Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 15 dic 2017, 20:40

Di foto delle fusioni non ne ho fatte.
Di base la testa dei perni delle piastre sfiora la base del contenitore del piombo fuso.
I perni sono forati per cui il piombo fuso passa attraverso i fori.
Il piombo fuso è da inserire da entrambi i lati del contenitore.
La fusione vera è propria avviene dalla testa dei perni sino ai fori in quanto la testa dei perni che sfiora la base del piccolo serbatoio è al limite della fusione.
E' sufficiente riempire a metà il contenitore del piombo fuso.
Comunque si possono fare fori più grossi per fare una fusione di 3 o 4 millimetri oltre i fori.
Ma non bisogna esagerare con la temperatura ... il piombo fuso che entra nella vaschetta si fonde sulla superficie del perno senza fondere l' interno del perno stesso.
Se si fonde l' intero perno la saldatura non è sicura.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 15 dic 2017, 20:50

Per quello che riguarda le ossidazioni delle piastre tramite i vapori dell' elettrolisi ho dei dubbi pure io.
Però vedendo che le piastre una volta estratte dalla cella e parcheggiate per qualche mese procedono con la formazione solo perché sono all' aria aperta un tentativo lo voglio ugualmente fare.
Terrò sotto osservazione le piastre e ne controllo il livello di ossidazione.
Se vedo che si ossidano come se fossero sommerse nella soluzione acida le lascio macerare in quel modo per una settimana ... poi andrò a riempire la cella e farò qualche ciclo per vedere cosa riesce ad accumulare ... se il sistema funziona la torno a svuotare lasciando coperte le piastre del solito 10% di soluzione acida e proseguo con l' ossidazione.
Che funzioni o che non funzioni almeno ci abbiamo provato.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 2:11

Ecco, dopo 6 ore di elettrolisi, la colorazione delle piastre in formazione con i vapori di acido solforico.
Forse tra 10 anni sono formate ...
Allegati
Ossidazione a vapore-positiva.jpg
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Ossidazione a vapore-negativa.jpg
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 2:24

Ora eseguirò, con le stesse piastre, un nuovo test di formazione.
Partirò con una densità di acido a 1050 ... forte corrente di carica sino a far diventare la positiva nera e inversione di polarità diretta, senza scarica, con poca corrente di carica per una prima parte di inversione molto lenta ... una volta che arriva a 1,80 volt alzo la corrente di carica sino a far diventare la positiva nera ... poi altra inversione di polarità ... e via così.
Questo sistema lo eseguito con le ultime piastre su cui ho fatto il test degli ampere di spunto.
Ho eseguito questa formazione per una settimana e poi ho fatto le ricariche normali ... pare che sia avanzata molto velocemente con la formazione ... solo che le piastre erano già da 2 o 3 mesi in formazione per cui non so se il sistema è efficace.
Ora lo provo su piastre nuove e vediamo che salta fuori.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 3:04

Prima di fare questa operazione sulle piastre nuove voglio eseguire questo tipo di formazione su una cella che stenta a progredire.
La cella è composta da 2 positive e 3 negative senza buste.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 3:19

Nel frattempo che eseguo questi lavori la cella che contiene le piastre parcheggiate da 8 mesi ha fatto 3 cicli completi di carica e scarica.
Rammento che la cella aveva raggiunto i 6 Ah prima di parcheggiarla.
Nell' ultima scarica ha raggiunto un accumulo pari a 9 ore e 50 minuti con un carico da 500 mA.
Se riesco a portarla a 12 ore di accumulo sempre con lo stesso carico la cella è ritornata ai sui 6 Ah ... poi vediamo se va oltre.
La cella ha 2 positive e la sto caricando con 2 Ampere di corrente ... 1 ampere per positiva.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 16 dic 2017, 15:52

Ho l'impressione che usi correnti troppo elevate...... Occhio che correnti elevate fanno prima, ma sfaldano il materiale.
O hai esperienze che dicono il contrario?
Non capisco cosa intendi per "piastre nere" (si vedono nere sulle foto......), in teoria le positive dovrebbero diventare marroni scure, non nere.
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 17:30

Diventano nere perché hanno fatto l' inversione di polarità ... per cui è grigio chiaro che diventa nero ... vi è solo una velatura di marrone ma è solo superficiale ... se la togli col pennello le piastre sono nere con al massimo qualche chiazza qua e la marroncina molto scura.
Poi man mano che si scaricano si schiariscono e prendono il colore marrone ... e nere non lo diventano più se le cicli normalmente.
Le correnti elevate non le uso ... uso tensioni di fine carica elevate.
Arrivo con tensioni di fine carica tra 2,70 volt e i 2,80 volt ... talvolta anche i 2,90 volt.
Poi non scarico la cella ... inverto direttamente la polarità e regolo la corrente di carica su circa 1 Ampere.
Se fa elettrolisi abbasso la corrente.
Qui stiamo parlando di un lavoro che applico su una cella che ha 2 positive e 3 negative con misure 14X10 centimetri.
Una volta invertita la polarità la corrente di carica si abbassa notevolmente e allora la torno ad alzare.
Solo che a volte trova una specie di "resistenza" alla risalita di tensione appena si è invertita la polarità.
Generalmente si blocca sui 0,60 volt o giù di li ... poi lentamente scende sino a 0,40 volt e poi si sblocca di colpo e risale sino a 1,80 volt ... ma in gran parte questo problema sussiste solo quando la cella ha ciclato normalmente ... se si usano le ricariche per scaricare la cella questo problema sparisce.
Allora ... regolo la tensione di carica in modo che la cella stia tra i 2,15 volt e i 2,20 volt ... in tutti i modi non devo passare i 2,20 volt.
La lascio in carica sino a quando vedo le negative diventare di un grigio molto scuro con velatura marrone scuro.
Arrivate a questo colore innalzo la corrente di carica e mi porto sui 2,50 volt ed inizio l' elettrolisi e la lascio andare su di tensione sin dove riesce ad arrivare ... generalmente tra i 2,70 volt e i 2,80 volt ... in questo modo ripulisco le piastre dalle scorie residue che si staccano dalla ex positiva.
Quando vedo le ex positive diventare negative con un colore grigio molto chiaro o quasi metallico ormai le positive sono nere perché hanno quella punta di grigio scuro derivante dall' inversione di polarità.
A quel punto inverto la polarità e ricomincio da capo.
Il problema di questo sistema è che lo si deve fare manualmente perché ad ogni inversione di polarità cambiano tensioni e correnti di carica.
In tutti i passaggi che si fanno sino alla tensione 2,20 volt è tassativo evitare l' elettrolisi ... specie quando fa resistenza all' inversione e anche quando si tara le tensione di carica a 2,20 volt ... questo perché se la corrente di carica è troppa le negative vanno in elettrolisi e mentre fanno elettrolisi rilasciano un sacco di polverina bianca ... tutta materia attiva che se ne va a ramengo e il guadagno alla fine è minimo o inesistente.
Solo quando le negative sono diventate positive si può alzare la corrente di carica e mandarla in elettrolisi.
E' chiaro che un po' di materia attiva si stacca da entrambe le tipologie di piastre ma è solo una minima parte perché in gran parte sono scorie residue che è la causa dei blocchi di formazione.
Attualmente non ho mai scritto filo e per segno tutta la procedura perché varia ad ogni inversione ... ma dopo una settimana di questo lavoro i risultati si vedono.
Tendenzialmente dopo 2 giorni faccio un test di accumulo per vedere se ho progressi ma normalmente vado di lungo una settimana.
Comunque si può capire se sta progredendo guardando i tempi di inversione di polarità.
Tendenzialmente ad ogni ciclo aumentano un pelo.
Io eseguo questo tipo di inversione perché gli ossidi sono "freschi" e non hanno fatto cicli di carica e scarica normali.
Se le faccio ciclare per portarle al massimo della loro capacità e poi inverto la polarità perché si bloccano allora diventa un problema.
Quello che importa è aumentare la massa degli ossidi sulle piastre ... e se non le cicli è meglio perché è come se si indurisse la materia attiva e hai un sacco di materiale attivo che si stacca in blocchi ... se invece non la cicli la materia attiva resta "morbida" e molto più convertibile e riesci ad aggredire meglio il piombo ... questo perché a fine processo di inversione le negative sono tra il bianco e il metallico ... ed è il momento giusto per invertire la polarità.
Altra cosa importante è che quando l' elettrolita evapora e bisogna fare un aggiunta va sempre fatta una aggiunta con acido con densità 1100 che è la densità su cui parto con questo tipo di formazione ... man mano che si sale di densità meno materia attiva viene aggredita ... e vai avanti cosi sino ad arrivare a 1200.
Finito l' ultimo ciclo di carica con la cella a polarità invertita e con le positive nere e negative metalliche si riporta la densità a 1100, si inverte la polarità e si ripete il ciclo di inversione.
Si portano le negative metalliche e le positive nere ... si applica il carico C10 e si inizia a ciclare la cella normalmente e si vede dove si è arrivati.
E' probabile che quando farà elettrolisi con la densità portata da 1200 a 1100 il liquido della cella diventi marrone ... è normale.
Quando farete la seconda ricarica dei cicli normali fermate la tensione a 2,50 volt e lasciatela su quella tensione per 15 minuti come consolidamento ad ogni ricarica.

Altro sistema di inversione di polarità e quella aggressiva ... gran correnti di carica senza badare alla materia attiva che si stacca ... cella sempre in elettrolisi.
Anche qui si parte con densità 1100 e la si porta a 1200 man mano che si fanno le aggiunte e poi si ritorna a 1100 per ciclarla normalmente.
In questo modo si gretola meglio la superficie la piombo e aumenti di capacità.
Le tensioni di fine carica devono stare tra i 2,80 volt e i 2,90 volt.
L' elettrolisi deve essere fatta di bollicine finissime e molto fitte ... non si devono vedere le piastre all' interno ... evitare le bolle grosse.
E' un modo che mi ha dato frutti ma ho dovuto ripulire varie volte le celle perché si riempivano di parecchia materia attiva e si vedeva l' assottigliarsi delle piastre ... però è nettamente più rapido.

In tutti e due i sistemi però non sono mai riuscito a trovare un equilibrio per rendere la formazione costante ... il costante cambiamento della superficie delle piastre e degli ossidi ti portano sempre a regolarti momento per momento sia sulla corrente di carica e sia sulla tensione di carica ... a parte la formazione aggressiva.
E' un anno e mezzo che ci lavoro sopra ma non sono ancora riuscito a trovare la linearità.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 18:09

Mi sono dimenticato una cosa.
Quando si inverte la polarità con la ricarica fate attenzione a non mandare in elettrolisi le positive che avete in quel momento ... già di per se scaricare la cella con la ricarica è dannosa per gli ossidi positivi.
Regolate la corrente di carica facendo in modo di simulare un carico.
Se ad esempio con un carico C10 e con densità 1100 la cella staziona ad inizio scarica sui 1,93 volt fate in modo che con la ricarica stazioni sulla stessa tensione.
Non date correnti di carica che simuli un C5 o peggio ancora un C1.
Se tutto va nel modo giusto ad ogni inversione di polarità i tempi di inversione da inizio scarica sino a 1,73 volt con densità 1100 si allungheranno di parecchio.

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Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 18:30

Altra cosa.

Se volete fare questo tipo di formazione su piastre che hanno ciclato normalmente è facile che la resistenza che viene opposta dalle piastre all' inversione non se vada subito al primo ciclo di questa formazione con inversione tramite ricarica.
Il problema si risolve in 2 modi.
O andate avanti come se fosse niente ... però ci vorranno un tot di cicli per togliere questo problema ... oppure ... finito il fattore resistenza si ricarica la cella e gli si eseguono 2 o 3 cicli completi di carica e scarica normale con un carico.
Il primo ciclo di scarica generalmente rende pochi minuti dopo l' inversione di polarità ma già al secondo ciclo l' accumulo è molto più elevato.
Fatti questi 2 cicli riprendete la scarica con la ricarica ... generalmente questo fattore resistenza dovrebbe sparire.
E' importante farlo sparire questo problema altrimenti la cella fatica a procedere nella formazione.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 16 dic 2017, 19:33

