Batteria cilindrica

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Dolomitico » 12 apr 2012, 17:09

Beh cavolo 194 ampere non sono affatto da buttare via,anche secondo me la cosa può migliorare,forse ci sarebbe il modo di aumentare la circolazione del liquido,ma questo richiede di aprire nuovi spazi per penetrare più a fondo,questa di sicuro è semplicita di costruzione.
Ma gli ossidi sono ben desolfatati oppure sono ancora in via di "liberazione?"

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maxlinux2000
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da maxlinux2000 » 12 apr 2012, 17:13

ciao hal,
mi confermi che il tessuto di polipropilene è quello delle magliete anti-sudorifere?


....edit
in ogni caso ho fatto una prova con una vecchia maglietta antisudofera bianca del decatlon...roba da 5 euro per la XXL
Gli ho versato alcune gocce di acido solforico delle batterie, e non ha fatto una piega.

...non ho secchi di pittura di recupero da usare, ma potrei usare dei tubi in pvc da 110mm.... mo' ci penso..... :mrgreen:

Ho dei dubbi:

Gli ossidi li hai estratti e conservati separatamente dalle batterie originali?
Per maneggiarli e versarli dentro agli elettrodi ci sono dei trucchi particolari a parte l'uso dei guanti?
Bisogna lasciarli asciugare gli ossidi o è meglio bagnarli con acqua distillata prima di metterli negli elettrodi?
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Hal9000
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 13 apr 2012, 11:12

Ciao Dolomitico,
si in fase di costruzione avevo pensato di mettere dei tubicini o qualcosa che facesse penetrare acido libero dentro la massa di materie attive, ma risultava una bella complicazione costruttiva, tieni presente che da prove precedenti su altri prototipi ho concluso che per riuscire a riempire facilmente delle intercapedini di ossidi di recupero bisogna stare dai 2cm in sù, ovvero le alettature della piastra positiva centrale sono di 2cm sia per facilitare il versamento degli ossidi al loro interno da sopra sia per facilitare la costruzione e durata dello stampo di legno, infatti l'intercapedine tra un'aletta e l'altra non è altro che lo spessore del listello di legno usato nello stampo, se si usano listelli di legno più sottili di 2cm diventano fragili dopo il calore della colata e lo stampo diventa usa e getta, invece usando listelli grossi si riescono a fare tranquillamente 10 colate, ovviamente smontandolo con attenzione.

Così questa forma con una spessa massa di ossidi è il risultato di velocizzare la realizzazione, usare degli stampi di legno riutilizzabili, e risparmiare soldi nella loro costruzione, perchè bisogna poi considerare che non si spende solo per il rottame di piombo ma anche pr il legno degli stampi, per il gas delle fusioni e per le varie parti in plastica (secchi, tubi pvc, coperchi, retine da giardinaggio e tessuto polipropilene), avviamente dove non è possibile il recupero.

Ad ogni modo è importante che gli ossidi siano un pò pressati dentro le cavità delle piastre collettrici, questo aumenta il contatto elettrico e riduce la resistenza interna, poi con un certo numero di cicli di carica e scarica le varie materie attive tendono leggermente a cementarsi attorno agli elettrodi, probabilmente è una forma di cristallizzazione causata dal passaggio della corrente, non saprei.

Ad ogni modo non sò valutare bene il grado di desolfatazione, perchè in effetti gli ossidi che ho inserito provenivano da batterie solfatate ed con elementi in corto, inoltre la quantità di materia attiva negativa è leggermente meggiore di quella positiva, quindi in fase di riempimento delle alette ho dovuto mischiare un pò di materia positiva con quella negativa per compensare e credo che ciò abbia creato molto solfato nelle masse negative.

La ricarica a 100W si è completata dopo 24 ore, 12 non sono bastate, in effetti questa volta avevo 200Ah da ricaricare non 100 come prima, mi accorco quando sono cariche perchè da 14,6V salgono a 15,5V e oltre, una cosa che mi fà molto piacere è che si possnono ricaricare a tensioni più elevate delle comuni batterie commerciali senza provocare danni apparenti, parte delle materie attive iniziano ad andare in sospensione solo dai 16V in sù, questo è un vantaggio perchè permette di effettuare ricariche più a fondo, nelle batterie commerciali ci si ferma a 14,4V perchè se no l'eccessiva elettrolisi con le sue bollicine sbriciola le piastre positive, qui le materie attive sono contenute dalle strutture di plastica che non vengono usurate dalle reazioni chimiche e quindi risulta molto più solida alle sovraccariche.

Comunque mentre proseguo i test su questa versione nei secchi farò arrivare delle ceste rettangolari basse e larghe per provare un altra idea sempre con ossidi di riporto ma nella speranza di migliorare la circolazione dell'acido.

@ maxlinux2000:
si è il tessuto di quelle magliette antisudore, sull'etichetta dovrebbe essere riportato polipropilene, prò attenzione che non tutti i sintetici sono polipropilene, altri materiali non so se sono adeguati, verifica la composizione.
Non è detto che debbano essere cilindrici per forza, è il principio che conta, se hai delle ceste di plastica rettangolari dovrebbe andare bene lo stesso, basta che fai una massa esterna separata da una massa interna, l'importante è che le due masse siano in volume simili, dando preferenza a dare leggermente maggiore volume alla massa negativa piuttosto che alla positiva se prorprio necessario.
Io ho usato i tubi pvc della fogna per crare le due pareti interne che fanno quel 1-2 cm di acido libero tra massa negativa e positiva di separazione, inoltre ricordati di chiudere sul fondo il contemimento della massa positiva.

Per esempio potresti anche usare 3 contenitori concentrici, tipo matrioska, io per risparmiare su una eventuale produzione a catena avevo anche chiesto dei preventivi per secchi di pittura nuovi, c'era il 15 litri come questi per il contenitore esterno, poi il 5 litri e il 2,5litri, ma quello più piccolo veniva troppo basso e non risultavano le proporzioni giuste, peccato se no con 10€ avevo tutti e 3 i secchi che facevano la struttura di plastica completa di un elemento....

Per il recupero ossidi ho due grosse ceste di plastica, separo quelli negativi da quelli positivi, in teoria potresti anche mischiarli tutti assieme, ma solo prima dell'utilizzo, per evitare che restando lì tanto tempo si formi troppo solfato cristallizzato, solo che poi ti servirà una carica di formazione molto più lunga, io ho mischiato un pò di positivi con i negativi solo per compensare il maggiore utilizzo di negativi rispetto ai positivi, solo per necessità.

Ho notato che è più facile inserire gli ossidi nelle intercapedini delle piastre quando sono asciutti, se sono ancora bagnati di acido risultano pastosi e bisogna premerli giù nelle scanalature con qualcosa, anche se comunque alla fine sia che siano asciutto o bagnati vanno pressati comunque bene bene nelle piastre per ridurre la resistenza interna e gli amper ora.
Ovviamente sial il piombo che in particolar modo gli ossidi vanno maneggiati sempre con dei bei guanti di gomma pesanti e anti acido, gli ossidi positivi sono MOOOOLTO sporchevoli, per i guanti io prendo quelli molto robusti per lavori pesanti di gomma del tipo anti-acido, ne sminuzzare le piastre delle batterie per fare le masse di ossidi mi è capitato un paio di volte di forare i guanti, vuoi anche la fretta di realizzare le batterie ho fatto poca attenzione, se vi capita di forare i guanti o comunque di venire a contatto con gli ossidi non esitate, fermatevi subito e andate a lavarvi le mani, vi consiglio la pasta lavamani, quella per tirare via il grasso e il nero di quando si mettono le mani sui motori, toglie molto bene il biossido di piombo che è una sostanza molto sporchevole e difficile da pulire, non a caso nel passato lo usavano come pigmento rosso.

Ecco una nota sulla salute, non portare mai alla bocca ossido di piombo ne su ferite, io in genere dopo aver lavorato con gli ossidi mi lavo bene con la pasta lavamani e mi faccio anche una doccia e tengo degli abiti apposta per lavorare con il piombo, sarò esagerato, ma sempre meglio peccare di eccesso su queste cose.
Se avete bambini o animali domestici in giro segregate bene queste cose in una stanza sotto chiave, io non concedo a nessuno di entrare della stanza dove tengo queste cose, non si sà mai, noi sappiamo di cosa si tratta e facciamo attenzione, gli altri nell'ignoranza potrebbero sporcarsi di ossidi senza sapere cosa sia.

