inizio carica ... per cui non ho toccato nulla e la lascio procedere con questa configurazione.
Dopo la scarica per la prima volta ho visto la positiva di colore marrone.
Ora ha già un velo di solfatazione sempre sulla positiva.
Ora vediamo i tempi di carica,di tensione e la corrente di fine carica.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 22:44

Appunti.

Usare il ciclatore elettronico è stato un errore madornale.
Solo ora ho capito come solfatare la positiva ad ogni ricarica e l' importanza della sua conversione ad ossidi positivi prima di terminare la carica.

Il ciclatore di carica e scarica è comodo perché una volta regolata la tensione minima e la tensione massima per i CutOff ti semplifica notevolmente la formazione con tempi ben precisi ... ma ha il difetto che non converte il solfato a fine carica perché la conversione del solfato avviene dopo la ricarica della cella e con un tempo che varia costantemente.
Per cui ho intenzione di mettere a valle del formatore un interruttore programmabile che, appena attivato dal formatore, prosegue la carica della cella con un tempo programmato sufficiente per convertire il solfato.
Scaduto il tempo programmato l' interruttore programmabile scollega la carica, mette in scarica la cella e riconsegna il controllo al formatore che ne controllerà a sua volta la tensione di fine scarica.
Terminata la scarica il formatore rimette in carica la cella e azzera l' interruttore programmato e ripete il ciclo.
Questo è il sistema migliore che mi è venuto in mente ... man mano che la cella aumenterà i tempi di conversione degli ossidi bisognerà ogni tanto aumentare sull' interruttore programmabile i tempi di ricarica.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 30 dic 2017, 23:32

Aggiornamento cella capi32.

La cella si è alzata di tensione in fase di carica.
Ora la tensione staziona sui 2,28 volt.
Le negative sono in leggerissima elettrolisi ... la positiva non fa elettrolisi ed è completamente solfatata ... quindi è ancora in carica.
La corrente di carica si è portata da 140 mA a 70 mA.
Sembrerebbe che quando si avvia una ricarica, con cella completamente scarica, le rispettive tipologie di piastre, positiva e negativa, assorbano entrambe corrente di carica ... non so in quale percentuale ognuna di loro assorba dal carica batterie.
Appena una tipologia di piastre, in questo caso le negative, sono cariche la corrente scende notevolmente e a parte la piccolissima elettrolisi che fanno le negative il resto della corrente di carica viene assorbita solo dalla positiva.
Comunque non ho toccato o modificato nulla sui parametri di carica attuali e tengo sotto controllo la cella.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 3:59

Terminata la carica della cella capi32 alle ore 3 di questa mattina.
La tensione era stabile a 2,41 volt.
Corrente di assorbimento dal carica batterie pari a 50 mA.
Ho provato a riportare la corrente di carica a 100 mA.
La tensione si è alzata a 2,47 volt e la positiva ha iniziato a fare elettrolisi mentre le negative di elettrolisi manco l' ombra.

Ora è in scarica dalle ore 3 ... la tensione di inizio scarica si è stabilizzata a 1,70 volt.
Dopo 50 minuti di scarica sta a 1,65 volt sempre con un carico C10.
Vedremo a fine scarica il tempo di accumulo.

Nel frattempo ho invertito la polarità alla cella ita.

Aveva raggiunto le 9 ore di accumulo con un carico C20 ... ora lo porto a C10.
Nell' ultimo ciclo di scarica aveva guadagnato 15 minuti.
Qui sto tentando una inversione di polarità un po' più rapida ... vediamo se perde materia attiva.
La densità della cella è un pelo più alta della cella capi32 ... vediamo che succede.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 4:19

Terminata la scarica della cella capi32.
tempo di accumulo, con carico C10, del secondo ciclo pari a 1 ora e 15 minuti.
Al secondo ciclo ha già un accumulo superiore rispetto all' ultimo ciclo eseguito prima di invertire la polarità.
Questo la dice tutta di quanto può accumulare ancora questa cella in breve tempo e con pochi cicli.
Ora regolo la corrente di carica a 185 mA (C10).

