1. Cerco se possibile di ricaricare la batteria e tento di desolfatarla.
Riguardo il procedimento di estrazione di ossidi e piombo, all'inizio pensavo anch'io fosse utile ricaricare e desolfatare quanto possibile le batterie prima di aprirle ma in realtà ho constatato che è vero il contrario, per due motivi:
1) una batteria carica presenta pericolo di corto circuito durante l'estrazione delle piastre, anche se svuoti l'acido bastano poche goccie per creare forti correnti di corto, ti parlo per esperienza, aprendo una batteria che aveva delle celle in corto ma altre buone e cariche durante l'estrazione delle piastre ha fatto dei corti tra loro ed è iniziato a schizzare piombo fuso e fumi non salutari
2) le piastre negative cariche sono più difficili da sbriciolare, se sono scariche / solfatate sono più friabili, per le positive non c'è problema, se sono usurate si sbriciolano solo a guardarle
A causa di questi due motivi ora preferisco scaricare le batterie prima di aprirle, anche se presentano tensioni inferiori a 11V le collego al carico resistivo da 400W fino a che la corrente erogata cala sotto i 10A poi le apro, a meno che non siano già a 0 quando le recupero.
2. vuoto l'acido e lo conservo in un contenitore adeguato
proprio come faccio io, per semplificare l'estrazione faccio dei fori sullo spigolo in corrispondenza di ogni elemento, perchè dai tappi standard a volte non esce tutto l'elettrolita, almeno in questo modo basta appogiarle su un fianco sopra un catino lasciandole sgocciolare bene, invece di doverle tenere capovolte con quello che pesano.
3. lavo con acqua 3-4 volte la batteria per eliminare le tracce di acido solforico (l'ultimo lavaggio con bicarbonato?)
Assolutamente no!
Rovineresti le materie attive all'interno, non "inquinare" le piastre con altri liquidi all'infuori del loro acido solforico, tanto meno con sosteanze basiche
Per i passi successivi maneggerai le batterie con guanti adeguati e relative protezioni, non dovreti temere eventuali goccie di acido residue.
4. con una sega da legno taglio il coperchio e elettrodi
Qui le procedure variano a seconda del tipo di batteria, tendezialmente preferisco quelle dai 100Ah in sù in quanto a parità di lavoro si estrae più roba, ma del resto dipende poi da quello che si trova...
All'inizio segavo appena sotto il bordo per tutta la lunghezza del coperchio ma poi ho notato che su un certo tipo di batterie si fà prima a segare in diagonale solo in corrispondenza dei due poli in modo da tagliare il polo che scende dal coperchio vero le piastre, poi si prende a martellate e la plastica del coperchio và letteralmente a pezzi, con una tenaglia la strappi via pezzo per pezzo, su certe batterie faccio prima così, mi pare avessi appreso questa tecnica un pò più spiccia da Dolomitico o qualcunoaltro sul forum, non ricordo bene.
5. estraggo le piastre e separo le positive dalle negative.
Esatto.
6. piastra per piastra le squoto sopra al relativo secchio per separare il piombo dagli ossidi pressati
Le piastre positive in genere si sbriciolano molto facilmente, quasi solo prendendole in mano (con i guanti mi raccomando!!!) e della griglia resta poco o niente.
Per le negative è un pò più macchinoso, alcune basta sbatterle energicamente e il piombo poroso cade, altre bisogna piegarle, accartocciarle, premre, sfregare per far staccare il piombo poroso dalla griglia, si perchè sulle negative la griglia non si corrode come sulle positive e così richiedono un pò più di pazienza e tempo, ma almeno si recuperano tutte le griglie da rifondere e si risparmia sui rottami di piombo.
7. recupero il piombo dei collettori
Si esatto, tutte le parti solide come i collettori, i poli e le griglie le tengo da parte per la prima occasione che accendo il fuoco sotto il calderone per rifonderle in nuovo piombo per gli stampi di legno.