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da maxdef » 13 apr 2012, 14:05

Hal9000 che dire?....sei un grande!!!...leggere dei tuoi esperimenti mi mancava,sono veramente contento di averti ritrovato di qua ;) ...anche il nuovo nick name è decisamente più... pronunciabile :mrgreen:

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da maxlinux2000 » 13 apr 2012, 14:40

Grazie hal,

una cosa ancora.... Dimmi se il procedimento per estrarre piombo e ossidi va bene:

1. Cerco se possibile di ricaricare la batteria e tento di desolfatarla.
2. vuoto l'acido e lo conservo in un contenitore adeguato
3. lavo con acqua 3-4 volte la batteria per eliminare le tracce di acido solforico (l'ultimo lavaggio con bicarbonato?)
4. con una sega da legno taglio il coperchio e elettrodi
5. estraggo le piastre e separo le positive dalle negative.
6. piastra per piastra le squoto sopra al relativo secchio per separare il piombo dagli ossidi pressati
7. recupero il piombo dei collettori
8 butto i sacchetti e contenitori al deposito batterie dell eco-park

Naturalmente tenendo conto delle raccomandazioni di sicurezza che ci hai dato... guanti, occhiali, grembiule/tuta, ecc.
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Dolomitico
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Dolomitico » 13 apr 2012, 16:01

Chiaro il discorso,e secondo me i margini di miglioramento ci sono eccome,
Se già adesso la capacità è aumentata è possibile che dipenda dal formarsi di ossidi sulla superfice della gigantesca aletta positiva e anche di una lenta desolfatazione.
Incrocio quanto detto sull'altra discussione su come si dovrebbe ricaricare una batteria,non portarla a 16.2 volt per molto,solo per il cosidetto "delta pick"
Non lo conoscevo,ma con la scusa del'caricabatterie compiuterizzato ho imparato che una cella quando è carica ha una curva di salita,poi c'è un calo del voltaggio,una successiva leggera discesa,appena percettibile e a questo punto la cella/batteria è carica.
Potrebbe essere che anche senza desolfatatore potresti rigenerare le tue "celle"tramite una serie di cariche scariche in questa modalità.
Il tipo del video che ho visto (e che poi ripeteva quanto scritto sul manuale del 1922,diceva che con questo voltaggio ciclico si recuperava la funzionalità della cella.
Oppure dovresti provare a costruire un desolfatatore che lanci dei picchi da 1000 ampere direttamente nelle celle,non mi stupirei che questo porterebbe a un netto miglioramento.
In effetti ainfilare tubetti epassaggi comporta anche un'indebolimento della struttura,meglio evitare,basterebbe portare l'erogazione almeno a una 20ina di ampere utili però,e questo con l'aumento della capacità si abbassa anche la resistenza interna e un'aumento della resa penso sia possibile.
Dici che le tue celle soffrano se scaricate all'80%?
Non vedo problemi dovuti a rigonfiamenti vari....

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 13 apr 2012, 19:26

1. Cerco se possibile di ricaricare la batteria e tento di desolfatarla.

Riguardo il procedimento di estrazione di ossidi e piombo, all'inizio pensavo anch'io fosse utile ricaricare e desolfatare quanto possibile le batterie prima di aprirle ma in realtà ho constatato che è vero il contrario, per due motivi:
1) una batteria carica presenta pericolo di corto circuito durante l'estrazione delle piastre, anche se svuoti l'acido bastano poche goccie per creare forti correnti di corto, ti parlo per esperienza, aprendo una batteria che aveva delle celle in corto ma altre buone e cariche durante l'estrazione delle piastre ha fatto dei corti tra loro ed è iniziato a schizzare piombo fuso e fumi non salutari
2) le piastre negative cariche sono più difficili da sbriciolare, se sono scariche / solfatate sono più friabili, per le positive non c'è problema, se sono usurate si sbriciolano solo a guardarle

A causa di questi due motivi ora preferisco scaricare le batterie prima di aprirle, anche se presentano tensioni inferiori a 11V le collego al carico resistivo da 400W fino a che la corrente erogata cala sotto i 10A poi le apro, a meno che non siano già a 0 quando le recupero.

2. vuoto l'acido e lo conservo in un contenitore adeguato

proprio come faccio io, per semplificare l'estrazione faccio dei fori sullo spigolo in corrispondenza di ogni elemento, perchè dai tappi standard a volte non esce tutto l'elettrolita, almeno in questo modo basta appogiarle su un fianco sopra un catino lasciandole sgocciolare bene, invece di doverle tenere capovolte con quello che pesano.

3. lavo con acqua 3-4 volte la batteria per eliminare le tracce di acido solforico (l'ultimo lavaggio con bicarbonato?)

Assolutamente no!
Rovineresti le materie attive all'interno, non "inquinare" le piastre con altri liquidi all'infuori del loro acido solforico, tanto meno con sosteanze basiche ;)
Per i passi successivi maneggerai le batterie con guanti adeguati e relative protezioni, non dovreti temere eventuali goccie di acido residue.

4. con una sega da legno taglio il coperchio e elettrodi

Qui le procedure variano a seconda del tipo di batteria, tendezialmente preferisco quelle dai 100Ah in sù in quanto a parità di lavoro si estrae più roba, ma del resto dipende poi da quello che si trova...
All'inizio segavo appena sotto il bordo per tutta la lunghezza del coperchio ma poi ho notato che su un certo tipo di batterie si fà prima a segare in diagonale solo in corrispondenza dei due poli in modo da tagliare il polo che scende dal coperchio vero le piastre, poi si prende a martellate e la plastica del coperchio và letteralmente a pezzi, con una tenaglia la strappi via pezzo per pezzo, su certe batterie faccio prima così, mi pare avessi appreso questa tecnica un pò più spiccia da Dolomitico o qualcunoaltro sul forum, non ricordo bene.

5. estraggo le piastre e separo le positive dalle negative.

Esatto.

6. piastra per piastra le squoto sopra al relativo secchio per separare il piombo dagli ossidi pressati

Le piastre positive in genere si sbriciolano molto facilmente, quasi solo prendendole in mano (con i guanti mi raccomando!!!) e della griglia resta poco o niente.
Per le negative è un pò più macchinoso, alcune basta sbatterle energicamente e il piombo poroso cade, altre bisogna piegarle, accartocciarle, premre, sfregare per far staccare il piombo poroso dalla griglia, si perchè sulle negative la griglia non si corrode come sulle positive e così richiedono un pò più di pazienza e tempo, ma almeno si recuperano tutte le griglie da rifondere e si risparmia sui rottami di piombo.

7. recupero il piombo dei collettori

Si esatto, tutte le parti solide come i collettori, i poli e le griglie le tengo da parte per la prima occasione che accendo il fuoco sotto il calderone per rifonderle in nuovo piombo per gli stampi di legno.

8 butto i sacchetti e contenitori al deposito batterie dell eco-par

Esatto, il contenitore della batteria vuoto e scoperchiato è utile per metterci tutti i separatori, che il più delle volte si stracciano nell'operazione, sono molto fragili, e anche per metterci dentro anche gli eventuali ossidi/scorie delle fusioni, la scrematura superficiale del piombo fuso, che in genere sono residui di altri metalli, sporco carbonizzato, ossidi e solfati di piombo, roba non utilizzabile, così la rimetti nelle batterie vuotate e porti al riciclo del piombo.

Dolomitico, quelle celle lo ho scaricate al 100% per circa 10 volte senza riscontrare nessuna perdita di capacità, ho fatto anche un test lasciandole scariche per una settimana e poi ricaricandole, tutto ok, ad ogni modo le ho sempre ricaricate ad impulsi, magari aiuta anche quello, le ricarico con rilasci induttivi di una grossa bobina in aria più che altro per convenienza, uso i 48V del banco primario del mio sistema offgrid, così uso un un segnale di un sg3525 che tramite un mosfet chiude i 48V sulla bobina in aria, all'apertura del mosfet un altro mosfet usato come diodo riversa il rilascio induttivo sulle batterie cilindriche.
E' un sistema semplice da realizzare, con un buon rendimento e che adatta range di tensioni differenti senza dover modoficare il circuito o il numero di spire, insomma si auto-adatta molto bene per spostare energia da un banco batterie all'altro, ne uso uno anche sulle nife di Ferrobattuto, perchè le ho messe tutte in serie e fanno una nominale di 32V, che varia da 26 a 40V e la bobina interfaccia bene le tensioni nel trasferimento di energia, meglio dei trasformatori a tensione fissa.
Inoltre funziona sia per abbassare che per alzare indistintamente, entro certi limti ovviamente, ma se ti interessa ne parlo in una nuova discussione, anche perchè mi chiedeva Ferro di questo circuito.