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 5:36

Appunti.

Alle ore 03 ho messo in inversione di polarità la cella-ita.
La tensione minima di carica della cella non è stata ancora raggiunta.
Ci ha messo 2 ore e 30 minuti, con le piastre in leggerissima elettrolisi, ad arrivare a 2,23 volt e sta ancora scendendo.
Nella inversione precedente non ci ha messo neanche un terzo del tempo che ci sta mettendo ora.
Questa la dice lunga dei tempi che ci vorranno per terminare la conversione delle piastre e di quanto ossido ha formato nei cicli precedenti.

Ma io ho pazienza ...

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 9:48

Quando scopro una novità che mi sblocca il tutto e inizio a capire tutta la trafila che si deve fare per una corretta formazione io dormo quando ho i momenti di pausa.
O a letto o sul divano o sulla poltroncina di fronte al computer ... da qualche parte dormo.
Questa mattina alle 3 sono uscito per lavorare sulle celle e mi sono trovato il vicino di casa che era fuori che si fumava una sigaretta.
Gli ho chiesto che cavolo ci faceva fuori alle 3 di notte sotto zero a fumare una sigaretta.
Mi ha risposto che stava facendo da mangiare ... robe da non credere ... sarò scemo io a passare ore a guardare intensamente tester e celle per vedere che succede a qualsiasi ora ... ma ci sta qualcuno che mi batte.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Dolomitico » 31 dic 2017, 11:05

Ce ne fosse di gente con passioni cosi sfrenate in giro.
Io lo trovo quasi normale,certo non dormire di notte magari no,ma le sperimentazioni richiedono parecchio tempo e dedizione.
Non gli hai chiesto cosa avesse cucinato?Magari ci scappava una forchettata... :)

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 13:00

Il cuoco notturno aveva una faccia da cotto di sonno ... non gli ho neanche chiesto che cosa stava cucinando.
Per quello che riguarda il dormire di notte ... generalmente ero un nottambulo.
Poi con l' età che avanza tendi ad andare a letto di sera presto e alzarti al mattino presto.
Solo che qui in casa siamo in 2 ma mia moglie fa per 4 più il gatto e il cane ... la notte, quando vanno tutti a letto, è il momento del silenzio e della meditazione.
Per cui appena mia moglie va a letto alle ore 21 circa io mi metto sul divano e dormicchio ... apro un occhio ogni tanto per guardare i tester sul monitor e quando ci sta bisogno vado in garage a lavorare sulle celle ... poi scrivo quello che ho fatto e torno a dormicchiare sul divano o sulla poltroncina davanti al pc.
Poi quando vedo che dopo pranzo ho tempo libero vado a letto a fare una bella dormita.
Però tutto questo è in inverno ... da primavera all' autunno invece costruisco piastre, taglio legna, poto piante e tutti i lavori che sono da fare in giardino e in casa.
D' inverno generalmente vado in letargo ... ma in questi ultimi 2 anni studio in full immersion sulle piastre e celle Plantè.
Tenete presente che mi sono studiato in modo matematico i 90 numeri del lotto per 5 anni ... di cui 3 anni in full immersion con i fogli di calcolo di Excel.
Per cui quando mi impegno in una cosa sino a quando non le ho provate tutte non mollo ... a confronto un mastino è roba da ridere.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 23:00

Allora ... preparatevi ad un papiro.

Premessa:
Ho aggiunto 2 nuovi termini tra i tanti che mi sono inventato.
Termine 1: Densità operativa.
Termine 2: Densità formativa.
Naturalmente ci si riferisce alla densità della soluzione acida delle celle.

