Come recuperare il piombo da accumulatori esausti.

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Come recuperare il piombo da accumulatori esausti.

Messaggio da Ferrobattuto » 5 gen 2013, 22:38

Questa discussione dovrebbe intitolarsi "Piombo nuovo da vecchie batterie"..... :mrgreen: Come l'avevo intitolata nel 2008 da un'altra parte. Ma per correttezza e per non creare confusione sui motori di ricerca ho preferito cambiare il titolo. Il sottotitolo era: "Come recuperare il piombo da accumulatori esausti". A quel tempo contribuirono molte altre persone, che non sono presenti in questo forum, ma anche Dolomitico, con molte prove e diverse foto interessanti. Non so se le abbia ancora o se possa recuperarle in qualche modo, sarebbe molto bello se potesse rimetterle, insieme alle sue ottime spiegazioni su cosa stava facendo in una sua sperimentazione parallela.
Attualmente in questo forum ci sono persone di buona esperienza in vari campi, tra cui anche forni e crogioli, come Mastrovetraio, e spero si possa concludere qualcosa di più.

Abbiamo visto che per poter realizzare degli accumulatori autocostruiti bisogna eliminare alcune difficoltà. Una è quella dei contenitori, che debbono essere robusti e capienti, possibilmente, ma non necessariamente, trasparenti. Un'altra è quella di stabilire bene la forma e lo spessore delle piastre, cosa da cui dipenderanno la futura durata e la funzionalità. E una terza è quella di procurarsi diversi quintali di piombo..... Che attualmente non ha proprio dei prezzi "popolari". :mrgreen: Ce ne sono altre, ma per ora sono marginali.

Fino a qualche tempo fa era molto facile recuperare vecchie batterie d'auto, a volte purtroppo anche buttate vicino ai cassonetti o addirittura per i fossi. Adesso molto meno, in quanto con la penuria cronica di piombo vengono pagate un tanto al chilo, per cui meccanici e rivenditori fanno a gara a recuperarle. Comunque rimane ancora un modo per procurarsi del piombo a basso costo, poi alcuni di noi ne hanno ammucchiate diverse centinaia di chili in "posti sicuri", sia dal punto di vista ecologico e legale che dal punto di vista dei furti.

I primi tentativi che feci si limitavano al recupero del piombo metallico residuo in alcuni vecchi accumulatori, di quelli molto vecchi, con cassetta in ebanite nera. Ad onor del vero in quel tipo di accumulatori se ne recuperava parecchio: ponticelli molto grossi saldati ai pettini dei reofori delle piastre, pettini anche molto robusti, e piastre spesse un paio di mm, perciò con griglie di tutto rispetto. Una da 32Ah, ex Fiat 500D e l'altra ad occhio e croce (mancava qualsiasi etichetta) da 75-80Ah, da camioncino.
Mi scuso per le foto, non molto chiare, ma a quel tempo non avevo ancora una fotocamera e le facevo col cellulare. Sono in 640x480, non sempre nitide.

La batteria più grande:

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La più piccola:

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Naturalmente prima di procedere bisogna svuotarle accuratamente di tutto l'elettrolita. Per farlo basta metterle a testa in giù sopra una bacinella di plastica e lasciarle sgocciolare qualche ora, o meglio tutta una notte. Ne esce un liquido che dovrebbe essere incolore come l'acqua, ma di solito è sporco della polvere delle piastre interne, che con l'uso si sbriciolano, per cui è più o meno marrone, del colore dell'ossido di piombo che compone le piastre positive, che sono quelle che si rovinano di più. L'elettrolita esausto si può lasciar decantare bene, i sali di piombo sono molto pesanti e vanno velocemente in fondo, poi recuperare e conservare in una tanica di plastica. Con l'aggiunta di altro acido solforico e l'aiuto di un densimetro si può ripristinare la densità e riutilizzare. Oppure si può lasciar evaporare al sole o su una fonte di calore per fa restringere e addensare la soluzione fino alla densità giusta.
Per non correre rischi sarebbe meglio usare dei guanti di gomma spessa, da lavoro, se ne trovano dai ferramenta, proteggersi con un grembiule di gomma o comunque impermeabile, oppure usare vestiti antiacido, si trovano delle tute per elettrauto in tessuto che non si corrode. Attenzione agli schizzi, soprattutto sugli occhi, e usare tutte le precauzioni possibili, ricordiamoci che siamo in presenza di acido solforico e composti di piombo "non propriamente salutari". :mrgreen:
Sarebbe bene anche effettuare un lavaggio interno con acqua prima di aprirle, riempiendole e vuotandole più volte, ma ognuno si può regolare come crede.

Queste vecchie batterie sono sigillate con catrame, per cui con un po' di attenzione si possono aprire facilmente. Si scalda lentamente il catrame, con una fiamma a gas messa al minimo, passandola delicatamente intorno ai coperchi, uno alla volta, e si asporta il catrame dalle fessure man mano che si fonde con un cacciavite a lama piatta. Scaldando lentamente e con precauzione, l'ebanite è una "gomma supervulcanizzata", ossia una gomma solida, e ha la spiacevole abitudine di ammollarsi prima e di prendere fuoco poi.... ;)

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Tolto più catrame possibile e scoperti i ponticelli tra gli elementi, questi si debbono tagliare con una lama di seghetto, o anche la punta di una sega a sciabola per legno, che il piombo è molto tenero, poi dopo scaldato ulteriormente nelle fessure che contenevano il catrame si fa leva coi cacciaviti sotto i tronconi dei ponticelli e si sfilano con precauzione gli elementi dal contenitore.

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Il primo elemento semi sfilato.

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Si vede bene con quanta buona tecnologia venivano costruti quegli accumulatori..... Dopo almeno tre decenni passati tra fossi e discariche ancora si vedono i separatori integri (li ho tutt'ora conservati.....), e si vede anche quanto piombo veniva usato per i collegamenti.
Questa invece è quella più piccola, un po' più malandata, ma di certo non "disfatta" come succede a quelle di adesso.....

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Di queste batterie non sono riuscito a recuperare integri i coperchi, in quanto fusi attorno ai passanti dei ponticelli. Per farlo si sarebbero dovuti forare i resti dei ponticelli in corrispondenza dei terminali tondi uscenti dai coperchi, con una punta di diametro adeguato, lavoro lungo e delicato, di incerta riuscita. A me non servivano, volevo solo recuperare il piombo. Adesso me ne sono pentito, che in quei contenitori avrei potuto tentare di ricostruire una batteria per mio uso e consumo.
Per recuperare il metallo, ma anche per curiosità mie e altrui, ho aperto delicatamente un elemento, separando le piastre e sfilandole dai separatori. L'elemento è composto da piastre positive (rosse) e piastre negative (grigie) intercalate tra loro e distanziate da separatori isolanti in plastica spugnosa antiacido.

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Ecco le piastre, separate dal "pettine" di connessione.

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Con un po' di pazienza mi bastò batterle leggermente su un secchio di ferro, facendo cadere i resti del materiele attivo e recuperando le griglie, che come si vede sono molto robuste, confrontate con quelle di adesso, mentre i ponticelli, i reofori coi pettini e i poli si sono potuti fondere così com'erano.
Parte del metallo recuperato.

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Quì sotto il sistema usato per fondere il tutto. Una vecchia forgia da fabbro, il fondo di una bombola da 10Kg come crogiolo, una "lingottiera" fatta con ritagli di lamiera di ferro da 2mm, e un "lingotto" del peso di 5Kg.

Immagine

La percentuale di piombo che riuscii a recuperare in questo modo non fu un granché:

Peso totale della batteria integra 36Kg
Peso della scatola vuota, dei separatori, delle briciole, dei coperchi e del catrame 10Kg
Peso del piombo ricavato 6Kg
Ossidi in briciole, tutto il rimanente.

Ovvia delusione, naturalmente, soprattutto dopo tutto il lavoro e la cura che ci avevo messo.
E' pur vero che in una batteria moderna, nonostante si rovinino e si sbriciolino di più di queste vecchie, è probabile che si possa ricavare una percentuale sul peso totale leggermente maggiore, in quanto i contenitori sono leggerissimi e molto più sottili, in confronto a quelli così vecchi in ebanite, ma il metallo resta sempre poco.
In compenso ho recuperato entrambi i contenitori, ancora in ottimo stato, lavati e puliti dal catrame con un po' di benzina sono tornati come nuovi, poi il gruppo dei separatori, di cui alcuni usati per questa prova quì: viewtopic.php?f=7&t=86#p809

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In un secondo momento, arrovellandomi su come poter recuperare altro piombo da briciole ossidi e rimasugli vari, mi tornò in mente il sistema di "riduzione" col carbone, usato negli altiforni per convertire in ferro metallico gli ossidi dei minerali. Così mescolai uguali volumi di ossidi e briciole con carbone sbriciolato, e misi il miscuglio sui carboni accesi della forgia: appena arroventato il miscuglio dal foro inferiore dove soffia l'aria cominciò a colare piombo liquido. Il risultato fu di altri 4Kg di metallo recuperato, ricavato soltanto da parte degli avanzi, per cui decisi che avrei fatto presto altre prove. ;)
Il resto al prossimo post. :)
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Re: Come recuperare il piombo da accumulatori esausti.

Messaggio da Dolomitico » 6 gen 2013, 18:41

Che storia!!!!!
Mi ricordo benissimo,è stata la genesi,mi ricordo di quel giorno che gironzolando su internet ho trovato questa discussione,è nata qui la nostra amicizia.... :woot:
Io la forgia ce l'ho ancora,è bella arruginita visto che da allora non l'ho più usata,anche perchè ha un paio di difetti di costruzione.
Fosse adesso la rifarei in stile forno di fusione con una camera di reazione sopra e una camera di immissione aria e recupero piombo fuso sotto in modo da non fare casini strani.
Mi ricordo che dopo vari tentativi falliti per caso ho scoperto il metodo funzionante,la mia forgia aveva la parte superiore rivestita in refrattari e al centro uno scarico,per far capire era simile a un lavandino con lo scarico al centro.
Il mio problema era la temperatura troppo bassa,non si innescava nessuna reazione,poi un di ho provato a collegare al posto della ventola tangenziale un compressore da 50 lt,come ho sparato l'aria dopo poco ho sentito una vera pioggia di piombo metallico,in pratica l'aria ha accellerato la temperatura innescando la reazione di riduzione,peccato che poi il piombo metallico scendesse per lo stesso foro in cui saliva l'aria fredda che si ostrui di piombo :mrgreen:
Motivo per cui l'aria deve entrare sotto il fuoco ma il piombo fuso bisogna convogliarlo fuori da un'altra parte.
Il perchè mi sono fermato è il fumo tossico,è un fumo tremendo,e volevo fare un aspiratore con un filtro ad acqua composto da dei getti come quelli degli spruzzini che abbattendosi sui fumi li pulissero dalle sostanze fumose,in pratica è roba solforosa,e innaffiandola di acqua si ricrea acido,che non viene rilasciata nell'ambiente,un po come un lavaggio auto ma fatto con il fumo.
Basterebbe un bidone in plastica per recuperare l'acqua,un tubo di plastica,dei getti,e una ventolona aspiratrice,nulla in metallo che senno credo si corroderebbe presto.
Le foto non so che dirti Ferro,dovrei guardare,provo a recuperarle da dove le avevo postate.
Quanti bei ricordi...... :rolleyes:

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 7 gen 2013, 9:59

Prima domanda. Ovviamente si cerca di recuperare tutto il piombo possibile. Ma non ho capito se bisogna anche recuperare ossido di piombo e solfato di piombo, o se ossidi e solfati non interessano e vanno riconvertiti in Pb metallico.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 7 gen 2013, 10:27

mastrovetraio ha scritto:Prima domanda. Ovviamente si cerca di recuperare tutto il piombo possibile. Ma non ho capito se bisogna anche recuperare ossido di piombo e solfato di piombo, o se ossidi e solfati non interessano e vanno riconvertiti in Pb metallico.


Diciamo che dipende da cosa si vuole fare,se l'obbiettivo è di avere celle come le cilindriche di hall allora basta recuperare il piombo metallico che già trovi in giro,gli ossidi li macini e li recuperi a parte per avere materia attiva,il trattamento con la riduzione degli ossidi serve per recuperare quanto più piombo metallico possibile.
Nel caso vorresti costruire delle plantè la riduzione degli ossidi è la via più facile,il piombo semplicemente si fonde e fuoriesce da tutti gli interstizzi delle piastre,o di quello che ne è rimasto,mentre gli ossidi che sono pesantemente solfatati,tramite l'alta temperatura vengono privati dell'ossigeno che viene mangiato dal fuoco e quindi il piombo torna metallico,e la parte solforosa viene liberata nell'aria,oltre che pericolosa per la salute sarebbe meglio evitare che andasse in giro nell'ambiente.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 7 gen 2013, 14:58

Non sono in grado di stabilire quale sia la batteria "migliore" da costruire. Da quello che ho letto qui io vorrei poter costruire elementi da 2 volt che siano di facile manutenzione, più che di lunga vita. Penso che dovrebbe esistere una via di mezzo tra piastre da 1 cm e piastre da 1 mm che troviamo nelle batterie da autotrazione. Ricordo che 40 anni fa le batterie le aprivano, cambiavano l'elemento in corto e la batteria andava. Vedo qui che voi cercate di fare una batteria che duri almeno 20 anni. Mi chiedo se sia conveniente in termini di materiale impiegato e come rendimento. Io immagino batterie con tappo di scarico dell'elettrolita, facili da aprire, facili da riparare, con il minimo di Pb. È possibile?

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 7 gen 2013, 15:19

Beh,dipende,a me per esempio non serve una batteria che duri in eterno,mi serve una batteria che ha buone prestazioni e se dopo 10 anni è rovinata che sia facile da rifare.
Ora su un vecchio manuale che ho qui di inizio 900 spiega per bene molte modalità su come fare una batteria,quelle che a me interessano di più sono le "tommasi".
Per farti capire sono simili alle tubolari,ma invece che tante asticelle di piombo hanno un elemento centrale fatto a X in piombo alto quanto serve per la batteria,il fondo tappato altrimenti fuoriesce tutto e l'esterno è composto da un separatore che trattiene gli ossidi attorno alla X,in pratica un po come ha fatto hall sulle sue cilindriche,ma invece che un grande elettrodo,tanti elettrodi in più,diciamo che 9 elementi da 5X5X25 cm di profilo li danno per 320 ampere di capacità,non vanno in corto e sono belli solidi se fatti bene.
In questo caso non serve fare la sottrazione degli ossidi,ma se vuoi fare delle plantè ti serve molto piombo.
Ora che da la capaicà sono gli ossidi,quindi se parti da una lastra di piombo gli ossidi si producono nel tempo,e la cella se non va in corto dura fin che dura il piombo metallico,se invece gli ossidi ce li mettiamo già noi,con celle già fatte cosi,è più facile intervenire,basta smontare la cella e sostituire l'elemento difettoso.
Però questo con la riduzione non c'entra.