La capacità non è aumentata, è sempre stata quella, le celle hanno subito 2 settimane di carica ad impulsi per la formazione, solo che non sapendo a priori quale fosse il valoe di capacità non sapevo calcolare la giusta corrente di scarica per un regime di scarica C200 che avevo preventivato vista l'elevato spessore delle materie attive, quindi inizialmente scaricandole a 4A ho decisamente esagerato perchè ho fatto un regime C24, ovvero gli ho chiesto circa 10 volte quello che mi potevano dare.

Quello di chiedere alle batterie la giusta corrente non è una questione morale, nel senso che non è che si offendono se assorbiamo troppa corrente, è solo una questione fisico-chimica, niente di personale, non se la prendono ;)
Ora credo di aver capito bene il fenomeno, anche grazie alle prove pratiche, in pratica più la corrente di scarica è elevata e più velocemente reagiscono gli ossidi a stretto contatto con la piastra di piombo conduttiva, il biossido di piombo al positivo e il piombo poroso al negativo sono conduttivi, ma una volta che cedono l'energia si convertono in solfato di piombo che è isolante, formando velocemente uno strato isolante di solfato attorno alla piastra di piombo, isolando elettricamente gli altri ossidi più lontani dalla piastra elettrodo dal circuito esterno.
Questo fenomeno di fatti isola degli ossidi carichi pieni di enrgia dal circuito esterno, quindi abbiamo energia chimica dentro la massa di ossidi ma "scollegata" dal circuito quindi inutilizzabile.
Alla ricarica successiva il solfato a stretto contatto con la piastra si riconverte in biossido o piombo a seocnda del polo e la conducibilità elettrica verso le materie attive più lontane viene ristabilita, questo spiega anche come mai la ricarica su queste cilindriche può essere effettuata più velocemente della scarica, perchè la ricarica genera materia conduttive propagandosi nello spessore poroso rapidamente, mentre la scarica genera materia non conduttiva che crea delle pellicole passivanti.
Se invece la scarica viene effettuata sufficentemente lentamente la differenza di potenziale tra gli ossidi a stretto contatto con la piastra e gli ossidi lontani è minima e così entrano in gioco anche gli ossidi più lontani nella produzione di elettricità, in questo modo la produzione di solfato isolante è più casuale e distribuita nella massa di materie attive, lasciando dei percorsi di ossido conduttivo fino alla piastra collettrice.

Allego tre schemini per spiegare meglio il concetto:

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 13 apr 2012, 19:31

Ad ogni modo se ci pensi bene un banco di accumulo ideale per una casa dovrebbe garantire un autonomia di almeno 1 settimana, questo significa che la scarica avviene in 24*7=168 ore, ovvero quasi il regome di scarica per queste batterie.
Se devi fare un accumulo stazionario che tiene accesa una casa per 200 ore non userai certo 100Ah, finirebbero in poche ore, quindi alla fine viene da sè che se per ipotesi scegli di usare batterie cilindriche come queste ne dovrai costruire un numero adeguato da garantire le 200 ore di autonomia, in automatico mettendone in parallelo un numero adeguato per questa riserva di energia anvrai anche che la corrente massima dell'inverter sarà divisa su tutte le batterie in parallelo, per come la vedo io la strada è aperta e percorribile, poi ovvio ogni miglioramento sarà benvenuto!
Comunque costruire una batteria scaricabile in 20 ore non ha molto senso per un accumulo stazionario ed è solo una co0mplicazione costruttiva inutile ;)

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Ferrobattuto » 13 apr 2012, 20:47