8 butto i sacchetti e contenitori al deposito batterie dell eco-par
Esatto, il contenitore della batteria vuoto e scoperchiato è utile per metterci tutti i separatori, che il più delle volte si stracciano nell'operazione, sono molto fragili, e anche per metterci dentro anche gli eventuali ossidi/scorie delle fusioni, la scrematura superficiale del piombo fuso, che in genere sono residui di altri metalli, sporco carbonizzato, ossidi e solfati di piombo, roba non utilizzabile, così la rimetti nelle batterie vuotate e porti al riciclo del piombo.
Dolomitico, quelle celle lo ho scaricate al 100% per circa 10 volte senza riscontrare nessuna perdita di capacità, ho fatto anche un test lasciandole scariche per una settimana e poi ricaricandole, tutto ok, ad ogni modo le ho sempre ricaricate ad impulsi, magari aiuta anche quello, le ricarico con rilasci induttivi di una grossa bobina in aria più che altro per convenienza, uso i 48V del banco primario del mio sistema offgrid, così uso un un segnale di un sg3525 che tramite un mosfet chiude i 48V sulla bobina in aria, all'apertura del mosfet un altro mosfet usato come diodo riversa il rilascio induttivo sulle batterie cilindriche.
E' un sistema semplice da realizzare, con un buon rendimento e che adatta range di tensioni differenti senza dover modoficare il circuito o il numero di spire, insomma si auto-adatta molto bene per spostare energia da un banco batterie all'altro, ne uso uno anche sulle nife di Ferrobattuto, perchè le ho messe tutte in serie e fanno una nominale di 32V, che varia da 26 a 40V e la bobina interfaccia bene le tensioni nel trasferimento di energia, meglio dei trasformatori a tensione fissa.
Inoltre funziona sia per abbassare che per alzare indistintamente, entro certi limti ovviamente, ma se ti interessa ne parlo in una nuova discussione, anche perchè mi chiedeva Ferro di questo circuito.
La capacità non è aumentata, è sempre stata quella, le celle hanno subito 2 settimane di carica ad impulsi per la formazione, solo che non sapendo a priori quale fosse il valoe di capacità non sapevo calcolare la giusta corrente di scarica per un regime di scarica C200 che avevo preventivato vista l'elevato spessore delle materie attive, quindi inizialmente scaricandole a 4A ho decisamente esagerato perchè ho fatto un regime C24, ovvero gli ho chiesto circa 10 volte quello che mi potevano dare.
Quello di chiedere alle batterie la giusta corrente non è una questione morale, nel senso che non è che si offendono se assorbiamo troppa corrente, è solo una questione fisico-chimica, niente di personale, non se la prendono
Ora credo di aver capito bene il fenomeno, anche grazie alle prove pratiche, in pratica più la corrente di scarica è elevata e più velocemente reagiscono gli ossidi a stretto contatto con la piastra di piombo conduttiva, il biossido di piombo al positivo e il piombo poroso al negativo sono conduttivi, ma una volta che cedono l'energia si convertono in solfato di piombo che è isolante, formando velocemente uno strato isolante di solfato attorno alla piastra di piombo, isolando elettricamente gli altri ossidi più lontani dalla piastra elettrodo dal circuito esterno.
Questo fenomeno di fatti isola degli ossidi carichi pieni di enrgia dal circuito esterno, quindi abbiamo energia chimica dentro la massa di ossidi ma "scollegata" dal circuito quindi inutilizzabile.
Alla ricarica successiva il solfato a stretto contatto con la piastra si riconverte in biossido o piombo a seocnda del polo e la conducibilità elettrica verso le materie attive più lontane viene ristabilita, questo spiega anche come mai la ricarica su queste cilindriche può essere effettuata più velocemente della scarica, perchè la ricarica genera materia conduttive propagandosi nello spessore poroso rapidamente, mentre la scarica genera materia non conduttiva che crea delle pellicole passivanti.
Se invece la scarica viene effettuata sufficentemente lentamente la differenza di potenziale tra gli ossidi a stretto contatto con la piastra e gli ossidi lontani è minima e così entrano in gioco anche gli ossidi più lontani nella produzione di elettricità, in questo modo la produzione di solfato isolante è più casuale e distribuita nella massa di materie attive, lasciando dei percorsi di ossido conduttivo fino alla piastra collettrice.
Allego tre schemini per spiegare meglio il concetto: