Come recuperare il piombo da accumulatori esausti.

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calcola
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da calcola » 10 gen 2013, 13:57

così come "celluloid" che dovrebbe essere la celluloide


La celluloide andava giusto bene nel XIX secolo, è instabile, brucia facilmente. Non credo che oggi abbia un qualche impiego.

ma sarebbe utilissimo per desolfatare velocemente gli ossidi che si recuperano dalla betterie da auto, per poi reimpastarli belli puliti nelle nuove piastre plantè...


Il mio suggerimento era proprio per desolfatare gli ossidi di piombo, non penso che convenga applicarlo alle batterie vecchie. Già nell'articolo affermano che con quei sistemi la batteria si recupera ancora per 1 anno.

La mia idea è quella di fare delle griglie più spesse da impastare con ossidi recuperati. Il tutto collocarlo in contenitori richiudibili/riapribili fatti fare da qualche ditta o autocostruiti. Verrebbero delle batterie simili alle pseudo-cicliche vendute da molte ditte. A costo irrisorio. Anche se durano 4-5 anni non sarebbe più un problema, al bisogno si potrebbero rifare e con poca spesa.

Per i contenitori qualcuno ha sperimentato la vetroresina come materiale?

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da maxlinux2000 » 10 gen 2013, 14:10

coccio.... ci potrebbe fare una prova.... si riempie una vaschetta di platica di acqua salata e si misura con il tester la resistenza a 10 cm di distanza.
Poi si mette dentro 2 vasi di coccio a 5cm di diametro lasciando che entri l'acqua salata all'interno, ma che non superi il bordo del vaso.... e misuriamo di nuovo.... in teoria le due misure dovrebbero essere molto simili.
Magari si potrebbe tappare il buco sul fondo (se c'è) con del silicone o altro, in modo che non ci sia un contatto diretto tra l'acqua interna ai vasi e quella esterna.

Se funziona, allora significa che funzionerebbe anche in una batteria con ossidi riportati.... anzi a guardare bene, semplificherebbe molto anche le batterie a secchiello di hall900... basta un secchio e un vaso cilindrico di coccio.

qualcuno ha in giardino due piccoli vasi di coccio? io ho già guardato e sono tutti di plastica :barf:
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 10 gen 2013, 14:52

Ferrobattuto ha scritto:
mastrovetraio ha scritto:
offgrid2 ha scritto:...Non sapevo che la terracotta non reazionasse con il solforico.... interessante. Per terracotta si intende l'argilla cotta? Quella dei mattoni?

Non reagisce nemmeno con l'acido cloridrico, infatti immergerla in acido è un modo per pulirla da incrostazioni di calce o cemento.


Ovviamente servirebbe dell'argilla molto porosa.... Altrimenti si rischia di aumentare la resistenza interna all'inverosimile. Ma come ottenerla forse lo sa meglio chi la lavora abitualmente.


Mi chiedo, porosa ?? Ma non deve passare solo l'elettricità ??

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 10 gen 2013, 16:06

Ma volete dire che si può fare delle tommasi con dei vasi in terracotta? :woot:
Ma non si rischia di portare impurità all'interno della cella?
A vederla bene un contenitori in argilla non si piega e per delle celle autocstruite sarebbe facile da fare,vedi a conoscere l'inglese che bello che è,io non sapevo che earthenware fosse terracotta...... :blink:

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 10 gen 2013, 16:13

mastrovetraio ha scritto:Mi chiedo, porosa ?? Ma non deve passare solo l'elettricità ??

Si, ma l'elettricità deve passare nell'elettrolita, se non c'è una sezione adeguata di elettrolita in cui farla passare si aumenta la resistenza elettrica.
C'è la stessa differenza che far passare la corrente in un mazzo di grossi fili o in uno con lo stesso numero di fili ma sottilissimi, quasi molecolari. La sezione diminuisce in modo drastico e la resistenza aumenta in modo esponenziale.
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 10 gen 2013, 16:50

E' vero che cè scritto in terracotta,però,cè un pero,parla anche di "perforated tubes of chambres" ovvero rivestito di una camera non conduttiva ma perforata,un vaso in terracotta andrà sicuramente bene,ma le prestazioni saranno scarse.
Bisognerebbe fare una cosa su misura,ora dovviamo trasformarci anche in vasai? :mrgreen:

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 10 gen 2013, 17:49

Dolomitico ha scritto:....dobbiamo trasformarci anche in vasai? :mrgreen:

Questa sarebbe quasi la parte più piacevole...... Almeno per me che pasticciare con la creta mi è piaciuto fin da bambino. :mrgreen:

Piuttosto, Mastrovetraio, sarebbe assai difficile fare dei vasi in vetro? Spessi, più o meno cubici, piuttosto semplici?.....
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 10 gen 2013, 18:41

Per un umano normale no, bisogna investire in attrezzatura, troppa per un pò di vasi in vetro. Ma nulla vieta, in una scatola in legno, di fare un buco rettangolare su un lato e poi chiudere il buco (dall'interno) con una lastra di vetro ben siliconata. Artistico ?

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 10 gen 2013, 18:47

Dolomitico ha scritto:E' vero che cè scritto in terracotta,però,cè un pero,parla anche di "perforated tubes of chambres" ovvero rivestito di una camera non conduttiva ma perforata,un vaso in terracotta andrà sicuramente bene,ma le prestazioni saranno scarse.
Bisognerebbe fare una cosa su misura,ora dovviamo trasformarci anche in vasai? :mrgreen:


Tocca fare un pò di prove. Comunque nel sacro testo è pieno di setti divisori in terracotta, ci hanno fatto le Tommasi e non solo, ci sono batterie a piastre ORIZZONTALI tutte con separatori in terracotta. D'altra parte, avere un contenitore rigido, inattaccabile agli acidi e con spessori minimi.......
Ovvio che questa tecnologia a terracotta non sarà durata molto, dato che cercavano di industrializzare batterie che andavano sui treni per illuminare i vagoni, e quindi soggette a vibrazioni non da poco

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 10 gen 2013, 19:00

Come avevo scritto alla fine del primo post, mi venne in mente di provare col sistema di riduzione degli ossidi mediante carbone incandescente, come si fa per i minerali di ferro negli altiforni, per cui in seguito rimisi in moto la vecchia forgia, e quando i carboni erano ardenti, ci buttai sopra un po' di miscuglio di carbone tritato e briciole di ossidi, facendo arroventare il tutto per bene.

Immagine

Subito cominciò a colare da sotto del piombo metallico liquido, in una teglia vecchia di alluminio. Piombo che non era presente nelle briciole....

Immagine

Il tentativo, fatto un po' "alla carlona", diede comunque dei risultati, anche se misti a scorie e rimasugli di carboni, per cui mi sentii incoraggiato a proseguire.
Con quattro pezzi di angolare di ferro per scaffali, qualche mattone refrattario e un po' di fil di ferro misi insieme una specie di contenitore senza fondo, da mettere sul fornello della forgia e aumentare la quantità di materiale da scaldare.

Immagine

Portato il tutto a temperatura, al rosso incandescente, cominciò a colare sotto una cascata di metallo fuso. Nonostante non avessi impiegato tutti i rimasugli e le briciole che avevo tirai fuori diversi chili di metallo pulito, raddoppiando praticamente la quantità di piombo ricavato.
Purtroppo c'erano degli "effetti collaterali": il primo era il denso fumo giallo e solforoso che si alzava dal miscuglio incandescente. Le briciole e i rimasugli impiegati erano pieni di residui di acido e di solfati, per cui togliendo il piombo tutto il resto se ne andava "in fumo".
Come seppi poi, ce lo spiegò Lupo Solitario (che è talmente solitario che non lo vediamo più da un bel po'..... :D ), sopra i 300°C l'acido solforico si decompone in anidride solforica, ma con la presenza del carbonio del carbone incandescente si ritrasformava addirittura in zolfo, evaporando e bruciando in parte, e in parte colando giù sulle pareti dei mattoni e sulla griglia. Questo sotto è il fumo giallo e denso.

Immagine

Queste sotto sono le pareti interne dei refrattari, patinate di zolfo fuso.

Immagine

Mentre qui sotto si vedono gocce di zolfo fuso rappreso, duro e cristallino, sul bordo inferiore dei mattoni.

Immagine

L'altro "effetto collaterale" era che a causa dello zolfo che colava dentro e bruciava sotto si corrodeva immediatamente la griglia che sorregge i carboni accesi e da cui entra l'aria forzata, col risultato che dopo un po' cadeva tutto nel condotto dell'aria, ostruendolo e spegnendo tutto. La prima griglia, molto vecchia e in ghisa fusa, resistette di più, e mi permise di portare a termine la prova, ma.... Finì "a termine" anche lei. Le altre, in grosso ferro box saldato, duravano pochi minuti e facevano questa fine qui:

Immagine

Come ho già spiegato altrove, i fumi sono pericolosi da respirare, una sola boccata e si rimane senza fiato, letteralmente, ma se ci si tiene sottovento e discretamente lontani non si respirano. Contengono vapori di zolfo, anidride solforica e anidride solforosa in quantità industriali. Potrebbero essere di molto ridottti col lavaggio del materiale da ridurre, con soda caustica o altro, o aggiungendo qualcosa che si combini con lo zolfo e ne riduca le emissioni, ma saranno solforosi sempre e comunque. Se liberati in momenti di pioggia o nebbia o grande umidità, vengono ridotti velocemente e precipitano come acidi, solforico e solforoso, che con il calcio contenuto nel terreno formano prevalentemente solfato di calcio, assolutamente neutro e innocuo (è la formula del gesso comune.....).
A me piacerebbe poterlo fare, in grandi quantità e senza troppi problemi, ma così come ho provato io è troppo rudimentale, anche se dimostra che il sistema può funzionare.
Ho usato la mia vecchia forgia da fabbro perché era lì a portata di mano, non perché ritenga che sia il sistema migliore, anche se a quel tempo a provare nello stesso modo furono diverse persone. Tutti con risultati positivi ma tutti con gli stessi problemi. Mettersi a costruire un sistema complesso di aspirazione e trattamento dei fumi diventa complicato e costoso, poco conveniente per chi vuol fare da se, ma se si riuscisse ad abbattere la quantità di emissioni a livelli "ragionevoli" sarebbe molto conveniente.
Il piombo metallico si può usare per tantissime cose, e in ultima analisi si può anche vendere. E' molto meno tossico di quanto ci spaventano dai media. Certo non conviene morderlo.... :mrgreen: Ma diventa veramente tossico solo nella forma di composti più o meno organici, oppure se respirato in forma polverulenta, oppure se "fumato" insieme ad una sigaretta sporca di residui di piombo. Per il resto un paio di guanti ed una mascherina da verniciatore bastano e avanzano.
In passato, quando negli anni '60 facevo l'apprendista elettrauto, ho aperto e riparato molti di quegli accumulatori che sono nelle foto ad inizio discussione, e naturalmente a quei tempi nessuno ti diceva di metterti i guanti o la mascherina..... Forse le mani perennemente sporche di grasso da motori sono state la mia salvezza, o forse il lavarsi molto bene le mani (una tendenza che ho ancora.....) prima di mangiare o bere, e il fatto di non aver MAI fumato sicuramente è stato molto utile. Fatto stà che sono ancora quì..... :mrgreen:
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 11 gen 2013, 9:56

Tradotto testualmente dal sacro testo, pag.113
Mr. Reckenzaun ha scoperto che il Pb, posto in arco elettrico, veniva velocemente convertito in ossido.
Lavorando su questa idea, egli fece passare un arco elettrico sulla superfice di una placca piana in Pb,
e trovò che l'intera superfice, per ogni profondità voluta, diventava perossido di Pb.
Gli ossidi formati in questo modo non davano segno di sfaldatura o caduta quando posti in soluzione acida o se posti in bagno elettrolitico
Le piastre, poste in accumulatore (e sotto corrente, presumo n.d.t.) lentamente scomponevano H2O
L'ossigeno nascente attacca il metallo formando gli elementi positivi, ossidandoli lentamente.
L'idrogeno viene occluso dal metallo poroso delle placche negative. Secondo l'autore, il calore intenso generato dall'arco induce la rapida combinazione dell'ossigeno atmosferico con il Pb e produce in pochi minuti lo stesso effetto chimico che si otterrebbe in settimane di formatura secondo il metodo Plantè
Questo è tutto, mi sono preso la libertà di accorciare frasi troppo circomvolute, ma il "succo" tecnico è letterale.