Ps:ho trovato il manuale,a chi interessa è questo 27MB
http://archive.org/download/secondaryba ... blrich.pdf

A pag 129 trovi le tommasi e vedi cosa intendo

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 7 gen 2013, 22:00

Diciamo che anche a me, che ho 62 anni, un banco batterie che duri trent'anni interessa relativamente..... :mrgreen: Va de se però che per essere concepito per durare tanto, deve necessitare anche di poca manutenzione ed essere robusto. Inutile fare degli accumulatori che abbiano necessità di metterci le mani sopra continuamente. ;) Al limite un controllo della densità una volta ogni qualche mese, e un controllo dell'uniformità delle singole tensioni ogni tanto, giusto per capire lo stato dei singoli elementi.
Ma diciamo che almeno una quindicina - vent'anni sarebbe bene che durassero.... Anche perché coi tempi che corrono non si sa bene se seguiteranno a darmi/ci la pensione, e doversi mettere con le mani in pasta ad acqustarne o costruirne delle altre sarebbe difficoltoso. Per l'età e per i costi. Mentre se durassero veramente una trentina d'anni..... L'onere toccherebbe a chi resta. ;)
Per cui meglio non lesinare troppo sugli spessori, anche senza esagerare, e sulle capacità.
40 anni fa, Mastrovetraio, le batterie le aprivo e le riparavo. ;) Oggi non si può fare più, non si possono proprio riparare..... Sono fatte apposta così.
Diciamo che tra 1cm e 1mm di misure intermedie ce ne sono parecchie. :D Molto dipende dalla forma delle piastre, certo non 1cm di piombo pieno.... Anche perché non servirebbe a niente.
Direi però che meglio del tappo per lo svuotamento, relativamente facile da fare, sarebbe bene prevedere la possibilità di una facile e veloce estrazione del gruppo piastre, che gli interventi di solito si fanno lì, e quando hai tolto il piombo rovesciare via l'acido è abbastanza facile.
Se si fanno delle piastre lisce meglio che siano sottili, 2mm circa, se si fanno alettate ovviamente vengono più spesse, ma non è detto che il corpo e le alettature debbeno essere spesse, un paio di mm andrebbero bene. Poi dipende dalle proprie capacità e possibilità, di ottenere quegli spessori, e in ultimo dalla robustezza, che altrimenti rischiano di deformarsi le une contro le altre ed andare in corto. Separatori è meglio non metterne, per via dei corti che possono provocare, per cui bisogna prevedere bene gli alloggiamenti in cui infilarle e la forma per irrobustirle, anche se sottili.
Insomma, c'è da studiarci un po'.... Per ora procuriamoci il piombo. ;)
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da maxlinux2000 » 7 gen 2013, 22:09

Ferrobattuto ha scritto:... sarebbe bene prevedere la possibilità di una facile e veloce estrazione del gruppo piastre...


e se invece di estrarre tutte le piastre assieme che pesano un botto, si potessero togliere una per una? :mrgreen:
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 8 gen 2013, 8:54

Ho dato una scorsa veloce al manuale caricato da Dolomitico, che ringrazio. Bellissimo. La prima cosa che si nota sono le connessioni esterne delle piastre. Viti e bulloni, manutenzione immediata, smonta e rimonta in minuti. Poi ho notato (ma devo approfondire, magari non l'ho visto) che è poco analizzata l'influenza data dalla distanza tra le piastre, ovvero lo scambio elettrochimico tra elettrodi che avviene grazie all'acido. Noi pensiamo alla batteria come ad un oggetto "statico" ma dovremmo invece analizzarlo nella sua dinamicità, che è elevatissima. Mi chiedo che prestazioni avrebbe una batteria dove i separatori siano assoluti (vetro) e l'acido sia movimentato da una pompa. Magari ho detto la sciocchezza del secolo, ma dato che esiste già una batteria "liquida" (Vanadio redox) con tanto di serbatoi, pompe ed elettrodi............. Comunque analizzare un problema da un angolo inconsueto può portare a capire meglio il tutto