Un' altro sistema che pare che renda, ma non l' ho mai portato avanti, è fare le scariche con le ricariche simulando al 100% un carico resistivo.
Ad esempio ... se nell' inversione di polarità trovate resistenza da parte delle piastre lasciate perdere ... tornate a rimettere l' ultima polarità e calcolate il carico giusto ... se ad esempio il carico resistivo precedente è di 400 mA ricaricate con 400 mA.
La tensione ad inizio scarica si attesta come se fosse un carico resistivo ma scenderà un po' più rapidamente.
Poi potete scegliere se andare avanti in questo modo o invertite la polarità per vedere se avete vinto la resistenza delle piastre.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 0:30

Al momento ho ripreso questo tipo di formazione.
Ricarico la cella sino a 2,60 volt e la scarico in inversione di polarità.
Però, se non tocco nulla dell' attuale configurazione del carica batterie tutti questi dati di partenza varieranno.
Ho fatto 2 cicli completi con questo sistema.
Nella ricarica precedente la tensione di fine carica stava a 2,70 volt e ho regolato la scarica con una carica in inversione di polarità a 400 mA. ... la tensione di inizio scarica stazionava su 1,96 volt.
Nell' ultima ricarica la tensione non ha superato i 2,60 volt e in fase di scarica invertendo la polarità la corrente di carica è passata da 400 mA a 500 mA ... la tensione di inizio scarica staziona a 1,95 volt.
Guardando i 2 cicli che ho fatto si intuisce che la cella sta aumentando di capacità.
Andrò avanti così per un po' e se vedo che funziona automatizzo il tutto.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 2:15

Terminata la seconda scarica.
La prima scarica aveva totalizzato 1 ora e 16 minuti di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con una corrente di ricarica a polarità invertita da 400 mA ad inizio scarica ... con densità 1150 e temperatura della cella a 7 gradi.
La seconda scarica ha totalizzato 1 ora e 53 minuti di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con una corrente di ricarica a polarità invertita da 500 mA ad inizio scarica ... con densità 1150 e temperatura della cella a 5 gradi.
Ho controllato la corrente di carica, per eseguire la scarica, dell' ultimo ciclo ... ad inizio scarica è a 500 mA ... verso metà scarica sta a 400 mA e a fine scarica, con tensione a 1,75 volt, sta a 300 mA.
Ho rimesso in carica la cella e la corrente di carica è aumentata ... prima stava ad 1,50 Ampere e ora si era portata a 2,20 Ampere ... ora lo abbassata a 1,25 Ampere e la tensione di inizio carica staziona sui 2,14 volt.
Al momento le colorazione delle piastre sono buone e i fori delle piastre sono perfettamente puliti e formati.
La soluzione acida è perfettamente trasparente e sul fondo della cella ci sta poca materia attiva.
Quando arriverà a bloccarsi farò 3 o 4 cicli completi di carica e scarica applicando un carico resistivo C10 per vedere i tempi di accumulo reali.
Se è tutto ok inverto la polarità e continuo con la procedura.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 2:58

Altra cosa che mi sono dimenticato di segnalare.

Ad inizio di procedura di inversione di polarità i cicli di ricarica delle piastre hanno 2 step di ricarica.
Una volta regolata bene la corrente di inizio carica la tensione staziona sui 2,15 volt ... che è la tensione ideale per la ricarica.
Poi dopo si vede che la tensione aumenta rapidamente.
Se la cella si torna a bloccare tra i 2,30 volt e i 2,35 volt, o giù di li, vuol dire che si hanno le negative in elettrolisi e le positive non sono ancora in elettrolisi ... bisognerà aspettare ancora un po' per vedere risalire la tensione rapidamente sino a 2,50 volt od oltre.
Se succede questo è un buon segno ... la cella progredisce ... se vanno in elettrolisi entrambe le tipologie di piastre contemporaneamente vuol dire che si sono allineate e sino a quando la cella progredisce si va avanti con la formazione ... però con tempi di accumulo un po' più contenuti.
Sinceramente questo sistema di formazione non so dove porta perché non lo mai seguito sino in fondo ... lo avevo applicato nei primi tempi che sperimentavo ... ma a quei tempi avevo fretta di vedere dei risultati e se non vedevo nulla di veloce nei tempi di accumulo scartavo il progetto senza pensare a qualche variabile da applicare ... i classici errori di chi all' inizio non ha pazienza ... e qui di pazienza ce ne vuole tanta.
A quasi 2 anni di test ho maturato questa pazienza e cerco sempre delle variabili ad un progetto prima di buttarlo definitivamente.
Dal momento che non sempre scrivevo tutto, come faccio ora, non ricordo il perché avevo scartato questo sistema ... ora lo riprendo e vedo dove stava l' intoppo.
Al momento pare che vada tutto bene.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 3:50