Bene, bene, un bel gruppo di consigli e un mucchio di utilissime spiegazioni. Molti ringraziamenti da parte mia, ma credo anche dagli altri, soprattutto per il tempo e l'entusiasmo dedicati.
Si, come ti ho scritto nella mail, mi interessa uno schema, anche solo di principio, di un caricabatterie-desolfatatore ad impulsi, come quello che usi tu. Magari si potrebbe aprire una discussione apposta, in cui mettere insieme schemi e idee. Partendo da quello che mi regalasti tu, che io uso in continuazione su tutte le batterie che ho quà in giro, e anche su quelle degli amici, ottenendo quasi sempre degli ottimi risultati. ;)
Certo che per avere una corrente di scarica di soli 10A, in regime C/200 ci vorrebbero 2000Ah di capacità...... Figurati per picci di consumo elevati! (woot) Anche se poi la scarica potrebbe durerare una settimana.
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da maxlinux2000 » 14 apr 2012, 0:04

si davvero complimentio per le tue informazioni. Per il caricabatterie auto-tutto, meglio una discussione separata.

Stavo pensando che per i picchi di consumo si potrebbe usare delle comuni batterie da auto in parallelo con queste nuove batterie a "secchio"...in fondo è proprio quella la funzione delle batterie da auto....reggere grossi picchi per brevi periodi, no?
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 14 apr 2012, 10:04

Beh ma credo che dei picchi di consumo di breve durata non vadano a creare sufficente solfato-barriera da inibire la restante riserva di energia, del resto su un impianto fotovoltaico la carica e la scarica sono molto casuali e potrebbero alternarsi più volte nell'arco di una giornata, io credo che un grosso banco di accumulatori di questo tipo siano più che sufficenti, l'idea di mettere normali accumulatori da auto in parallelo non è male, ma ho il sospetto che le batterie da auto finirebbero per soportare anche il massimo dei cicli non solo i picchi usurandosi rapidamente, se mai si potrebbe collegare in parallelo un piccolo banco plantè fatto con lamiera arrotolata, mi ricordo che i prototipi con lamiera arrotolata davano forti correnti di corto ma si scaricavano subito, potrebbero fungere da "condensatore" momentaneo, però poi si ricaricherebbero solo con l'energia del regolatore di carica, perhè per far si che il banco "cilindrico" ricarichi le plantè serve una se pur minima differenza di potenziale, o si gioca sulla densità dell'elettrolita in modo che le plantè abbiano meno acido e quindi una tensione leggermente inferiore da permettere un riversamento naturale se pur lento di energia, oppure si usa un piccolo banco a batterie tubolari commerciali e un circuito induttivo di trasferimento controllato da processore.

Mah, io personalmente costruirei piano piano, magari nel giro di un paio di anni, un enorme banco con batterie di questo tipo da collegare tutte in parallelo, così da avere sia la corrente massima di spunto il più vicino possibile alla corrente di scarica ideale sia per avere una riserva strategica di energia da sogno, piuttosto che fare mille accrochiate che con il tempo mi farebbero perdere tempo tanto uguale a costruire il grosso banco.

Mi mangio le mani, se potessi mandarmi un messaggio indietro nel tempo a 15 anni fà su come costruire queste batterie non avrei comprato quelle commerciali ma me ne sarei costruite un centinaio di queste piano piano senza fretta, uffa!

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da maxlinux2000 » 14 apr 2012, 11:21

hai ragione tiu alla fine.... meglio farsi dei banchi enormi.

Purtroppo non credo che nessuno di noi conosca di persona il Doctor Who per chiedergli un passaggio sulla sua Tardis :mrgreen:

Mi intriga la carica ad induzione di cui parli... appena puoi facci sapere come funziona. :mrgreen:
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Ferrobattuto » 14 apr 2012, 13:25

Un banco "normale" ha una resistenza interna piuttosto bassa, per cui l'altro fatto con le cilindriche autocostruite soffrirebbe meno se lo avesse in parallelo. Tra gli accumulatori al piombo basta una minima differenza di tensione per far si che la corrente scorra dall'uno all'altro. Per cui il banco "normale" sopperirebbe ai picchi di assorbimento, mentre l'altro si comporterebbe come un "vaso comunicante" con un canale stretto, ossia l'alta resistenza interna. Durante la scarica cederebbe la corrente molto lentamente, impedendo all'altro di scendere troppo, mentre durante la carica assorbirebbe l'eccesso di tensione impedendo la sovraccarica.
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 17 apr 2012, 12:54

Ho comprato 2 lampadine 12V 5W da auto, NUOVE, dopo SOLO 4 giorni una si è bruciata e comunque sono entrambe annerite, insomma il test da 1A è andato a pallino, devo ricominciare, che menata, oggigiorno non sanno più fare neanche le lampadine, mi chiedo come facciano ad andare i chip dei computer!