Ora ci ragiono sopra, e mi chiedo che effetto potrebbe fare l'attaccare i poli di una saldatrice agli estremi dell'elettrodo centrale del "secchio" di Hal 9000. (O qualcosa di simile). Andrebbe fatto in aria, mi immagino un elemento a "sacchetto" avvolto in foglio di piombo, ovvero elettrodo centrale in Pb, circondato da meteriale sciolto di recuperobatterie circondato a sua volta dal foglio di Pb.
"sacchetto" ,

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 11 gen 2013, 20:30

Mastrovetraio:
Il sistema di collegare una saldatrice a una cella al piombo si usa in genere per cercare di eliminare i corti,facendo scorrere una forte corrente si cerca di bruciarli,non si forma alcun ossido,anche perchè la corrente viene distribuita su un'ampia area.

Ferro;
Cè anche un'altro sistema per recuperare il piombo dagli ossidi,tramite soda caustica e calore,ho la descrizione da qualche parte,appena la trovo la posto,resta il fatto che secondo me si deve fare un'altoforno con l'entrata per l'aria laterale,in modo che il fuoco bruci nella maniera più velocemente possibile e il piombo si possa raccogliere sul fondo per poi essere coinvogliato all'esterno tramite un canale inciso.
Nulla di metallo ci deve essere altrimenti fa la fine del topo,se no ti devi fare una griglia in cemento.
Su un documentario sul recupero delle batterie vecchie buttavano tutti gli ossidi in un altoforno per parecchie ore.
Qui il video:
http://www.youtube.com/watch?v=aH_HKeS1Ed4
è in inglese,ma credo si capiscano i vari passaggi.

Qui invece fanno vedere come fanno le deep cycle:
http://www.youtube.com/watch?v=cyUL-J_5cV0
http://www.youtube.com/watch?v=DFtepc9Tpmc

Alla fine le fanno tutte con le piastre,e con gli stessi problemi di fondo.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 11 gen 2013, 21:54

Nel filmato del primo link si vede che macinano gli accumulatori vecchi, separano la plastica tramite galleggiamento nell'acqua, poi trattano i fanghi in dei tini con qualcosa. Poi essiccano il tutto e lo mescolano con qualcosa che sembrano truccioli, e buttano tutto nel forno. Da lì esce piombo fuso pulito. Io non capisco l'inglese, ma se qualcuno di voi riesce a capire questi due particolari, ossia con cosa vengono trattati i fanghi e cosa sono quelle specie di truccioli, probabilmente abbiamo qualche soluzione....
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 12 gen 2013, 8:06

Qui trovi la soluzione, in italiano !!
http://www.stcitaly.com/it/chimica-e-me ... tello.html

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Dolomitico » 12 gen 2013, 9:08

Ferrobattuto ha scritto: Poi essiccano il tutto e lo mescolano con qualcosa che sembrano truccioli, e buttano tutto nel forno..


Quello che mettono col badile è carbone,ho trovato la versione itallica:
http://www.youtube.com/watch?v=pBR7JqOPraU
Siete contenti? :mrgreen:

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 12 gen 2013, 9:35

Bhè, io si, sicuramente..... :wacko:
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 12 gen 2013, 12:21

mastrovetraio ha scritto:Qui trovi la soluzione, in italiano !!
http://www.stcitaly.com/it/chimica-e-me ... tello.html

Ottimo link! In italiano e molto chiaro. La soda solvay si trova anche dal ferramenta.
Sarebbe bello sapere le proporzioni in pesi..... Ma naturalmente bisognerebbe prima poter misurare la quantità di solfato di piombo contenuto nel materiale di riciclo. Una "titolazione", insomma, un po' difficile da fare in casa. Non so se in questo caso funzioni il famoso detto "Melius abbundare....." dei nostri antenati, che in chimica le proporzioni sono determinalti, però, mentre il composto di piombo dovrebbe essere insolubile e perciò precipitare sul fondo, il solfato di sodio è solubile e se ne dovrebbe andare con l'acqua, come pure il carbonato di sodio in eccedenza.
Chissà se è possibile sostituire in carbonato di sodio con il carbonato di potassio?.... Quello sarebbe gratis..... ;)
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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 12 gen 2013, 13:10