Ora ho un interrogativo da fare agli addetti ai lavori.
Guardatevi questa foto.
Le positive a fine carica hanno una colorazione grigia.
Erano perfettamente marroni quando erano scariche.
Terminata la carica invece di diventare color marrone scuro diventano grigie ... e tendenzialmente la cella progredisce in accumulo in modo esorbitante con un carico resistivo.
Questo cambio di colore a fine carica lo visto già un sacco di volte ma nessuno non mi ha mai spiegato il perché.
Se vedete bene un bordo superiore di una positiva è marrone ... questo perché ho grattato con la parte metallica di un pennello ... quella parte metallica che tiene le setole del pennello bloccate, per vedere se sotto la piastra è marrone.
Ho dovuto grattare con la parte metallica del pennello perché questa superficie grigia è quasi solida ... non polvere che si toglie con le setole del pennello e sporcano di pulviscolo la soluzione acida ... ho staccato grani di materia grigia che è anda subito sul fondo della cella.
Come mai a volte succede questo ?
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Positive a fine carica color grigio.jpg
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 4:12

Altra cosa che sto notando è l' aumento degli ossidi sulle negative.
Queste sono piastre raspate e generalmente i solchi delle raspate non spariscono così facilmente.
Su queste negative si è creato in pochissimo tempo una superficie di ossido che sembrano quasi piastre lisce.
Forse so il motivo del perché avevo abbandonato il progetto ... a quei tempi usavo correnti di carica elevatissime ... usavo un carica batterie pronto avviamento e su una cella di 2 Ah gli sparavo dai 15 ai 25 ampere di carica per ore.
Quelle povere celle passavano i 40 gradi di temperatura in inverno e bollivano come se fosse acqua pronta per buttar giù la pasta.
Ho fatto delle cose da pazzi.
Una volta vado in garage e mi ritrovo la batteria con i perni di collegamento delle piastre negative totalmente bianchi ... e il bianco si era propagato sulle barre filettate sino quasi al collegamento con la positiva della cella accanto.
Ho tolto il tappo delle celle e tutte le negative erano bianche come la neve e avevano raddoppiato lo spessore.
Mi sono chiesto " che cavolo è sta roba qua ? ... ora ci penso ..." ho collegato 3 carica batterie in parallelo e ho sparato 40 ampere di carica sulla batteria da 2 Ah per 2 ore ... ad un certo punto mi sono saltati i tappi delle celle per aria ... una puzza di acido pazzesca e liquido che usciva dei buchi dei tappi.
Ho fermato tutto e ho fatto riposare la cella per qualche ora ... però avevo tolto tutta la povere bianca che stava dappertutto.
Ho fatto robe dell' altro mondo.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 4:35

Sono andato a controllare la cella che nel frattempo lo messa in scarica ... aveva raggiunto una tensione di fine carica a 2,46 volt e l' elettrolisi era minima.
La corrente di fine carica è scesa a 800 mA ... una delle letture più basse fatte sino ad ora a fine carica.
La tensione ad inizio scarica staziona su 1,96 volt.
La corrente di carica per scaricare la cella a polarità invertita è scesa a 260 mA.
Le positive sono tornate marroni ... un marrone abbastanza scuro.
Le negative si stanno leggermente scurendo ... ma è normale in fase di scarica ... specialmente quando le scarichi con una corrente di carica a polarità invertita.
Al momento lascio stare tutto così ... vediamo che salta fuori.