Ciao Ferro,
ma c'è un ma, studiando i manuali del 900 ho capito che le batterie al piombo in generale si caricano meglio con una tensione "leggermente elevata", ovvero all'epoca consideravano caricare una batteria al piombo a 15 o 16V normale, oggigiorno è considerato un eresia!!
Per cui queste batterie cilindriche richiederebbero 15V per caricarsi bene, non soffrono di questa situazione, mentre le altre commerciali (se collegate in parallelo) sarebbero costantemente in equalizzazione ed inizierebbero a sfaldarsi le positive e ad impregnarsi di piombo i separatori.

Ma la verità , come sempre, stà nel mezzo, ovvero è giusto dare una tensione "elevata" per la ricarica in modo che avvenga rapidamente e a fondo, ragigungendo tutte le materie attive più lontane dall'elettrodo, ma con gli accumulatori moderni andremmo a sfaldare le materie attive pressate sulle griglie, ecco perchè nei tempi moderni la tensione di fine carica è di 14,4V e viene poi abbassata a 13,5 non è altro che un compromesso, si accetta di ricaricare di meno la batteria ma evitando di sfaldare le sue piastre con un elettrolisi troppo accentuata.

Io ho scelto di studiare l'auto-costruzione degli accumulatori più che altro per averne di robusti come quelli di una volta, perchè al giorno d'oggi che io sappia non c'è nessuno che li fabbrica come vorrei io:
1) batterie da avviamento -> fragilissime
2) batterie tubolari -> molto meglio ma le spinette delle piastre tubolari sono comunque sottili e si corrodono, le piastre si sfaldano se caricate troppo, insomma durano molto di più ma vanno trattabe con i guanti
3) batterie a piastre spesse (tipo tojan) si deformano e si sfaldano comunque

Sono tutte con separatori e tutte vanno in corto, sono tutte con piastre verticali che si sfaldano, nessuna è manutenibile.

Ad ogni modo inizialmente interfaccierò questi banchi autocostruiti con dei circuiti switching al banco primario fatto di commerciali, il tutto controllato dal computer centrale giò in opera, in modo da ridurre l'usura delle costose batterie commerciali, ricaricando i banchi autocostruiti solo con energia in eccesso e scaricandoli per primi, poi chi lo sà, se mai riuscirò a realizzarne un numero adeguato potrei un giorno passare completamente su questi, del resto lo faccio anche per essere pronto il giorno che il banco principale non ne avrà più volgia io tutto quel piombo l'ho pagato e mica gli lo regalo indietro, la riutilizzo cambiandogli solamente l'alloggiamento :P

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Hal9000 » 1 mag 2012, 7:31

Test con scarica ad 1A completato, conferma 200Ah, quindi posso catalogare questo modello di batteria come:
200Ah regime C100

Ovvero corrente massima ideale per ottimizzare la capacità 2A, correnti più basse non incrementano la capacità mentre è possibile scaricarle con correnti più alte ma si perde parte della capacità utile fino alla ricarica completa successiva.

Qui una foto degli elementi dopo una scarica completa della durata di 9 giorni:
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E di seguito una foto degli stessi ma dopo una ricarica di 24 ore ad impulsi:
Immagine

Mi ritengo soddisfatto del risultato ottenuto con questi prototipi, ora aspetto di provare quelle nelle ceste piatte per decidere quale tipologia portare allo stadio successivo per un accumulo più sostanzioso da integrare nell'impianto ad isola.
Su queste continuerò ad effettuare scariche profonde per studiare sia la loro resistenza che le capacità di ricarica e desolfatazione del circuito induttivo che poi dovrò replicare per gestire questi eventuali banchi secondari.

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Ferrobattuto » 1 mag 2012, 9:58

Hal9000 ha scritto:Su queste continuerò ad effettuare scariche profonde per studiare sia la loro resistenza che le capacità di ricarica e desolfatazione del circuito induttivo che poi dovrò replicare per gestire questi eventuali banchi secondari.