Terminata la inversione di polarità sulla cella-ita.
Il tempo di conversione e ricarica delle piastre è durato 16 ore.
Di per se non è la prima volta che ci metto un sacco di ore ad invertire una polarità su densità operative ... e per densità operative intendo già dai 1100, e forse meno, in su.
Questo perché si è sempre pensato che una densità a 1100 fosse una densità formativa ... e in parte lo è ma ci vogliono 6 mesi per formare una cella e forse più ... anche una densità a 1200 può essere una densità formativa ... tutte sono densità formative quando si parte con piastre nuove di zecca perché tutte all' inizio si ossidano.
Si è però notato che più è bassa la densità e più ossido si crea sulle piastre.
Per cui si è sempre partito da una densità di 1100 ... poi io provato a partire con densità a 1050 ... e già qui ho notato un po' differenza ... in meglio naturalmente.
Poi quando la cella si bloccava si ha sempre avuto la tendenza di alzare un po' la densità e ad un primo approccio sembrava che migliorasse ... in realtà migliorava qualche ciclo e poi si bloccava tutto definitivamente.
Lucky è stato l' unico a scrivere, e ad arrivarci, che vi era una correlazione tra corrente di carica, carico e, soprattutto, densità di acido ... e aveva pienamente ragione.
Ora questa correlazione lo trovata ... e lo trovata osservando i cicli che sto facendo su 2 celle con densità di acido in pratica irrisoria.
E' grazie allo scritto Lucky che mi si è accesa una lampadina ed è un anno che ci lavoro sopra.
La correlazione lo trovata sulla cella-capi32.
Questa cella è stata create 9 giorni fa e faceva parte di un esperimento ripetitivo di una cella di capi32 per comprovare l' esperimento che stava andando a gonfie vele ... la prova del nove insomma.
Ho solo fatto qualche modifica nel metodo di formazione modificando la tensione di fine carica, la corrente di carica e il carico portandolo a C10.
Con una densità così bassa e con una temperatura ambiente che oscilla tra i 2 e i 7 gradi la progressione della cella la seguente.
All' avvio della cella con piastre nuove sono arrivato ad un accumulo di 30 minuti e poi si è bloccata.
Ho invertito la polarità e l' accumulo è raddoppiato e poi si è bloccata.
Ho invertito di nuovo la polarità è l' accumulo sta raddoppiando.
Per cui:

Inizio formazione su piastre nuove.
Dopo tot cicli (non li ho mai contati) 30 minuti di accumulo e cella bloccata.
Inversione di polarità.
Dopo tot cicli 1 ora di accumulo e cella bloccata.
Inversione di polarità.
Dopo tot cicli siamo ad un' ora e mezza di accumulo e ce ne sta ancora di accumulo ... presumo che si arrivi tranquillamente a 2 ore di accumulo se non oltre perché in realtà ero arrivato ad 1 ora e 10 minuti di accumulo prima di invertire la polarità ... ho arrotondato per comodità.

30 - 60 - 120 minuti, presunti i 120 minuti ma sicuramente a portata, tutti eseguiti con un carico C10.
Mi mancava un pezzo del mosaico che mi riconducesse a questo raddoppio di accumulo ad ogni inversione di polarità.

Fine prima parte del messaggio.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 31 dic 2017, 23:57

Seconda parte del messaggio.

Mi chiedevo per quale motivo, in modo regolare, in queste inversioni di polarità la cella raddoppia regolarmente l' accumulo.
La risposta lo avuta dalla cella-ita ... e questa la valuto la prova del nove.
La cella-ita è da mesi in formazione e regolarmente d' inverno qualsiasi cella che costruisco mi si blocca e non va avanti.
Questo fa si che in tutti i modi i tempi di inversione siano più lunghi della cella-capi32.
La risposta è la seguente:

Tempi di conversione piastre.
Inizio inversione polarità alle ore 03:00.
Ore 06:00: le negative terminano la conversione diventando positive di colore nero ... tempo trascorso 3 ore per la conversione.
Ore 09:00: le positive terminano la conversione diventando totalmente di colore grigio ... tempo di conversione 6 ore.
Ecco spiegato il perché del raddoppio di capacità ad ogni ciclo.
In pratica la positiva avanza sempre con lo spessore degli ossidi mentre la negativa avanza solo sfruttando gli ossidi in fase di inversione di polarità (non spiego il perché raddoppia ciclando la cella altrimenti faccio un' altro papiro).
Ho cercato di studiare il perché le piastre negative non avanzano mai.
Girando in internet ho trovato la risposta.
In fase di elettrolisi le negative generano 2 parti di idrogeno e le positive generano una parte di ossigeno.
L' ossigeno è quello che crea ossidi sulla positiva mentre la negativa resta al palo.
Allora mi sono chiesto il perché con piastre nuove la formazione riesce ad avere inizio ... e anche qui ho trovato risposta.
Il piombo quando crea una superficie di ossido crea una difesa da agenti atmosferici, chimici organici e altro.
Questo mi ha fatto capire il perché all' inizio della formazione con piastre nuove la formazione sembra che vada avanti.
Una volta però che la piastra in piombo ha creato un certo spessore di ossido le piastre negative sono inattaccabili senza ossigeno creato in elettrolisi.
Dato che a noi serve l' ossido per accumulare energia ... più ne generiamo e più capacità abbiamo ... ma la negativa, se non si inverte la polarità ogni volta che si blocca, non incrementerà mai la sua capacità.
Poi grazie alla tabella che ho trovato in quel testo ora posso formare tranquillamente la cella anche sotto zero come temperatura ambiente.
Per cui è spiegato il perché a tanti interrogativi che avevo.
Qui si parla di densità che si aggira sui 1015 e meno per questo tipo di formazione.
Se facciamo 2 calcoli rapidi salta fuori che ad ogni inversione di polarità la cella raddoppia di capacità ... per cui se prendiamo ad esempio la cella-capi32 il processo evolutivo è questo.
30-60-120-240-480-960 minuti ... il limite massimo che ho ottenuto sino ad ora è 660 minuti con un carico C10 ... oltre i 7 mAh/cm^2 con densità 1100.
Ora qui viene il bello di tutta sta storia.
Si è sempre scritto che lo spessore massimo raggiungibile di ossido su una piastra in piombo si aggira su 1 decimo di millimetro ... e al momento posso solo dire che è vero in quanto con un' altra cella che ho portato a 11 ore di accumulo con un carico C10 con densità 1100 non sono mai riuscito ad andare oltre.
Ma se con densità 1100 non sono mai andato oltre ... con densità inferiore ?
Le inversioni di polarità con densità 1100 e oltre mi hanno sempre fatto perdere materia attiva sulle positive ... e se andava da subito in elettrolisi disgregava subito gli ossidi sulle negative ... avete presente quella polverina bianca che si nota ogni tanto sulle positive quando si inverte la polarità ... quella è materia attiva persa dalle negative.
Con densità a 1015 e inferiori questo non succede ... l' importante è che tutto il processo di inversione di polarità avvenga senza elettrolisi e una volta invertita la polarità la ricarica deve proseguire sino alla completa inversione di tutte le piastre e la loro ricarica sino ad una tensione 2,40 volt.
Attenzione però ... quando si inverte la polarità con la corrente giusta per evitare l' elettrolisi la cella raggiunge lentamente il picco di tensione che potrebbe andare anche oltre i 2,50 volt.
Non è qui che dovete mettere in scarica la cella.
Quando raggiunge il picco la tensione inizia lentamente a scendere sino a stabilizzarsi, per esempio, a 2,20 volt.
A questo punto iniziate a osservare le piastre e dopo un po' le negative diventano nere e se tutto va vene con il doppio del tempo le positive diventano grigie e a quel punto inizia una lenta ricarica che deve arrivare a 2,40 volt.
Solo a questo punto si può mettere in scarica la cella e ciclarla.

Fine seconda parte del messaggio.
Ultima modifica di ITA815 il 1 gen 2018, 0:29, modificato 2 volte in totale.

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Messaggio da ITA815 » 1 gen 2018, 0:18

Terza parte del messaggio.