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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 8:37

Terminata la scarica della cella.
La prima scarica aveva totalizzato 1 ora e 16 minuti di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con una corrente di ricarica a polarità invertita da 400 mA ad inizio scarica ... con densità 1150 e temperatura della cella a 7 gradi.
La seconda scarica ha totalizzato 1 ora e 53 minuti di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con una corrente di ricarica a polarità invertita da 500 mA ad inizio scarica ... con densità 1150 e temperatura della cella a 5 gradi.
La terza scarica ha totalizzato 4 ora e 56 minuti di accumulo da inizio scarica sino a 1,75 volt con una corrente di ricarica a polarità invertita da 260 mA ad inizio scarica ... con densità 1150 e temperatura della cella a 2 gradi.
Nella foto i colori delle piastre a cella scarica.
Quando la cella ha finito la scarica ho tolto la corrente e ho provato ad appoggiare per qualche secondo un carico resistivo da 500 mA.
La tensione è scesa a 1,60 volt contro gli 1,75 volt della scarica con ricarica.
Ce da dire però che a fine scarica la corrente di ricarica era a 140 mA.
Da notare la differenza del bordo della positiva dove ho grattato con il pennello ... è nettamente più chiaro.
Allegati
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da Ferrobattuto » 17 dic 2017, 11:20

Sinceramente per molti dei tuoi quesiti non ho risposte....... Alcuni di noi si sono cimentati con prove sulle Planté, ma mai con tante tipologie di cariche e scariche così diverse.
A suo tempo feci una prova con un elemento Planté se ricordo bene con quattro negative e tre positive lisce, spesse 3mm circa, alla fine avevo qualche amperora di capacità, ma non potei terminare la prova perché per sopravvenute disgrazie in casa la cella rimase in carica per 10 giorni senza controllo. Alla fine si era sfaldato tutto......
Però fino a quel punto le inversioni erano andate bene facendo procedere la formazione e l'ispessimento del materiale attivo sulle superfici, per cui poi ho accantonato la prova concludendo che il sistema funzionava. Io però usavo correnti di carica e scarica molto leggere, protratte per molte ore.
Se non sbaglio anche Dolomitico ha fatto prove simili, nel caso ne parlerà lui.

Tornando alle tue foto, in questa ultima le piastre hanno una colorazione molto più "sana" che nelle precedenti. mentre per quel che riguarda la sostanza grigia sulle positive che hai sfaldato col pennello ed è caduta subito sul fondo, a me viene da pensare che sia piombo metallico che non ha partecipato alla reazione. Il perché si formi da qui non posso dirtelo, immagino che dipenda dalle condizioni con cui fai i test.
Posso solo pensare che qualche valore non sia corretto, o nella tensione di fine carica o nella corrente impiegata o nella densità dell'acido.
In genere la tensione di fine carica per una prova del genere dovrebbe essere di 2,7V per elemento e 1,75V a fine scarica, la corrente sia di scarica che di carica intorno a C/10, meglio se C/20 protratta per 12 o per 24 ore, la densità dell'acido nell'elettrolita a fine carica di 1280 g/L e a fine scarica di 1100 g/l.
Può variare leggermente a causa delle temperature ambienti, ma per temperature "normali" casalinghe i valori sono quelli. Per le Fauré di tipo stazionario soggette a correnti contenute rispetto alla capacità totale in genere si possono usare densità leggermente più basse, ma di soli 50 g/L, ossia massimo 1230 g/L e minimo 1050 g/L.
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Re: Nuove sperimentazioni su celle e batterie Plantè

Messaggio da ITA815 » 17 dic 2017, 11:20

Aggiornamento.
Ho tenuto d' occhio le piastre in fase di carica per vedere come cambia la colorazione.
Questa ricarica ha richiesto più corrente ad inizio carica ... da 1,2 ampere siamo passati a 1,4 ampere.
Ora la carica è quasi terminata e la corrente di carica è scesa a 200 mA.
Le colorazioni delle piastre positive sono queste.
Marrone abbastanza scure ad inizio carica come si vede in foto.
A metà carica diventano quasi nere con una velatura tra il marroncino chiaro e il grigio chiaro.
A fine carica diventano grigie, sembra che tornino metalliche.
Nella carica precedente non ho fatto consolidamento quando sono arrivato a fine carica ... questa volta lo faccio per vedere se cambia ancora il colore delle piastre.

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