Ecco, questo sarebbe molto interessante..... :mrgreen:
Comunque io non mi stupirei se alla fine dopo diverse ciclazioni di quegli elementi si riscontrasse un ulteriore aumento della capacità. Il materiale impegnato è tanto...... Hai mai pesato il materiale usato?
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Dolomitico » 5 mag 2012, 14:05

Anche secondo me il margine cè.
Ho riletto i libri che ho a casa e effettivamente la tua tecnica si avvicina alla pila "tommasi" sono un po le nonne delle tubolari,ma fatte con un contenitore tondo o rettangolare forato con un perno centrale,tutto in piombo ,lo spazio va riempito con ossidi,e le capacità sono di tutto rispetto,sarebbe la tipologia a cui ambisco,sembrano facili da costruire,immaginate una lattina da 0.5 lt traforata con piccoli forellini,con perno centrale che ovviamente è più alto dei lati tutto in piombo spesso,il perno si può alettarlo o lasciarlo cosi ci sono vari disegni,basta riversare gli ossidi fino al livello,caricare e desolfatare.
E' lo stesso principio delle tue,dei contenitori che impediscono agli ossidi di spostarsi.
Tornando alle tue se hai usato 800 A di capacità devono pur saltar fuori prima o poi,pero mi sa che servono impulsi da almeno 800/1000 A per vedere risultati,poi cè anche la strttura del monoblocco in piombo che andrà formandosi col tempo.

Ma secondo voi come funzionano i desolfatatori tipo il battery aktivator?Caricano un condensatore a 25/30 volt e poi lo scaricano tramite un transistor?
Se cosi è mi pare di aver capito basterebbe quadruplicare il condensatore e il transistor e si avrebbe un desolfatatore per capacità più generose.
Secondo me è la via da seguire per vedere migliorare le prestazioni di quelle "bambine" :D

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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da eneo » 28 mag 2012, 17:17

tra un po' mi arriva il tristar e mi pare che abbia una speciale carica ad impulsi per ovviare al problema della desolfatazione. e' vero?
comunque sto pensando seriamente a queste batterie cilindriche, ho recuperato molte batterie, tra un po' avro' parecchi secchi da 15lt, partiro' prima con 12 e poi con un altro in parallelo.
ma il mio problema principale e' creare uno spazio idoneo e sicuro, fare una specie di casotto in muratura coibentato dove ripporre almeno 24 secchi, l'ideale sarebbero 48.
tornando al discorso delle batterie cilindriche sto valutanto di farle in una certa maniera un po' diversa dalle tue, prendere un secchio e creare all'interno due meta separate, con l'acido che sta tutto intorno, ma le piastre invece di stare in verticale saranno in orrizzontale, strato di materiale attivo poi piastra in piombo a forma di semiluna, di nuovo strato di materiale attivo e cosi via....ma forse sarebbe meglio un disegnino, appena posso lo faccio....purtroppo ho pochissimo tempo.
saluti a tutti
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da Ferrobattuto » 29 mag 2012, 13:23

@ Dolomitico: no, credo che i desolfatatori funzionino tutti a rilascio induttivo, e non capacitivo, per cui forse dovresti cambiarci una bobina e non un condensatore, però non ne sono sicuro..... Bisognerebbe conoscere lo schema del tuo aktivator per poterci intervenire con efficacia.

@ Effeci2: secondo me (ma potrei sicuramente sbagliare.....) le batterie con separazione orizzontale non hanno futuro. Troppi problemi per la sedimentazione e l'efficacia di separazione tra i due "elettrodi". La separazione verticale, che gli elettrodi siano concentrici o meno, risolve gran parte dei problemi relativi di costruzione, di pulizia e di manutenzione. Naturalmente nessuno vieta di tentare...... Io stò mettendo insieme degli avanzi di tubo da 100mm, per schiacciarli e fare dei contenitori per delle piastre "tubolari piatte". Appena possibile farò delle foto e le metterò nel forum, coi relativi risultati.
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Re: Batteria cilindrica

Messaggio da eneo » 29 mag 2012, 14:31

stanotte ci stavo pensando, c'e' anche il fatto che messe in orrizzontale le piastre fanno ostacolo alle bollicine di idrogeno lungo la risalita....
per ermete attendo i risultati...
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