Torniamo sul discorso del decimo di millimetro di spessore dell' ossido come limite che si può creare sulle piastre in piombo.
Qui da ora in poi è solo teoria.
E' probabile che con una densità così bassa si possa andare ben oltre i 7 mAh/cm^2.
Altra cosa che ho notato è che a bassa densità la corrente di carica ad ogni ricarica aumenta ... con densità 1100 succede il contrario.
Questo vuol dire che quando si hanno le celle collegate in serie non si disallineano mai.
In più vi è da valutare quale sia la densità di acido più proficua per la capacità della cella.
Ho notato che a densità 1100 arrivo a 11 ore di accumulo ... con densità 1050 arrivo a 10 ore e 30 minuti e con densità 1200 arrivo a 10 ore di accumulo ... tutti test eseguiti in C10.
E con densità minori ?
Quale è la potenza della cella con carichi gravosi a bassa densità ?
Se aumento la capacità in modo stabile oltre i 7 mAh/cm^2 a quanta densità devo stare perché venga mantenuta ?
Rimarranno allineate le celle collegate in serie ?
Se con densità troppo bassa la piastra positiva aumenta di formazione avrà un momento in cui si ferma ?
Tutti interrogativi a cui devo dare una risposta.

L' unica risposta è che alla cella-ita ho più che raddoppiato il carico portandolo da 150 mA a 360 mA ... la tensione di inizio scarica pare che non lo abbia nemmeno sentito ... pare che sia un buon segno ma in tutti i modi bisogna arrivare a fine formazione per avere certezze di tutte queste ultime domande.
Per il momento buon anno a tutti.

Fine messaggio.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 1 gen 2018, 6:15

Ho fatto un errore di calcolo.
Accidenti a me.
Ho calcolato dei carichi C10 su tensioni di formazione che non corrispondono ai carichi che diventeranno operativi sotto fotovoltaico con una tensione che si aggira sui 1,93 volt.
La cella-capi32 lavora sui 1,71 volt e la cella-ita lavora sui 1,80 volt.
Per cui i carichi sono maggiori.
Domani con lo stabilizzatore a tensione variabile regolo i carichi C10 sui 1,93 volt e poi vedo la differenza che salta fuori sia a 1,80 volt e 1,71 volt.
E poi forse ho fatto un' altro errore ... ma questo lo devo valutare ... forse ho anticipato troppo la inversione di polarità sulla cella-capi32.
Riguardando le foto che ho fatto sulle celle e quelle che ho visto ultimamente così a occhio l' inversione di polarità della cella-capi32 è stata eseguita con la positiva che aveva un colore non idoneo rispetto a quella della cella-ita.
L' importante è averlo notato.
La cella-ita invece fa cose strane da questa ultima inversione di polarità ... vanno in elettrolisi le negative, elettrolisi finissima, già a 2,12 volt con corrente di carica pari a 80 mA per positiva.
Per fermare l' elettrolisi devo calare a 35 mA per positiva e la tensione scende a 1,90 volt.
Anche questo fenomeno me lo devo studiare.
Le positive della cella-ita si riempiono ancora di solfato per cui non posso mandarle in elettrolisi altrimenti si stacca tutto.
Mi sa che i tempi di ricarica e riconversione sia degli ossidi precedenti alla inversione di polarità e la conversione del solfato che si forma in fase di carica mi porteranno via un sacco di tempo se non voglio buttare il tutto sul fondo della cella.
Tempi lunghi per i troppo buoni ...

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 1 gen 2018, 7:31

Sto osservando un fenomeno strano ... lo visto varie volte ma questo è veramente esagerato.
Come dicevo prima la cella-ita è in elettrolisi con le negative.
Sono andato a controllare se aveva perso materia attiva ma non ne perde neanche un po'.
Però osservando questa elettrolisi ci sta qualcosa che non quadra.
Le micro bollicine di elettrolisi salgono regolarmente in verticale alla loro velocità ... ma in mezzo a loro sembra che ci siano delle bollicine, che sembrano quasi più dei micro vortici, che schizzano a gran velocità da tutte le parti.
Ce ne stanno un bel po' che vanno a tutta birra contro la positiva.
Non è normale questa elettrolisi ... in più sulle positive sta aumentando a dismisura lo strato di solfato.
Ma che roba è ?
Qualcuno a qualche spiegazione ?