Io prima di tutto separerei manualmente tutto il Pb metallico. Poi ciò che resta lo metterei in forno con controllo di temperatura a 400°per togliere tutto il Pb metallico. Il resto si pesa e si fa finta che sia al 70% PbSO4, si fa il calcolo stechiometrico (ancora mi ricordo come si fa, devo dare una lucidata alla memoria per essere certo) e si sa quanta soda usare. Se è troppa? Boh, chiederò allo zio chimico :devil:

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da mastrovetraio » 12 gen 2013, 13:51

Rianalizzando bene il tutto, sono convinto che si può fare a meno della soda mettendo al suo posto una abbondante quantità di trucioli di ferro che provvederanno a sequestrare lo zolfo. Però bisogna lavorare a temperature più alte, esattamente come scritto nel link che ho postato. Comunque alla base del tutto c'è il forno, che deve essere costruito in materiali che sopportino la riduzione. La forgia non è un forno, non c'entra nulla, non c'è modo di controllare nè la temperatura nè l'atmosfera, mentre un forno è un ambiente chiuso all'esterno, riscaldato fino alla temperatura voluta ed al cui interno viene creata l'atmosfera voluta che può essere ossidante, riducente, neutra o addirittura assente tramite gas inerti.
È errato parlare di "forno riducente" , un forno è un forno, semmai è come è "condotto" ciò che fa la differenza. Ovviamente un f. che debba essere sempre e solo usato per ridurre deve essere predisposto, ossia deve essere costruito con materiali adatti e sopratutto nel caso della riduzione deve poter essere (quasi) sigillato, una volta raggiunta la temperatura di esercizio, e deve avere una apertura di carico rapida per il materiale riducente (legna, carbonella, stracci) da richiudere immediatamente in modo che detti materiali brucino in carenza di ossigeno, sequestrandolo quindi al materiale da ridurre PbO.
Mi scuso per il tono professorale, di professori (sedicenti) cen'è troppi, io ragiono sopratutto con me stesso per richiamare alla memoria ciò che sò e vi sottopongo i miei sproloqui proprio perchè siano condivisi o criticati. Anzi benvenute le critiche.

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Re: Tentativo di recupero del piombo da accumulatori esausti

Messaggio da Ferrobattuto » 12 gen 2013, 19:42

Non ti preoccupare "professore", sicuramente quì nessuno ne sa quanto te di forni, almeno fin'ora. :D
Trovo il tuo ragionamento perfettamente logico, ma come ho scritto sopra, avevo solo la forgia a portata di mano.
Vediamo, se possibile, di buttar giù un progettino per questo forno per le riduzioni. Possibilmente alla portata di tutti, o almeno di chi abbia un po' di manualità e di buona volontà, e magari (sig) un po' di spazio per operare. :: )

Tra i materiali riducenti ho visto anche gli stracci e la legna, pensi che vadano bene veramente?.... Immagino che gli stracci non debbano essere di materiale sintetico, ma di tessuti "naturali", ossia cotone lino canapa o iuta, forse neanche la lana va bene.... Io ho a disposizione un sacco di truccioli di legno, sia della pialla elettrica che del pialletto a mano, e spesso anche segatura della sega. Funzionerebbero? La legna potrebbe essere a pezzi, listelli o blocchetti?

Quesito: i residui del forno dovrebbero contenere molto solfato di ferro e scorie varie, più una inevitabile minima quantità di composti di piombo. Più chiaramente ceneri di qualche tipo, a seconda del combustibile usato. Immagino che vadano smaltite in modo adeguato.....

La battuta che ho fatto sopra riguardo al carbonato di potassio (gratis.....) era perché si ricava dalle ceneri di legna mediante lisciviazione, ossia bollitura e filtrazione. Per cui nel caso della legna sarebbe presente nel miscuglio durante la combustione......
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