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 8 gen 2013, 10:14

La distanza tra le piastre determina in buona parte la resistenza interna dell'accumulatore, in teoria dovrebbe essere la minore possibile, ma ovviamente ci sono dei limiti. Trattandosi di sistemi di accumulo stazionari, soggetti a correnti relativamente leggere, si può "lascare" un po', ma rimanendo sempre nell'ordine dei millimetri.
Mi pare di ricordare che un sistema con pompe ed elettrolita circolante ci fosse anche per composti di alluminio, mi sembra però che erano pile primarie, ossia generatori elettrochimici non reversibili. Non so se possa funzionare adeguatamente anche con gli accumulatori al piombo, quello che mi lascia pensare è che qualsiasi marchingegno elettrico si metta consuma corrente e necessita di manutenzioni periodiche, aggiuntive a quelle del banco di accumulo.
Naturalmente avendo mezzi tempo e pazienza nessuno vieta di provare..... ;)
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 8 gen 2013, 13:02

mastrovetraio ha scritto:Ho dato una scorsa veloce al manuale caricato da Dolomitico, che ringrazio.


Figurati,questi manuali sono veramente utili per farti un'idea su cosa si potrebbe fare,poi ogni uno fa come gli pare,di variabili ce ne sono molte,per tutti i gusti.
Ah,io non l'ho caricato,è un'intera enciclopedia di vari libri,ne ho trovati di veramente belli.....

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 9 gen 2013, 14:56

Mi faccio un auto/esame per vedere se ho capito le stesse cose che avete capito voi.
Accumulatore Plantè: difficile da fare "bene" sarebbe necessario usare acido nitrico e/o procedimenti galvanici
Accumulatore Faurè: più adatto alla autocostruzione, specialmente il "Tommasi" che assomiglia alle moderne batterie "a sacchetti" ed è più o meno ciò che ha fatto Hal con il suo accumulatore/secchio.
Mi ha interessato molto il sistema per rendere spugnoso il Pb del Sig. Woodward a pag. 43.
Fare una colata di Pb su un letto di sale da cucina non è difficile, poi si lava via il sale. Non è difficile.
Mi piacerebbe vedere altre illustrazioni delle Tommasi. Dove le posso trovare?
Grazie a tutti voi.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 9 gen 2013, 17:17

Beh,non è vero che le plantè sono difficili da fare bene,è difficile recuperare tutto quel piombo metallico,altrimenti basta un po di stampi di legno e ti fai le piastre come ti pare,ovviamente il legno non dura per molte colate.
Le tommasi a me piacciono perchè sono un'ibrido,permettono di usare meno piombo metallico,permette di recuperare quasi tutti gli ossidi,ma ovviamente sono ossidi solfatati,quindi vanno desolfatati,sono le versioni a mio aviso più veloci da mettere in cantire,Hall infatto ne ha ricalcato alcune caratteristiche,ovviamente una cella è più piccola,il libro parla di 5cm X 5cm X 25 cm,sono misure molto manipolabili,io ricaverei un perno di piombo lettato con alette da almeno 5 mm,poi la grana è trovare un contenitore che non lasci scappare gli ossidi,io pensavo di usare gli stessi separatori che ci sono all'interno delle batterie,rimodellarli e poi legarli con fascette in modo che non si gonfino,ma tutte le possibilità sono aperte,i collettori di collegamento ovviamente fuori dalla cella,in modo che se subentrano problemi,apri e sfili l'elemento rognoso.
Sono delle tubolari un po più grosse,ma voglio vedere a demolirle se fatte con criterio....
Sulle tommasi purtroppo ho trovato solo quello,ma in fondo mi basta,cè scritto mi sembra che ci sia un manuale,ma non l'ho mai trovato.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da maxlinux2000 » 9 gen 2013, 17:56

Dolomitico ha scritto:..poi la grana è trovare un contenitore che non lasci scappare gli ossidi..

Ma quel problema non l'ha risolto Hal9000? Le magliette anti-sudore del decathlon... costano 5 euro l'una e con una 4XL ci fai 1 m2 circa di tessuto.
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da calcola » 9 gen 2013, 20:02

Ricordo che 40 anni fa le batterie le aprivano, cambiavano l'elemento in corto e la batteria andava. Vedo qui che voi cercate di fare una batteria che duri almeno 20 anni. Mi chiedo se sia conveniente in termini di materiale impiegato e come rendimento. Io immagino batterie con tappo di scarico dell'elettrolita, facili da aprire, facili da riparare, con il minimo di Pb. È possibile?


Concordo pienamente con quanto detto, secondo me non è necessario per le nostre finalità che la batteria duri 20 anni, potrebbe essere sufficiente una batteria che duri meno, però facile da aprire e da riparare come appunto quelle di 40 anni fa. Ricordo che l'elettrauto le apriva e le riparava facilmente e che per continuare a ripararle anche quando si diffondevano quelle con il contenitore sigillato, si era fatto fare dei nuovi contenitori vuoti.

Ritengo che la strada possa essere quella di riprodurre delle batterie a piastre piane o tubolari simili a quella attualmente in commercio, piastre più spesse e contenitori richiudibili.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da maxlinux2000 » 9 gen 2013, 23:47

bèh... alchimie con le batteria commerciali non mi interessano più...(già fatto in passato)...ma sarebbe utilissimo desolfatare velocemente gli ossidi che si recuperano dalla betterie da auto, per poi reimpastarli belli puliti nelle nuove piastre plantè... praticamente l'idea è quella di fare un mix tra Planté e Fauré ... ovvero una Fauré con almeno 30 anni di vita utile, senza doverla usare con i guanti.
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 10 gen 2013, 8:43

offgrid2 ha scritto:
Dolomitico ha scritto:..poi la grana è trovare un contenitore che non lasci scappare gli ossidi..

Ma quel problema non l'ha risolto Hal9000? Le magliette anti-sudore del decathlon... costano 5 euro l'una e con una 4XL ci fai 1 m2 circa di tessuto.

Nel manuale "caricato" da Dolomitico si parla spesso e volentieri di "hearthware" che altro non è che terracotta. La usavano come separatore, anche in batterie a piastre orizzontali !!! E Tommasi usava contenitori in terracotta (non il contenitore finale, che è in legno] Se qualcuno vuole sperimentare, io conosco un tizio che ha il forno (fa le ocarine). Io sono disposto a pagare il contenitore, che poi invierò a chi vorrà sperimentarlo. Non ho il tempo (per ora) per farlo io, mi dovrete sopportare a sproloquiare per i prossimi 4 anni, fino alla pensione.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da maxlinux2000 » 10 gen 2013, 9:37

contenitori ne servono almeno 6... per poter fare una batteria da 12V. Sotto quella tensione pochi di noi hanno la possibilità di sperimentare. Ma le dimensioni possono essere abbastanza ridotte... tipo un parallelepipedo cavo da 10x10x25.

Non sapevo che la terracotta non reazionasse con il solforico.... interessante. Per terracotta si intende l'argilla cotta? Quella dei mattoni?
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 10 gen 2013, 9:54

offgrid2 ha scritto:...Non sapevo che la terracotta non reazionasse con il solforico.... interessante. Per terracotta si intende l'argilla cotta? Quella dei mattoni?

Non reagisce nemmeno con l'acido cloridrico, infatti immergerla in acido è un modo per pulirla da incrostazioni di calce o cemento.

Ovviamente servirebbe dell'argilla molto porosa.... Altrimenti si rischia di aumentare la resistenza interna all'inverosimile. Ma come ottenerla forse lo sa meglio chi la lavora abitualmente.
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Buone realizzazioni a tutti!
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mastrovetraio
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 10 gen 2013, 10:37

Avevo scritto male, a memoria. La parola esatta è "earthenware" e se guardate sul testo sacro linkato da Dolomitico vedrete che lo trovate dappertutto, così come "celluloid" che dovrebbe essere la celluloide. Ora mi tuffo su internet alla ricerca. Tornando ai vasetti in coccio, a pensarci bene non sono altro che vasi da fiori, non smaltati. Andrebbe prima fatta una prova di permeabilità con l'acido delle batterie, e forse un trattamento con acido nitrico diluito per distruggere/vaporizzare ogni impurità metallica.

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