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 1 gen 2018, 8:04

Mi sono dimenticato di scrivere che ogni tanto si forma un velo di vapore sulla superficie della cella che poi vola via ... è inodore e la cella è fredda.
Generalmente questo fenomeno lo vedevo quando davo della gran corrente alle piastre con gran elettrolisi e con tensioni a 2,55 volt o 2,60 volt se non oltre.
Qui io sto dando appena 300 mA per piastra positiva e la tensione sta a 2,35 volt.
Vacci a capire qualcosa.
Comunque le positive stanno cambiando colore ... stanno tornando sul marroncino ... ma ci sta parecchio solfato che copre ancora le positive.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 1 gen 2018, 21:59

Bingo.
Ho scoperto cosa è tutta questa solfatazione sulla cell-ita e come si forma.
Non solo ... ora ho anche scoperto come crearla in modo forzato da inizio carica.
Sto provando sulla cella-capi32 la creazione forzata di solfato e la positiva sta facendo il velo di solfato.
Non solo ... ho anche capito il perché a volte la cella funziona meglio a polarità invertita per quello che riguarda l' accumulo e la solfatazione delle positive a quella polarità.
Insomma ... ne ho capito l' intera logica.
Ora farò dei test per vedere se questa nuova scoperta mi porta dei frutti ... ma sicuramente creare solfato vuol dire fare progredire la formazione ... per cui di dubbi ne ho molto pochi.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 2 gen 2018, 6:33

Aggiornamento cella-capi32.

Come preannunciato ho fatto un errore di valutazione nell' invertire la polarità a questa cella e non ha raddoppiato l' accumulo ... è aumentato solo del 40%.
Nell' ultima ricarica ho tirato il collo alla cella con una corrente di carica a 1,5 ampere e ho lasciato per 2 ore una tensione stazionata a 3,1 volt ... non è servito a nulla ... ho fatto progredire la positiva ma le negative sono al palo.
Dovrei far avanzare ancora di più la positiva ma la voglio fare ora la inversione di polarità per vedere come risponde la cella.

Aggiornamento cella-ita.

Questa cella non ha raggiunto ancora il suo limite.
Attualmente con il carico C10 ha 3 ore e mezza di accumulo.
Non sto forzando la produzione di solfato ... voglio vedere dove arriva con i cicli normali.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 3 gen 2018, 9:30

Qualcuno sa rispondere ?

Quando arrivo a fine carica, più o meno su una tensione di 2,46 volts, la positiva ha quasi sempre della solfatazione sulla facciata.

Vorrei sapere:

Devo proseguire la carica sino a convertire il solfato in ossido positivo ?

Oppure:

Devo mettere in scarica la cella per convertire il solfato in ossido positivo ?

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 3 gen 2018, 10:07

Aggiornamento celle.

Cella-capi32.

Questa cella non procedeva più ... massimo accumulo raggiunto 1 ora e 30 minuti.
Le piastre sono state spostate in un' altra cella con soluzione acida a 1100.
Ha già effettuato una scarica ... tempo di accumulo 1 ora e 30 minuti.
Vi è molta solfatazione sulla positiva ... attendo una risposta per sapere quale è la soluzione migliore per sfruttare questa solfatazione.
Ora lo messa in carica di mantenimento.

Cella-ita.

Anche questa cella non procedeva più ... anzi ... più inversioni facevo e più retrocedeva con l' accumulo ... da 3 ore e 30 minuti è scesa a 3 ore.
Anche queste piastre sono state spostate in un' altra cella con una soluzione acida a 1150.
A differenza della cella-capi32, che dopo aver spostato le piastre in una cella con densità acido a 1100 ho proseguito con i cicli di carica-scarica, ho messo subito in inversione di polarità la suddetta senza ciclarla ... giusto per vedere le differenze.
E' in inversione di polarità da 1 ora e staziona a 0,39 volt con un assorbimento di 500 mA per positiva.
Ora vediamo che succede.

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